Bhopal, 25 anni di ingiustizia: Amnesty International e Greenpeace ospitano in Italia i sopravvissuti del disastro ambientale avvenuto in India nel 1984.
Comunicato stampa.
Dal 2 al 6 novembre 2009 la Sezione Italiana di Amnesty International e Greenpeace Italia ospiteranno il ‘Bhopal bus tour’. Una delegazione di sopravvissuti al disastro avvenuto nella città indiana nel 1984 arriverà in Italia e prenderà’ parte a una serie di manifestazioni, iniziative e incontri pubblici a Roma e Milano, con l’obiettivo di riportare sotto i riflettori dell’opinione pubblica una tragedia che causò la morte di circa 25.000 persone e che ancora oggi, dopo 25 anni, resta drammaticamente attuale.
Bhopal è un caso emblematico nel contesto della responsabilità delle aziende. Non è, infatti, soltanto una tragedia dei diritti umani del secolo scorso, ma rappresenta tuttora un triste esempio di come la legge protegga le imprese potenti ma spesso abbandoni a se stesse le persone che vivono in povertà. A distanza di 25 anni, gli abitanti di Bhopal non sono mai stati in grado di rivendicare i propri diritti e continuano a soffrire per le conseguenze del disastro.
La storia
Il 2 dicembre 1984, qualche minuto prima della mezzanotte, migliaia di tonnellate di isocianato di metile, un agente chimico utilizzato nella produzione di pesticidi, e oltre 12.000 chili di reagenti chimici fuoriuscirono dallo stabilimento di pesticidi della Union Carbide (oggi Dow Chemical Company) di Bhopal, in India. Circa mezzo milione di persone fu esposto a questi gas tossici. Nel giro di pochi giorni ci furono tra le 7.000 e le 10.000 vittime e altre 15.000 persone morirono nei 20 anni successivi. La maggior parte viveva in condizioni di povertà negli insediamenti abitativi precari che circondavano la fabbrica. Le vittime erano spesso l’unica o la principale fonte di reddito delle rispettive famiglie e molti hanno perso anche il bestiame, altra fonte di reddito fondamentale. A causa dei problemi di salute, in migliaia hanno perso il lavoro o la capacità di guadagnare denaro. In pratica, tutti quelli che sono stati colpiti dalla fuoriuscita dei gas sono stati trascinati ancora più a fondo nella povertà.
A distanza di quasi 25 anni, l’area di Bhopal non è ancora stata bonificata né sono state condotte inchieste adeguate sull’incidente e sulle sue conseguenze. Più di 100.000 persone continuano a soffrire di malattie associate al disastro, come disturbi respiratori, cancro, ansia e depressione, malformazioni genetiche e i sopravvissuti sono tuttora in attesa di ottenere una riparazione equa e adeguata per le sofferenze che il disastro ha provocato.
Sebbene il disastro sia avvenuto 25 anni fa, il terribile impatto della fuoriuscita di gas tossici sulla popolazione, sui terreni, sulle falde acquifere e nell’aria, è ancora presente. Molti sopravvissuti aspettano ancora di ottenere un risarcimento economico. Il sito della fabbrica non è ancora stato decontaminato. La fuoriuscita delle sostanze chimiche, così come il loro impatto, non sono mai state adeguatamente affrontate.
Le misure messe in atto dal governo indiano per avviare una riabilitazione dei sopravvissuti al disastro – sia dal punto di vista delle cure mediche sia della riabilitazione socio economica – sono state insufficienti.
Nel febbraio 2001, inoltre, la Union Carbide è passata sotto il totale controllo della Dow Chemical Company. Anche se la Union Carbide continua a essere un’entità giuridica separata, la sua identità aziendale e tutte le sue attività sono interamente integrate con quelle della Dow che, tuttavia, continua a dichiarare pubblicamente di non avere alcuna responsabilità per la fuoriuscita delle sostanze tossiche o per l’inquinamento provocato dall’impianto di Bhopal.
Nell’agosto 2008, il governo indiano si è impegnato ad affrontare alcune delle richieste della gente di Bhopal. Una delle sue principali promesse era di istituire una Commissione con pieni poteri sul disastro di Bhopal con autorità e risorse adeguate per guidare e coordinare l'azione di governo. Secondo il governo, il processo di costituzione della Commissione è stato ritardato a causa delle elezioni politiche del 2009. Tuttavia, nel luglio 2008 una bozza del mandato della Commissione era già stata approvata da alcuni ministeri e il primo ministro aveva più volte sostenuto l'iniziativa.
Il programma del ‘Bhopal bus tour’
Parma, 2 novembre
13,00 – 17,00 Piazza Giuseppe Garibaldi: i cittadini incontrano i sopravvissuti al disastro di Bhopal (in collaborazione con ParmaFrontiere).
Milano, 3 novembre
12,00 Piazza Castello: incontro stampa a bordo del Bhopal bus
13,00 – 20,00 Via Luca Beltrami (di fronte al Castello): i cittadini
incontrano i sopravvissuti al disastro di Bhopal.
21,00 Auditorium di Radio Popolare, via Ollearo 5: incontro pubblico e
proiezione del film ‘The Yes Men Fix the World’ di Andy Bichlbaum, Mike Bonanno e Kurt Engfehr (in collaborazione con Cinemambiente).
Milano, 4 novembre
9,30 Incontro con la scuola I.C. Cardarelli Massaua, via Strozzi 11
18,00 Circolo ARCI ‘Cicco Simonetta’, via Simonetta: incontro pubblico e mostra fotografica di Raghu Ray (in collaborazione con ARCI Milano).
Roma, 5 novembre
17,00 Aula Magna della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi
Roma Tre: convegno ‘Imprese, diritti umani e ambiente. La responsabilità delle imprese per l'impatto delle loro attività in India, Nigeria e Italia’, con la partecipazione, tra gli altri, di Giorgio Fornoni e Raffaele Guariniello (in collaborazione con l’Universita’ degli Studi di Roma Tre).
Roma, 6 novembre
11,00 Ambasciata dell’India, via XX settembre 5: manifestazione e richiesta d’incontro con l’Ambasciatore per la consegna di 10.000 petizioni a sostegno della richiesta di giustizia per le vittime di Bhopal.
14,00 – 18,00 Piazza della Repubblica: i cittadini incontrano i sopravvissuti al disastro di Bhopal.
18,30 Galleria d’arte Love & Dissent, via Leonina 85: incontro pubblico e mostra fotografica di Alessandro Marongiu (in collaborazione con Love & Dissent).
I protagonisti del ‘Bhopal bus tour’
Rachna Dhingra, coordinatrice della Campagna internazionale per la giustizia su Bhopal.
Satinah ‘Sathyu’ Sarangi, fondatore del Gruppo d’informazione e azione su Bhopal e amministratore della Sambhavna Clinic di Bhopal.
Sanjay Verma, sopravvissuto al disastro di Bhopal, in cui ha perso i genitori e cinque fratelli.
Safreeen e Amir Khan, fondatori dell’organizzazione Ragazzi contro Dow Chemical Company/Union Carbide Corporation.
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