Rassegna stampa - da Il Cittadino di oggi.
Etichettatura, sicurezza alimentare, la mancanza di una filiera agricola, reddito, crollo dei prezzi, diabrotica e crisi. Sembra più un bollettino di guerra l’elenco di problemi che ieri pomeriggio il mondo agricolo lodigiano ha snocciolato davanti al presidente della provincia Pietro Foroni e all’assessore all’agricoltura Matteo Boneschi durante l’insediamento del tavolo agricolo provinciale. Fuori dalla sede del consiglio provinciale due vacche in vetroresina dipinte da Angelo Frosio cercavano di dare un’immagine un po’ più frivola al meeting tra vertici agricoli provinciali che al contrario ha dato un’immagine malata se non agonizzante del settore nel territorio. Durante il suo intervento, letto alla presenza dei responsabili di categoria, Boneschi ha fissato come campi d’azione la sopravvivenza delle imprese agricole, lo sfruttamento delle potenzialità agroalimentari del Lodigiano nell’ottica dello sviluppo turistico e dell’Expo 2015 e il ritorno alla redditività delle aziende e la creazione di una filiera. Un libro delle buone intenzioni che però non pare aver del tutto soddisfatto i convenuti - i presidenti provinciali di Confagricoltura Mario Vigo, Paola Santeramo (Cia), Giandomenico Gusmaroli (Anas) e Paolo Ciceri (Apa), mentre per Coldiretti è intervenuto il segretatio di zona Stefano Bressani - i quali forse si aspettavano parole più decise a difesa della categoria. A presiedere il tavolo provinciale è stato nominato Davide Dornetti, un agricoltore lodigiano che recentemente si è distinto nel comitato elettorale di Foroni durante la campagna della scorsa primavera. Toccherà a lui convocare le prossime riunioni con il mondo agricolo, da cui dovrebbero uscire proposte unanimi da portare all’attenzione della regione. Sul “peso effettivo” di questo tavolo si vedrà in seguito ma intanto ieri tutti i rappresentanti agricoli del territorio si sono riuniti intorno al tavolo, segno che c’è necessità di scelte condivise. Anche perchè il momento è drammatico per tutto il settore. Vigo ha posto all’attenzione del tavolo il problema di un settore che non fa più reddito e che ha bisogno di regole meno fumose per non cedere alla concorrenza estera. «In gioco è il nostro futuro - ha rimarcato Gusmaroli -, siamo di fronte a un cambio generazionale che sembra non dare prospettive all’agricoltura. È entrato in crisi non solo un settore, ma una cultura. Ragion per cui o il mondo agricolo si diversifica o rischia l’estinzione».
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