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giovedì 5 novembre 2009

Rinviati a giudizio

Dipendenti ed ex dirigenti provinciali accusati di corruzione e truffa per viaggi all’estero e regali pagati da ditte autorizzate. Rifiutopoli: finiscono tutti a processo. Imputati in 18 per scavi abusivi in Po e Lambro e rifiuti in una cava.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Carlo Catena, 5 novembre 2009.

Diciotto persone e due aziende sono state rinviate a giudizio dal gup di Lodi per l’inchiesta “Rifiutopoli” del pm Paolo Filippini: il giudice per l’udienza preliminare Luigi Gargiulo ha accolto integralmente le richieste della procura della Repubblica, rigettando tutte le richieste degli avvocati difensori, a partire da quella di suddividere l'eventuale processo tra il tribunale di Milano, suggerito come competente sui reati inerenti i rifiuti, e quello di Piacenza, nella cui giurisdizione invece secondo i legali sarebbe avvenuta la maggior parte dei furti di sabbia e ghiaia. Il processo si aprirà quindi innanzi al tribunale di Lodi in composizione collegiale il 18 febbraio.Tre le principali linee dell’accusa. La prima, l’escavazione abusiva di inerti dai fiumi (per la procura 700mila metri cubi dal 2003 e fino al 2007: Paolo, Alessandro e Monica Burlini, Walter Campolonghi, Sandro Vidi, Pier Ferrandi, Claudio Benvenuti, Vincenzo Mantovan e Daniele Dallarda sono indagati per furto pluriaggravato e per pericolo di esondazioni per scavi alla foce del Lambro e nell’alveo del Po, nei territori dei comuni di Senna, Orio, Somaglia, Guardamiglio e San Rocco al Porto. L’ingegner Luigi Mille dell’Aipo, imputato per favoreggiamento, secondo l’accusa avrebbe avvertito Alessandro Burlini di controlli in arrivo e indagini in corso.
La seconda linea riguarda le modalità di smaltimento delle terre di spazzamento stradale che, con l'ok della Provincia di Lodi, venivano usate da aziende dei Burlini per il “ripristino ambientale” della cava Forca di Orio Litta: secondo il pm e i suoi periti queste terre contenevano troppi metalli e idrocarburi: per questo ai Burlini ma anche agli imprenditori Valter Sgaravatto di San Martino in Strada e Marco Ciresa di Como, soci e amministratori delle ditte Ecoeuropa e Ciresa (ora fallite con un “buco” complessivo di oltre 20 milioni di euro e a giudizio per responsabilità d’impresa) agli allora funzionari provinciali Claudio Samarati e Damiano Gritti e ai dipendenti del gruppo Burlini Pier Ferrandi, Bassano Arensi e Roberto Cabisto viene contestata la gestione abusiva di rifiuti speciali, sia per le sabbie sia per altre 90mila tonnellate circa di rifiuti costituiti da miscele bituminose.
La terza accusa, di corruzione, invece riguarda funzionari e dipendenti della Provincia di Lodi, tra cui l'ex comandante della polizia provinciale Angelo Ugoni (che invece è stato prosciolto dall'ipotesi di falso ideologico) che avrebbero partecipato a vacanze in Italia e all’estero, dalla Sardegna a Parigi, Praga e Cuba, pagate dalle ditte Ciresa, Ecoeuropa e Waste Consulting Spa, le prime due destinatarie di autorizzazioni o controlli della Provincia. Alcuni avrebbero anche ricevuto costosi regali. Con un’ulteriore contestazione: in alcuni casi i dipendenti e i funzionari avrebbero fatto figurare giornate di lavoro, anche all’esterno della sede della Provincia, invece di usufruire delle ferie, il che configura per la procura truffa aggravata ai danni dello Stato. Risulta alla procura che ad alcuni di questi viaggi abbiano partecipato anche “escort” dell’Est Europa. Da “Rifiutopoli“ è nata anche l'indagine stralcio a carico di un alto ufficiale dell'Arma che in passato avrebbe informato un indagato di attività investigativa. Gli avvocati difensori si riservano la richiesta di riti alternativi alla prima udienza. Istanza possibile solo in vista dell’applicazione dell'indulto: per i fatti avvenuti prima del 2 maggio del 2006, trattandosi per di più di imputati tutti al momento incensurati, potrebbe essere invocato lo “sconto” di tre anni sulle eventuali pene. Un’altra incognita la “prescrizione breve” meditata dal governo Berlusconi, applicabile ai reati di “Rifiutopoli”.
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