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giovedì 5 novembre 2009

L'inricattabile libro stampato

I legali: «Legittimo impedimento per l'udienza sui diritti tv del 16/11». Ma in futuro il premier presenzierà. Il Cav. va alla Fao non al processo. Chiesto il rinvio ai giudici di Milano.
Rassegna stampa - Liberazione, Angela Mauro, 4 novembre 2009.

Parla da almeno una settimana solo attraverso il libro di Bruno Vespa, quello ormai annuale, l'edizione 2009 che si chiama "Donne di cuori". E anche la giornata di ieri non ha fatto eccezione. «Nessuno dispone di armi di ricatto nei miei confronti», dice il premier Silvio Berlusconi in un altro stralcio del libro di Vespa. «Vale per oggi come per il passato. Quando nei miei confronti sono state avanzate rìchieste che secondo il giudizio mio e dei miei legali si configuravano come ricattatorie, mi sono immediatamente rivolto all'autorità giudiziaria...». Il riferimento è al caso Zappadu, il fotografo autore di scatti "proibiti" a Villa Certosa che, prima dell'estate, si diceva fossero nelle mani di agenzie giornalistiche estere. Ma un riferimento implicito c'è anche al caso Marrazzo, dimessosi dalla presidenza della Regione Lazio dopo lo scandalo sui trans. Ma più che per le affermazioni sui ricatti, Berlusconi ieri fa notizia per un'altra iniziativa, sua e dei suoi legali, che dà il senso di quella che sarà la sua strategia nei processi giudiziari che lo riguardano e che ora riprendono dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della Consulta.
Tramite i suoi legali, il Cavaliere ha chiesto il rinvio dell'udienza del processo sui diritti tv di Mediaset prevista per il 16 novembre, nel quale è imputato per frode fiscale. Causa di questo primo "legittimo impedimento" è la partecipazione del presidente del Consiglio al vertice mondiale della Fao che si terrà a Roma proprio in quella data. In apertura dell'udienza, saranno i giudici di Milano ad esprimersi sull'accoglimento della richiesta. Ma Berlusconi fa anche sapere che per il futuro non è intenzionato a calcare la mano sul legittimo impedimento e anzi, scrivono i legali, «ritiene necessaria la sua partecipazione a ogni udienza dibattimentale». Il Cavaliere dunque non si sottrarrà alle convocazioni in tribunale, puntando magari a sfruttarle in chiave mediatica come ha già fatto in passato. Intanto, i suoi recenti attacchi ai magistrati di Milano («comunisti») hanno determinato l'intervento del Csm, che ha aperto pratiche a tutela dei giudici milanesi e anche di quelli di Palermo, impegnati nelle nuove inchieste di mafia e accusati di cospirare contro il presidente del Consiglio.
Torniamo alla "bibbia" di Vespa. Berlusconi se la prende con la sentenza sul lodo Mondadori che condanna Fininvest a risarcire la Cir di De Benedetti con 750milioni di euro. Ipotesi «assurda», dice e racconta che l'operazione gli fu imposta da «Craxi e Andreotti». Poi parla della necessità di andare avanti sulla riforma della giustizia. E incassa anche la solidarietà degli alleati perchè anche Gianfranco Fini, con il solito Vespa, auspica una «grande stagione costituente». Il punto è che «bisogna capire se si punta ad abbreviare i processi oppure le prescrizioni», rispondono dal Pd, segno che il partito a neo-guida bersaniana ancora non riesce ad avere un quadro chiaro su come intendere il rapporto con la maggioranza di governo. Da parte sua, Berlusconi puntualizza l'idea di divisione delle carriere, «tra avvocati dell'accusa e magistrati giudicanti, con due distinti Ordini superiori». Ma il libro di Vespa ripropone i termini dello scontro al calor bianco di qualche mese fa tra Berlusconi e Fini. «Talvolta accade che Berlusconi confonda la leadership con la monarchia assoluta», dice il presidente della Camera nel libro, sebbene, precisa lo stesso Vespa, si tratti di parole pronunciate prima del chiarimento con Berlusconi. Ma il dialogo nel Pdl resta in salita, lo segnala anche la neonata creatura di Miccichè in Sicilia, il gruppo autonomo alla Regione. Con Vespa Fini non si sbilancia sul dopo Berlusconi. «Se ne parlerà quando arriverà. Cosa voglio fare da grande? Invecchiare...». Nel pomeriggio intanto ha avuto da fare con Giulio Tremonti. Un'ora di colloquio alla Camera che magari sarà servito per chiedere spiegazioni al ministro dell'Economia sulla mancanza di coperture finanziarie ai testi in commissione che ha costretto Fini a sospendere i lavori di Montecitorio per una settimana. Oggi altro vertice clou: Fini, Bossi e Berlusconi sulle candidature alle regionali.
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