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martedì 27 ottobre 2009

Il Lodigiano è per Bersani

Più di 9mila persone in provincia hanno partecipato alle primarie, Uggetti commenta: «Segno che vogliamo ripartire».
Pd, Bersani “spopola” nel Lodigiano. Nel capoluogo nemmeno l’“effetto Guerini” salva Franceschini.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 27 ottobre 2009.

Bersani trionfa anche nel Lodigiano. E, come se non bastasse, riesce ad avere la meglio persino nel capoluogo, regno indiscusso di un “franceschiniano” di ferro, il sindaco Lorenzo Guerini. In tutta la provincia, l’ex ministro ha ottenuto il 56,66 per cento dei voti, mentre Franceschini si è fermato a quota 30,65. Marino ha invece collezionato il 12,68 per cento delle preferenze. Nella giornata di domenica, il popolo del Partito democratico è stato chiamato alle urne per eleggere il suo segretario nazionale, un appuntamento che ha decretato la vittoria dell’ex ministro piacentino, già incoronato dagli iscritti durante la fase congressuale. Le file fuori dai seggi, su tutto il territorio nazionale, hanno dimostrato il successo dell’iniziativa. Nel Lodigiano hanno votato 9.093 persone, per un totale di 8.997 schede valide, 42 bianche e 54 nulle.
Bersani ha spopolato nella maggior parte dei comuni, con percentuali che raggiungono quota 70-80 per cento. Turano e Guardamiglio emergono come i centri più “bersaniani” della provincia. Dal canto suo Franceschini ha strappato più consensi a Merlino, Graffignana, Cavenago, Montanaso, Ossago, Salerano e San Fiorano, ma difficilmente è riuscito a superare la soglia del 50 per cento. I seguaci di Marino si concentrano soprattutto a Caselle Landi, Terranova, Borgo San Giovanni e San Colombano, dove le percentuali riescono a valicare il 20 per cento.A Lodi città, invece, si sono presentate ai seggi 2.239 persone. L’ex ministro Bersani ha collezionato il 49,3 delle preferenze, Franceschini il 35,5 per cento e Marino il 15,2.Per quanto riguarda l’elezione del segretario regionale, in Lombardia gli elettori hanno scelto Maurizio Martina. Il giovane politico ha ottenuto nel Lodigiano il 56,80 per cento dei voti, a cui si aggiunge il 28,75 per cento di Fiano e il 14,45 di Angiolini.
«C’è stata una partecipazione straordinaria - commenta Simone Uggetti, referente della mozione vincente -, le primarie si sono rivelate uno strumento efficace, da usare con intelligenza. Questo è un partito che vuole ripartire e che ha elaborato la sconfitta in modo chiaro. Dobbiamo essere all’altezza di coloro che sono andati a votare». Idee condivise anche dagli altri compagni di partito. «Il dato sull’affluenza è estremamente positivo - sottolinea Enrico Brunetti, responsabile insieme a Federico Moro della mozione Franceschini -, un dato che ci rafforza in vista delle prossime amministrative nel comune di Lodi. Abbiamo piena fiducia nel partito e si inizia subito a lavorare. Il sindaco Guerini, punta di diamante della nostra mozione, è entrato a far parte dell’assemblea nazionale». Davide Fenini del Comitato lodigiano per Marino ha espresso soddisfazione per la partecipazione alle primarie e per il fatto che la mozione sia riuscita a raddoppiare i consensi rispetto all’ultima consultazione, a cui avevano partecipato solo gli iscritti.A Lodi c’è chi prende spunto dalle cifre per fare previsioni sulle prossime elezioni. Paolo Colizzi, presidente del consiglio comunale, è rimasto sorpreso dall’affluenza: «Credo che questo coacervo di voti possa far raccogliere attorno al Pd e alla Lista Guerini-Alleanza per Lodi il 38-40 per cento dell’elettorato attivo, poi c’è il resto della coalizione. Ai seggi c’è stato un dialogo diretto con i cittadini, i quali hanno dato anche i loro suggerimenti, spunti che sono stati consegnati al sindaco e che potranno confluire nel programma». I numeri delle primarie suggeriscono dubbi e domande, soprattutto in vista della tornata amministrativa che a marzo coinvolgerà palazzo Broletto. È lecito chiedersi quale peso avrà l’agguerrita squadra di “bersaniani” all’interno del Pd, sicuramente farà pesare le sue scelte sul programma e sui posti nelle liste.A questo punto, però, è spontaneo anche domandarsi che fine farà la componente cattolica del Pd. Vista la presenza massiccia di “bersaniani”, resterà nella squadra o inizierà a prendere le distanze?
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