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martedì 27 ottobre 2009

Ma i problemi veri della gente vera?




Piero Marrazzo ha lasciato stamani la sua abitazione per recarsi in un istituto religioso nei pressi della capitale. Nella struttura religiosa l'ex presidente della Regione Lazio, travolto dallo scandalo di un video che lo ritrae con un trans e Uno dei transessuali implicato nella vicendaricattato da quattro carabinieri finiti in manette, trascorrerà parte della convalescenza dopo che ieri, visitato al Policlinico Gemelli, gli è stato diagnosticato un forte stress psicofisico. Il certificato prevede un periodo di riposo di trenta giorni, periodo che Piero Marrazzo trascorrerà nella struttura religiosa gestita da preti. Marazzo subito dopo la notizia degli arresti e del video era rimasto a casa con la sua famiglia. Ora il trasferimento in una struttura di preti anche, secondo quanto si è appreso, "per permettergli di recuperare un po' di serenità e di equilibrio" (Ansa).
Nessun accertamento della magistratura nei confronti del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. È stato detto oggi in procura dove è stata smentita la voce dell'emissione di un avviso di garanzia. A piazzale Clodio è stata smentita una convocazione per oggi di Marrazzo, anche se non è stato escluso che possa esserci prossimamente per approfondire alcuni aspetti. Il tam tam delle indiscrezioni parlava di un possibile coinvolgimento nelle indagini di Marrazzo sotto il profilo delle dazioni di denaro ai quattro carabinieri accusati di averlo ricattato e per l'uso dell'auto blu per recarsi in via Gradoli. Come indicato nell'ordinanza di custodia cautelare, per il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e per il sostituto Rodolfo Sabelli non ci sono dubbi che a girare il video siano stati i carabinieri Carlo Tagliente e Luciano Simeone e che a loro, oltre ai due colleghi Nicola Testini e Antonio Tamburrini, sia attribuibile la richiesta di danaro a Marrazzo. Quindi nessuna presunta attività corruttiva del Governatore del Lazio, secondo gli inquirenti, ma solo una evidente estorsione. Quanto all'auto di servizio è stato ribadito che Marrazzo poteva disporre del mezzo per qualsiasi suo spostamento (Ansa).
Nessuna indagine su altri due personaggi politici, oltre a Piero Marrazzo, che potrebbero essere stati al centro di ricatti da parte dei quattro carabinieri accusati di infedeltà. È quanto ha precisato la procura di Roma. Da ieri circolano voci sul possibile coinvolgimento di altre due persone nell'attività ricattatoria degli indagati. Circostanza, è stato sottolineato a Piazzale Clodio, che al momento non è emersa e che non fa parte del fascicolo processuale. Semmai dovessero emergere elementi in tal senso, è stato detto, saranno avviate le opportune indagini (Ansa).
Il caso Marrazzo sia "l'occasione per una riflessione seria, dura e al tempo stesso pietosa" sulla "vera questione morale", altrimenti "ne verrà solo altro avvilimento e incattivimento" in cui "si distoglie amoralmente lo sguardo dai problemi veri della gente vera". Lo scrive oggi Avvenire, il quotidiano dei vescovi, in un editoriale firmato da Davide Rondoni. "Se davvero la 'questione morale' fosse un momento per guardarsi in faccia, anche con le proprie debolezze, allora forse la politica e i suoi teatri ne riceverebbero una nuova tensione positiva, e un'aria meno ammalata", scrive il giornale della Cei. "Dovremmo discutere su quali sono i reali argini alla debolezza morale'', prosegue l'articolo, accostando la vicenda del governatore del Lazio e quella che portò alle dimissioni l'ex direttore dell'Avvenire, Dino Boffo: "E dovremmo discutere anche su perché accade che mentre qualcuno viene 'massacrato' e fatto fuori sui giornali sulla base di carte false, intorno ad altri, persino immortalati in video sgradevoli, scattano strani meccanismi di solidarietà e di protezione ad alto livello". Se non si torna alla vera questione morale "dove politici, uomini dello Stato e massa media non lavorano per sfasciare la gente", "proseguendo un periodo cupo e pazzo in cui in nome della morale fai-da-te o improvvisamente riscoperta - conclude Avvenire -, si distoglie amoralmente lo sguardo dai problemi veri della gente vera e si aprono le porte ai modi più feroci e distruttivi di lotta" (Asca).
Si rincorrono voci sulle prossime dimissioni del presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, che potrebbe abbandonare definitivamente l'incarico di governatore già nella giornata di oggi. Al momento, però, le indiscrezioni non trovano alcuna conferma ufficiale (Adnkronos).
"Marrazzo si dimetta e poi si trovi semmai in Parlamento il modo di rinviare le elezioni nel Lazio. Evitiamo le furbate alla Berlusconi". Antonio Di Pietro, a margine di una conferenza stampa congiunta con Paolo Ferrero per lanciare una manifestazione nazionale contro il governo Berlusconi, affronta il caso Marrazzo e sottolinea che il governatore del Lazio deve dimettersi e propone che il Parlamento approvi un provvedimento per rinviare le elezioni in modo che si possano svolgere insieme alla tornata elettorale delle Regionali a marzo (Adnkronos).
"Ai tempi della Prima Repubblica eravamo più prudenti". Così parla il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga durante la registrazione di Otto e mezzo che è andata in onda ieri sera alle 20.30 su LA7 commentando lo scandalo che ha coinvolto Piero Marrazzo. "Non credo alla teoria del complotto - ha affermato - così come escludo che i servizi segreti siano stati capaci di creare danni a Berlusconi e a Marrazzo". E afferma: "Conosco Marrazzo e non riesco a capire perché si sia messo nelle mani di queste, o questi, e nelle mani della sua scorta. Penso che quanto a imprudenza lui e Berlusconi se la battano quasi alla pari". E, chiamato a fare un confronto tra la vicenda che ha coinvolto il presidente della regione Lazio e il premier Berlusconi, dice: "Basta prendere il manuale del confessore per vedere che tutti e due hanno commesso lo stesso reato contro l'impurità, cioè hanno disobbedito al sesto comandamento". E citando il testo afferma: "Per carità, non auguro certo contro il presidente Marrazzo la vendetta di Dio!". Quanto alla coincidenza dell'esplosione del caso Marrazzo con le primarie del Pd, Cossiga sottolinea: "Erano cose accadute a luglio e solo dopo quattro mesi di indagine la magistratura ha dato ordine di arresto. Per quattro mesi li hanno protetti, probabilmente non saranno stati contenti di dover prendere questi provvedimenti alla vigilia delle primarie del Pd e non molto lontano dalle regionali". E relativamente ai carabinieri estorsori afferma: "Si tratta esattamente di questo: quattro mele marce. Quattro mele marce su 120 mila, che sono i carabinieri dell'Arma, non vanno d'accordo neanche con la teoria della probabilità" (Asca).
Dopo aver smentito l'esistenza di un'inchiesta sull'ex governatore della regione Lazio, Piero Marrazzo, l'avvocato Luca Petrucci ha chiarito che l'esponente politico "apprezzò" la telefonata di Silvio Berlusconi. All'inizio della scorsa settimana, quando l'inchiesta non era ancora esplosa, Berlusconi aveva avvertito Marrazzo dell'esistenza di un video chiarendo però che i giornali del gruppo Mondadori non l'avrebbero diffuso (Asca).
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