Una lotta per non cedere alla logica di imprenditori rapaci.
Agosto, il mese dei blitz. Di solito i Governi aumentano la benzina, così giusto perché nessuno o in pochi possono protestare. Agosto è anche il mese in cui nella moderna Lombardia si compie una battaglia forse tipica di altri tempi, un film in bianco e nero o che, forse, presto torneremo a vedere a colori. Nel mese in cui le persone sono spesso in vacanza alla Innse di Milano la lotta dei lavoratori della storica azienda milanese sono arrivati al culmine delle loro lotte. Il quattro agosto cinque di loro, tra cui il lodigiano Massimo, hanno passato la notte, la loro notte estiva, sul “carro ponte” della loro azienda, quale segno di estrema protesta. Hanno voglia di tornare a lavorare e non vogliono cedere alla logica di imprenditori rapaci che preferiscono speculare sullo smembramento (vicenda Polenghi docet) dei macchinari piuttosto che lasciare che l’azienda possa tornare ad operare nelle mani di persone disponibili a investire non sul capitale finanziario ma su quello umano. In questi giorni, rivolgiamo il pensiero anche ai lavoratori della Innse che stanno facendo una dura, strenua romantica battaglia semplicemente per non avere il rimorso di non aver provato a difendere il loro sacrosanto posto di lavoro. E se ci capita di passare in via Rubattino a Milano, non voltiamoci dall’altra parte magari infastiditi dalla coda generata dal presidio dei lavoratori davanti alla Innse ma fermiamoci ad esprimere una “umana” solidarietà.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.