Un mese. È il tempo che la Regione Lombardia dà alla provincia di Lodi per rifare daccapo il suo Piano rifiuti, pena il commissariamento. La bocciatura del piano adottato dall’amministrazione uscente guidata da Lino Osvaldo Felissari era già stata comunicata verso la fine di luglio: ieri, la giunta regionale ha approvato la diffida attraverso la quale palazzo San Cristoforo è ufficialmente esortato ad adottare una serie di prescrizioni entro 30 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia, che avverrà probabilmente tra martedì e mercoledì. Quali? «Sicuramente a livello cartografico e sicuramente sulle quantità di alcune tipologie di rifiuti, che non collimano con le nostre stime sulle produzioni - spiega l’assessore regionale all’ambiente, Massimo Buscemi -. Non è stato previsto come smaltire inerti e speciali: la precedente amministrazione ha sbagliato e adesso il piano va rimandato, modificato, con l’obbligo a rispettare le prescrizioni segnalate. Dal momento in cui verrà pubblicata sul Burl la provincia avrà 30 giorni di tempo: se no ci sarà il commissariamento». L’assessore ci tiene a sottolineare che quello del Pirellone «non è un atto d’imperio, ma un atto dovuto verso un piano adottato in maniera errata dalla precedente amministrazione». Porte aperte alle “correzioni” della giunta Foroni, insomma: a partire dalla nuova “partita” aperta da palazzo San Cristoforo, ampliare la discarica di Cavenago e ovviare così alle nette differenze sugli inerti rilevate dalla Regione. Nel suo Piano Rifiuti, infatti, la giunta Felissari aveva stimato di dover smaltire 300mila tonnellate di inerti, cifra ben lontana dai 2 milioni previsti dal Pirellone e che obbligherebbero il Lodigiano ad attrezzarsi per lo smaltimento dei restanti 1,7 milioni di tonnellate; lo stesso quantitativo, casualmente, garantito dalla osteggiata discarica di Senna. «L’ampliamento di Cavenago? Il piano non lo prevedeva, è una possibilità, ma deve essere chiaro che non c’entra con la discarica di Senna - replica Buscemi -: la discarica è sotto vincolo dell’assessorato all’Urbanistica per le valutazioni paesaggistiche». L’ultima considerazione è condivisa dal presidente della Provincia Pietro Foroni, che pure indica nel possibile ampliamento di Cavenago “una carta in più” contro la discarica di Senna e si confessa “tranquillo” sul futuro del Piano rifiuti: «Ci siamo già portati avanti e ho sentori positivi - conferma -. La diffida sarà l’occasione per mettersi al tavolo della Regione e affrontare tutti gli aspetti, è accaduto anche ad altre province. Se dovesse arrivare un commissario peraltro potrei essere io: per ottobre credo di poter sistemare tutto».
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sabato 8 agosto 2009
La guerra dei rifiuti (III)
Piano rifiuti, ultimatum dalla Regione: la Provincia ha un mese per riscriverlo.
Rassegna stampa - Alberto Belloni, Il Cittadino di oggi.
Un mese. È il tempo che la Regione Lombardia dà alla provincia di Lodi per rifare daccapo il suo Piano rifiuti, pena il commissariamento. La bocciatura del piano adottato dall’amministrazione uscente guidata da Lino Osvaldo Felissari era già stata comunicata verso la fine di luglio: ieri, la giunta regionale ha approvato la diffida attraverso la quale palazzo San Cristoforo è ufficialmente esortato ad adottare una serie di prescrizioni entro 30 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia, che avverrà probabilmente tra martedì e mercoledì. Quali? «Sicuramente a livello cartografico e sicuramente sulle quantità di alcune tipologie di rifiuti, che non collimano con le nostre stime sulle produzioni - spiega l’assessore regionale all’ambiente, Massimo Buscemi -. Non è stato previsto come smaltire inerti e speciali: la precedente amministrazione ha sbagliato e adesso il piano va rimandato, modificato, con l’obbligo a rispettare le prescrizioni segnalate. Dal momento in cui verrà pubblicata sul Burl la provincia avrà 30 giorni di tempo: se no ci sarà il commissariamento». L’assessore ci tiene a sottolineare che quello del Pirellone «non è un atto d’imperio, ma un atto dovuto verso un piano adottato in maniera errata dalla precedente amministrazione». Porte aperte alle “correzioni” della giunta Foroni, insomma: a partire dalla nuova “partita” aperta da palazzo San Cristoforo, ampliare la discarica di Cavenago e ovviare così alle nette differenze sugli inerti rilevate dalla Regione. Nel suo Piano Rifiuti, infatti, la giunta Felissari aveva stimato di dover smaltire 300mila tonnellate di inerti, cifra ben lontana dai 2 milioni previsti dal Pirellone e che obbligherebbero il Lodigiano ad attrezzarsi per lo smaltimento dei restanti 1,7 milioni di tonnellate; lo stesso quantitativo, casualmente, garantito dalla osteggiata discarica di Senna. «L’ampliamento di Cavenago? Il piano non lo prevedeva, è una possibilità, ma deve essere chiaro che non c’entra con la discarica di Senna - replica Buscemi -: la discarica è sotto vincolo dell’assessorato all’Urbanistica per le valutazioni paesaggistiche». L’ultima considerazione è condivisa dal presidente della Provincia Pietro Foroni, che pure indica nel possibile ampliamento di Cavenago “una carta in più” contro la discarica di Senna e si confessa “tranquillo” sul futuro del Piano rifiuti: «Ci siamo già portati avanti e ho sentori positivi - conferma -. La diffida sarà l’occasione per mettersi al tavolo della Regione e affrontare tutti gli aspetti, è accaduto anche ad altre province. Se dovesse arrivare un commissario peraltro potrei essere io: per ottobre credo di poter sistemare tutto».
Un mese. È il tempo che la Regione Lombardia dà alla provincia di Lodi per rifare daccapo il suo Piano rifiuti, pena il commissariamento. La bocciatura del piano adottato dall’amministrazione uscente guidata da Lino Osvaldo Felissari era già stata comunicata verso la fine di luglio: ieri, la giunta regionale ha approvato la diffida attraverso la quale palazzo San Cristoforo è ufficialmente esortato ad adottare una serie di prescrizioni entro 30 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia, che avverrà probabilmente tra martedì e mercoledì. Quali? «Sicuramente a livello cartografico e sicuramente sulle quantità di alcune tipologie di rifiuti, che non collimano con le nostre stime sulle produzioni - spiega l’assessore regionale all’ambiente, Massimo Buscemi -. Non è stato previsto come smaltire inerti e speciali: la precedente amministrazione ha sbagliato e adesso il piano va rimandato, modificato, con l’obbligo a rispettare le prescrizioni segnalate. Dal momento in cui verrà pubblicata sul Burl la provincia avrà 30 giorni di tempo: se no ci sarà il commissariamento». L’assessore ci tiene a sottolineare che quello del Pirellone «non è un atto d’imperio, ma un atto dovuto verso un piano adottato in maniera errata dalla precedente amministrazione». Porte aperte alle “correzioni” della giunta Foroni, insomma: a partire dalla nuova “partita” aperta da palazzo San Cristoforo, ampliare la discarica di Cavenago e ovviare così alle nette differenze sugli inerti rilevate dalla Regione. Nel suo Piano Rifiuti, infatti, la giunta Felissari aveva stimato di dover smaltire 300mila tonnellate di inerti, cifra ben lontana dai 2 milioni previsti dal Pirellone e che obbligherebbero il Lodigiano ad attrezzarsi per lo smaltimento dei restanti 1,7 milioni di tonnellate; lo stesso quantitativo, casualmente, garantito dalla osteggiata discarica di Senna. «L’ampliamento di Cavenago? Il piano non lo prevedeva, è una possibilità, ma deve essere chiaro che non c’entra con la discarica di Senna - replica Buscemi -: la discarica è sotto vincolo dell’assessorato all’Urbanistica per le valutazioni paesaggistiche». L’ultima considerazione è condivisa dal presidente della Provincia Pietro Foroni, che pure indica nel possibile ampliamento di Cavenago “una carta in più” contro la discarica di Senna e si confessa “tranquillo” sul futuro del Piano rifiuti: «Ci siamo già portati avanti e ho sentori positivi - conferma -. La diffida sarà l’occasione per mettersi al tavolo della Regione e affrontare tutti gli aspetti, è accaduto anche ad altre province. Se dovesse arrivare un commissario peraltro potrei essere io: per ottobre credo di poter sistemare tutto».
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