FATTI E PAROLE

Foglio virtuale quotidiano di Brembio e del suo territorio

http://www.fattieparole.info

Si può leggere l'ultimo numero cliccando sopra, sull'immagine della testata o sul link diretto, oppure cliccando qui.
Ogni nuovo numero esce nelle ore serali, ma dopo le 12.00 puoi già leggerlo mentre viene costruito cliccando qui.

FATTI E PAROLE - ARCHIVIO
www.fattieparole.eu

La parola al lettore

Le tue idee, opinioni, suggerimenti e segnalazioni, i tuoi commenti, le tue proposte: aiutaci ad essere un servizio sempre migliore per il nostro paese.

Puoi collaborare attivamente con noi attraverso questo spazio appositamente predisposto - per accedere clicca qui - o anche puoi scriverci cliccando qui.

mercoledì 19 agosto 2009

L'aumento di nidi privati segnala un bisogno

Cristina Vercellone su Il Cittadino di oggi ci dice che i nidi privati nel Lodigiano hanno una crescita superiore anche alla media nazionale: pure le rette sono elevate e il pubblico dovrebbe fare qualcosa in più.
Nidi privati, in provincia è un boom.
In un anno gli spazi per i piccoli sono aumentati del 50 per cento.
Rassegna stampa.

Boom di asili nido privati. In provincia di Lodi sono cresciuti del 50 per cento circa in un anno, più che nelle altre province lombarde. Solo Lecco e Pavia con un più 42 e 26,7 per cento hanno segnato una crescita discreta. Ma Lodi, con le sue 9 strutture, è in cima alla classifica, superando anche la media nazionale che si attesta su una variazione del 13 per cento.
I dati sono quelli elaborati dalla Camera di commercio di Milano. In Lombardia, le imprese per l’infanzia, in un anno, sono cresciute del 12,8 per cento, passando da 549 del 2008 a 619 del 2009. Gli asili privati lodigiani rappresentano l’1,5 per cento di quelli lombardi, lo 0,3 di quelli italiani. Resta invariato e fermo a 4, invece, il numero delle scuole materne. In calo, invece, del 7,7 per cento, il settore del commercio al dettaglio di prodotti per bambini e neonati. Per quest’ultimo aspetto, infatti, Lodi è la provincia dove il settore ha registrato sintomi di crisi più forti. I negozi per l’infanzia del Lodigiano rappresentano l’1,7 per cento di quelli lombardi, lo 0,2 di quelli nazionali.
Se gli asili nido privati però crescono, crescono anche le tariffe per le famiglie. La media della retta più alta, infatti, supera i 700 euro. In quelli comunali, invece, la tariffa varia dal reddito della famiglia: si va da un minimo di 80 a un massimo di 585 euro. Per quanto concerne la flessibilità degli orari, però, il privato riesce ancora a garantire un’offerta più vasta rispetto alle strutture comunali. Secondo l’assessore ai servizi sociali del comune di Lodi, Silvana Cesani, manca una politica nazionale che consenta alle amministrazioni comunali di ampliare l’offerta. «Il bisogno da parte delle famiglie è aumentato - spiega Cesani -. Tanti anni fa l’asilo nido era l’ultima spiaggia, c’erano i nonni e la famiglia allargata. Poi i nidi pubblici sono diventati servizi di carattere educativo, le mamme hanno iniziato a lavorare fuori casa e le famiglie si sono rimpicciolite. La richiesta di inserimento all’asilo però, da bisogno si è trasformata anche in una scelta. È stato dimostrato, infatti, che laddove si lavora bene anche per il bambino l’asilo è un'offerta educativa importante, oltre che una sicurezza per i genitori».
L’offerta pubblica, nel Lodigiano, è rimasta uguale negli anni e di conseguenza sono fiorite le iniziative imprenditoriali. «Secondo me - ammette l’assessore - bisognerebbe aumentare il numero dei posti negli asili nido pubblici. Ci vorrebbe una legge nazionale che permettesse di aprire strutture e dare risposte pubbliche più complessive. Il finanziamento per la gestione dei nidi pubblici, invece, è molto ridotta. Manca la cultura della crescita e della cura dei bambini piccoli. Penso sia importante che ci siano delle risposte di fronte a dei bisogni emergenti. Ci vorrebbero però dei fondi dello Stato dedicati alla cura e alla crescita dei minori, anche per mettere in rete tutte le esperienze. Oggi è impossibile. Il privato può gestire l’attività come vuole. Fortunatamente hanno almeno degli standard da rispettare».
A luglio gli asili comunali di Lodi contavano circa una trentina di famiglie in lista d’attesa. «Al momento della chiamata però - aggiunge Cesani -, succede sempre così, la lista d’attesa viene scremata. Le famiglie, infatti, pur di vedersi assicurato un posto iscrivono i bambini dappertutto. Nel nido pubblico la retta è più adeguata alle finanze delle famiglie». L’assessore lamenta «il taglio di risorse dal fondo nazionale minori, nell’ultima finanziaria. Quella dell’asilo - ribadisce - è una risposta fondamentale che l’ente pubblico deve dare alle famiglie. Poi il pubblico è una garanzia. A parte le strutture di Lodi, conosco anche quelle degli altri comuni. Sono garantiti orari di lavoro, standard di rapporti tra educatrici e bambini e standard strutturali rispetto a giochi e attrezzature. Su questi aspetti il controllo è molto ferreo. Dal punto di vista della qualità, la certificazione è sotto gli occhi di tutti. Anche i nostri due asili hanno ottenuto la certificazione. In qualsiasi momento possono dimostrare la loro validità».
Condividi su Facebook

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.