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martedì 11 agosto 2009

Il sole d'agosto talvolta fa male

Lega: Zaia, fiction rai e canale radio in dialetto.

"Capri in napoletano, Il Commissario Montalbano in siciliano, Gente di Mare in calabrese, Nebbie e Delitti in emiliano, Cuori rubati in piemontese, Un caso di coscienza in friulano. La Lega esorta la Rai a mandare in onda le fiction di grande ascolto in dialetto con i sottotitoli, oppure per chi ha la televisione in digitale, di aggiungere al canale audio anche la versione dialettale". È questa la proposta – come l’agenzia AGI ci dice - di Luca Zaia, ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ospite della trasmissione Tv Klauscondicio condotta da Klaus Davi. "Potrebbe essere davvero un bel servizio - aggiunge il ministro - la fiction deve essere un canale anche attraverso il quale viene promossa la cultura regionale. Abbiamo la necessità di nobilitare tutte le lingue locali. Usare il canale delle fiction - prosegue Zaia - può essere un modo per trasmettere gli idiomi alle generazioni più giovani che non hanno avuto modo di apprenderli con canali media tradizionali". Così anche per la radio. "Abbiamo tanti canali Radio Rai - prosegue ancora - direi che in generale ci vorrebbe proprio un piano strategico per la valorizzazione delle lingue. Sarebbe bello se uno dei canali radiofonici fosse interamente dedicato a tutti i dialetti d'Italia con rigorosa par condicio regionale. La radio è uno strumento sottovalutato dalla comunicazione televisivo-dipendente, in realtà - conclude - può essere un formidabile strumento culturale per valorizzare la cultura italiana e regionale in tutte le sue articolazioni".

Pdl: Bocchino, proposta Zaia di fiction in dialetto è fesseria.

"La proposta di Zaia sulle fiction in dialetto con sottotitoli in italiano è un'autentica fesseria da catalogare nelle boutade estive della Lega senza alcuna possibilità di applicazione. La fiction deve promuovere e rappresentare la cultura nazionale e raccontare la storia di una grande nazione qual è l'Italia". È la replica di Italo Bocchino, vicepresidente vicario gruppo Pdl Camera.

Nota. Sarebbe interessante conoscere se il ministro Zaia o più in generale i leghisti, si siano mai posti il problema di censire le diverse lingue locali che sono parlate nella sola Lombardia. È vero che il lombardo, con alcune eccezioni, ha stessa struttura e lessico simile ovunque, ma la parlata locale di Bergamo è diversa da quella di Milano, diversa da quella di Brescia, di Cremona, per non dire di Crema che ha tutta una sua caratteristica particolare derivante dalla sua storia. Questo per rimanere alle città, dove per di più singole zone hanno varianti della stessa parlata. Quando si parla di lingua lombarda i leghisti dovrebbero dirci quale intendono sia per loro. Quella di Varese, quella di Bergamo, quella di Milano? E poi chiedano se tutti se la sentono di modificare il proprio "dialetto" in bergamasco, varesotto o milanese. Mica siamo figli della serva noi brembiesi, se la Rai trasmettesse in dialetto, noi vorremmo sentire i programmi nel nostro.

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