Ancora un articolo che riguarda Casalpusterlengo, tratto da
Il Cittadino di oggi.
Locatelli: «Agevolazioni agli imprenditori per mantenere le attività in città».
La ricetta anti-crisi della giunta: «Blocchiamo le aziende in fuga».
Rassegna stampa.
Scende in campo direttamente il neosindaco Flavio Parmesani per combattere la grave crisi occupazionale che attanaglia l’intera Bassa con diverse e importanti aziende in crisi che minacciano di ricorrere a casa integrazione e licenziamento dei lavoratori.
«Nei giorni scorsi insieme al presidente della provincia di Lodi Pietro Foroni - spiega Parmesani- abbiamo avuto un incontro con i vertici aziendali della Lever di Casalpusterlengo. Abbiamo avuto anche altri incontri di lavoro con imprenditori privati interessati a nuovi insediamenti industriali, e quindi a portare nuovi posti di lavoro, in zona Lever. Lavoriamo in coordinamento con l’onorevole Andrea Gibelli, presidente della commissione camerale per le attività produttive, proprio per favorire e dare spazi a nuove realtà che vogliono operare nel nostro territorio. Sono insediato, e come me il presidente provinciale, da poco più di un mese, ma credo che si possa fare qualcosa di concreto per l’occupazione nel basso lodigiano. Le premesse ci sono ora occorre attendere la concretizzazione dei progetti».
Problemi occupazionali di un territorio che nascono da lontano secondo Nicola Locatelli, fondatore del Club Liberal provinciale lodigiano nonché consigliere comunale casalese che ribadisce: «I problemi occupazionali a Casalpusterlengo non nascono oggi ma sono il frutto di una politica municipale sbagliata e tergiversante nei confronti della classe imprenditoriale». Locatelli fa un’analisi dettagliata di cause e mancati interventi negli anni passati che hanno portato a questa conseguenza finale. «A Casalpusterlengo - sostiene l’esponente di centro destra - va registrata una stasi di tipo politico territoriale ed imprenditoriale che dura da oltre un decennio e che ha portato di fatto ad una “fuga” di realtà produttive verso altre località, come per esempio Codogno. Nel polo industrial-artigianale della Mirandolina almeno il 40 per cento delle attività fanno capo a casalesi “emigrati” per non avere avuto garanzie e facilitazioni all’insediamento. Occorre ridare fiducia agli imprenditori ed agevolare nuovi insediamenti per “invertire” una tendenza occupazionale negativa del nostro territorio municipale».
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