Innse, il prefetto di Milano: ''Manca poco per la chiusura della trattativa''.
"Domani sarà la giornata giusta - dice con ottimismo il prefetto - È una trattativa complicata dove ci sono ancora approfondimenti da fare". I nodi da sciogliere riguardano soprattutto il prezzo. "C'è una piccola distanza. Bisogna vedere - chiarisce - l'offerta che viene fatta". Più facili da risolvere, forse, le trattative che riguardano la vendita dei macchinari e l'affitto dell'intera area in cui si trova lo stabilimento. I dubbi, in questo caso, riguardano il cambio di destinazione d'uso che sarebbe stato richiesto ai nuovi proprietari. Ad avanzare l'offerta oltre al gruppo Camozzi ci sarebbe una cordata di imprenditori lombardi rappresentati dal legale Claudio Tatozzi.
In prefettura, intanto, continua il viavai degli interlocutori coinvolti nella trattativa. Per ben due volte il proprietario Silvano Genta ha incontrato i nuovi acquirenti. "Di solito quando le cose si prolungano - dice il prefetto - significa che proseguono. Se stiamo continuando è perché abbiamo la speranza di finire". L'intermediario disposto a rilevare la Innse è ora impegnato al tavolo delle trattative con la Aedes, poi intorno alle 10 è atteso un incontro con i sindacati per mostrare l'accordo che potrebbe essere stato raggiunto e che potrebbe convincere i «gruisti» a scendere dal carro ponte su cui «vivono» da ormai sei giorni.
Intanto, da Milano a Roma, sette operai della ditta di lavorazione di premiscelati per l'edilizia Cim sono saliti questa mattina su una torre di lavorazione alta circa 50 metri a Marcellina, in provincia di Roma. Gli operai protestano contro la possibile chiusura dell'azienda che potrebbe perdere la concessione del terreno. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Tivoli, diretti dal comandante Emanuele Meleleo.
A quanto mi consta una dichiarazione di interesse è stata rivolta alla società proprietaria dell'area, la quale ha segnalato a Regione Lombardia, in termini generali e succinti, l'esistenza di una manifestazione di interesse. Tra l'altro rilevo che una dichiarazione di interesse all'acquisto di una azienda andrebbe rivolta alla proprietà dell'azienda stessa e non alla proprietà dell'area".
"Evidentemente Regione Lombardia - ha comunque ribadito Formigoni - è sempre stata e continua ad essere disponibile a svolgere i suoi doveri e compiti, anche con un di più di iniziativa e di generosità, ma sempre nell'ambito delle sue competenze. Cosa che ha fatto in tutto questo periodo".
"Voglio anche smentire - ha aggiunto Formigoni - l'altra affermazione circolata, e cioè che non è stata finora ricevuta la delegazione sindacale. La verità è che Regione Lombardia ha aperto un Tavolo, il vicepresidente e assessore al Lavoro Gianni Rossoni vi ha partecipato, almeno in due riunioni, su mia delega, con le Rsu e le proprietà dell'area e dell'azienda, per verificare possibili soluzioni. In effetti erano sembrati appalesarsi imprenditori disponibili all'acquisizione, ma poi queste disponibilità sono scomparse. Nonostante la conseguente chiusura dei Tavoli formali, Rossoni ha comunque continuato a mantenere le relazioni utili e necessarie con le parti in causa".
"L'assenza però di un interesse vero all'acquisizione - ha chiarito ancora Formigoni - ha portato alla decisione del giudice, che conosciamo: siamo in presenza di un mandato preciso della Magistratura di Milano, cui il prefetto ha dato ottemperanza. Dunque - ha concluso Formigoni - Regione Lombardia è certamente sempre disponibile, ha fatto tutto quanto era suo dovere e anche più, è disponibile e pronta a farlo anche in futuro, ma in questo momento non ha poteri di interferenza con le decisioni della Magistratura e con le iniziative conseguenti del prefetto".
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