Branco di cani randagi. Si pensa all’abbattimento.
Rassegna stampa.
Dalla fine della scorsa settimana l’oasi Monticchie, che si estende per circa 25 ettari con una fascia di rispetto di altri 214 ettari ed è riconosciuta anche «sito naturalistico protetto» a livello europeo, è stata dichiarata inaccessibile con una ordinanza emessa dal sindaco Pier Giuseppe Medaglia. Ciò dopo che due agricoltori, in due differenti circostanze, sono stati avvicinati con fare minaccioso da un gruppo di cinque cani di media-grossa taglia (tra cui un pastore tedesco) e sono stati costretti alla fuga. Il branco, a quanto pare, si sposta rapidamente tra l’oasi, la Cascina Colombara ed il confine con la linea Tav. «È una zona molto vasta - evidenzia il dottor Granata - ed i primi tentativi di cattura sono andati a vuoto. Ora è la Polizia provinciale ad avere il coordinamento delle operazioni. Noi possiamo fornire un supporto di tipo tecnico. Di certo questo è diventato un problema di pericolo pubblico. Dal nostro punto di vista le soluzioni potrebbero essere quella di somministrare sedativi (o sparati da distanza con fucili o inseriti all’interno di bocconi prelibati), oppure in “extrema ratio” quella di abbatterli. La decisione finale però, in questo senso, spetterebbe al sindaco di Somaglia». Negano invece di avere in mano il coordinamento delle operazioni i vertici della Polizia provinciale. «La competenza spetta a Comune e Asl - dicono -. La Provincia ha competenza solo sulla fauna selvatica e non sugli animali domestici. Proprio stamattina (ieri per chi legge, ndr) ci è sopraggiunta una richiesta ufficiale per svolgere attività di supporto volta a localizzare il branco e noi abbiamo dato la nostra disponibilità». Ieri pomeriggio c’è stato un ulteriore confronto tecnico.
«Abbiamo stabilito - riferisce il sindaco Medaglia - di contattare alcune ditte specializzate per posizionare nella Riserva alcune gabbie con esche. Personalmente non escludo a priori l’ipotesi degli abbattimenti, solo dopo però che saranno esperiti tutti gli altri tentativi. L’oasi dovrà tornare ad essere fruibile in totale sicurezza».
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