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mercoledì 15 luglio 2009

Documento Anci di Cernobbio

Pubblichiamo l’ordine del giorno approvato a Cernobbio all'unanimità dal Consiglio Nazionale ANCI, riunito a Cernobbio il 10 luglio, nell'ambito della IX Conferenza nazionale dei Piccoli Comuni.

Il Consiglio Nazionale, riunitosi a Cernobbio il 10 luglio 2009
-- Considerato che l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ritiene strategico per il futuro dell’Italia il rinnovamento del sistema istituzionale al fine di adeguarlo alle esigenze di una società in continuo mutamento, ai bisogni nuovi e crescenti dei cittadini e delle comunità.
-- Ritenuto che l’efficienza, la capacità di governo, la responsabilità e l’autorevolezza delle Istituzioni siano beni primari da rafforzare attraverso una razionalizzazione dell’assetto istituzionale che consenta: una migliore individuazione della titolarità delle funzioni e delle relative responsabilità per innalzare la qualità dell’azione amministrativa e l’efficienza dei servizi; un raccordo ben funzionante ed efficace fra i livelli di governo tale da garantire la capacità di mediare gli interessi dei territori nel costante perseguimento dell’interesse generale; una equa e razionale distribuzione delle risorse pubbliche che aiuti un sano sviluppo del Paese e miri ad una riduzione del prelievo fiscale complessivo; una attenta individuazione dei fini pubblici e degli strumenti e dei mezzi per conseguirli.
-- Affermato che è indispensabile determinare e salvaguardare le condizioni politiche ed istituzionali che favoriscano da un lato l’attuazione equilibrata e condivisa della riforma costituzionale in senso federale e dall’altro il suo completamento attraverso un nuovo processo di revisione costituzionale.
-- Valutata favorevolmente l’approvazione della legge sul federalismo fiscale e attesa un immediata attuazione da parte del Governo degli adempimenti necessari per avviare il lavoro di stesura dei decreti legislativi e l’insediamento delle sedi di governance stabilite dalla legge, nonché l’istituzione da parte dei Presidenti dei due rami del Parlamento della Commissione preposta al confronto e alla verifica dell’attuazione federalismo fiscale.
-- Ribadito che la coerente e completa attuazione del federalismo fiscale richiede una rapida definizione normativa del quadro di funzioni amministrative dei Comuni e delle Città metropolitane, anche ai fini della congrua quantificazione delle risorse finanziarie per esercitarle, da assegnare in modo stabile e diretto, al fine di realizzare i principi di autonomia e di responsabilità e di garantire l’invarianza della pressione fiscale e la sua graduale riduzione.
-- Visto l’ordine del giorno approvato il 7 maggio dal Comitato Direttivo, in cui l’Associazione manifestava le prime considerazioni sulla bozza di schema di disegno di legge recante “Disposizioni in materia di organi e funzioni degli enti locali, semplificazione e razionalizzazione dell’ordinamento e carta delle autonomie” pervenuta dal Governo, nonché gli indirizzi generali di politica istituzionale tesi a enunciare gli obiettivi fondamentali di riforma del sistema dei Comuni italiani così sintetizzabili: A) principio di sussidiarietà, che in virtù dell’art. 118 Cost, significa attribuire ai Comuni la titolarità generale delle funzioni amministrative e gestionali, quale base istituzionale più vicina ai cittadini; B) principio di trasparenza, che significa consentire alla società e ai cittadini un adeguato controllo democratico sull’esercizio del potere pubblico, sulla qualità dei servizi e sull’uso e destinazione delle risorse; C) principio di differenziazione, che significa riconoscere che i Comuni non sono tutti eguali sul piano dei compiti, poteri, strumenti, assetti organizzativi, risorse, valorizzandone anche il potere normativo e di auto-organizzazione; D) principio di adeguatezza che significa sostenere la gestione associata delle funzioni nei Comuni di minor dimensione demografica, prevedendo a livello nazionale un unico modello di gestione associata plurifunzionale delle competenze comunali sulla base dell’esperienza delle Unioni di Comuni e eliminando la confusione di enti associativi diversi e costosi, anche nei territori montani; E) principi di semplificazione e di razionalizzazione che significa eliminare sovrapposizioni o duplicazioni di competenze fra enti diversi; F) principio di contenimento dei costi della pubblica amministrazione ottimizzando la dislocazione delle risorse pubbliche, riducendo il numero dei centri di spesa, abolendo e vietando enti di vario tipo di gestione delle funzioni istituzionali.
Il Consiglio Nazionale,
preso atto che in questa fase risulta ancora in corso il concerto all’interno del Governo sui contenuti del provvedimento avente la disciplina delle funzioni e degli organi degli enti locali e sottolineato che siamo in presenza di una prospettiva di riforma del sistema dei Comuni di portata innovativa storica e quindi di profonda trasformazione del modo di essere e di operare degli stessi, in particolare per quanto riguarda i piccoli Comuni che vengono chiamati ad una sfida che essi intendono cogliere da protagonisti con piena consapevolezza in un quadro di garanzie certe e solide;
chiede
-- che sul progetto di riforma si apra un confronto e un dialogo caratterizzato da una costante interlocuzione, in modo da iniziare l’esame in sede di Conferenza unificata con una prima condivisione dei punti qualificanti, condivisione che si ritiene indispensabile affinchè la stessa riforma possa concretamente attuarsi ed avere successo, condivisione che può realizzarsi attraverso una comune assunzione di responsabilità da parte di tutti i livelli di governo e grazie alla capacità di far prevalere l’interesse generale ad un armonico assetto istituzionale;
-- che pertanto trovi applicazione lo stesso metodo praticato in sede di stesura del provvedimento relativo al federalismo fiscale, ossia un costante dialogo che ha consentito di definire un punto di mediazione accettabile poi tradotto nei principi e criteri direttivi della legge delega , che certamente andrà verificato in sede di stesura dei decreti legislativi;
-- che si realizzi inoltre una costante circolarità fra Governo, Parlamento e Autonomie territoriali che garantisca una completa e soddisfacente attenzione verso le ragioni e le proposte dei Comuni in considerazione della grande rilevanza del provvedimento per il futuro istituzionale e politico di questi enti.
Il Consiglio Nazionale dell’Anci si impegna
-- Concordati gli obiettivi comuni con lo Stato, Regioni e Province, a dare il totale sostegno e la massima leale collaborazione nella fase complessa di elaborazione e di attuazione della nuova cornice normativa, guidando i Comuni e gli amministratori nella costruzione di un quadro istituzionale più efficiente e vicino alle reali esigenze dei cittadini amministrati.
-- Ad accompagnare, a livello centrale e attraverso le articolazioni dell’Associazione a livello regionale, il sistema dei Comuni nel processo di trasformazione organizzativa e funzionale.
Impegna il Governo e il Parlamento
-- A Fare scelte chiare e nette su alcune questioni che considera fondamentali per la delineazione di un sistema federale che faccia compiere un reale passo in avanti al sistema Paese :
1. L’individuazione delle funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane, nonché delle altre funzioni amministrative in aderente attuazione dell’articolo 117, secondo comma, let.p) e dell’articolo 118 della Costituzione assegnando direttamente alle istituzioni più vicine ai cittadini i compiti che, per assicurarne l’esercizio unitario, non richiedonol’assegnazione ad altro livello di governo, tenendo conto delle differenze demografiche dei Comuni e assicurando le risorse necessarie al loro svolgimento.
2. L’assetto delle competenze assegnate ai Comuni di minor dimensione demografica deve assicurare da un lato efficienza nelle modalità di esercizio anche attraverso la gestione associata infracomunale e dall’altro deve garantire il diritto dei cittadini a quei servizi di base erogati autonomamente dal Comune. Pertanto, relativamente alla previsione secondo cui i Comuni sino a 3 mila abitanti esercitano in forma associata il complesso di funzioni fondamentali, pur valutando in termini generali positivo l’accoglimento del principio di differenziazione funzionale, va operato un attento approfondimento in ordine alla possibilità di gestire effettivamente in forma associata la quasi totalità delle funzioni fondamentali.
3. Le forme di gestione associata infracomunale devono essere definite in modo uniforme a livello nazionale con la chiara indicazione in ordine all’Unione di Comuni quale modello unico di ente locale per la gestione associata accanto alle altre forme pattizie e convenzionali di natura diversa. Ciò significa abrogare le altre forme esistenti che determinano la costituzione di enti, prevedendo la definizione di programmi regionali di riordino territoriale istituzionale che, d’intesa con i Comuni, accompagnino i processi di costruzione ed organizzazione delle gestioni associate delle funzioni fondamentali. Tale previsione va accompagnata da una riforma della disciplina contenuta nel TUEL relativamente all’ordinamento e istituzione delle unioni di comuni, convenzioni e altre forme associative, che garantisca adeguatezza e concreta funzionalità di tali strumenti rispetto agli obiettivi condivisi di diffusione e riorganizzazione delle gestioni associate.
4. L’introduzione di sedi e procedure di raccordo e di concertazione a livello regionale che assicurino un adeguato ed efficiente coinvolgimento dei Comuni.
5. La previsione e l’attuazione effettiva della semplificazione del sistema istituzionale ed amministrativa con la soppressione di enti o agenzie statali o regionali che esercitano competenze attribuibili o attribuite ai Comuni e alle Città metropolitane.
6. La riduzione del numero della composizione dei consigli e delle giunte risulta inaccettabile. Pertanto, ricorda che nel 2007 fu sottoscritto un Patto fra tutti i livelli istituzionali che conteneva alcuni indirizzi finalizzati al contenimento dei costi di funzionamento degli organi e propone, quindi, di mantenere fermi i punti concordati in quella sede. In particolare, va assolutamente garantita la effettiva funzionalità dell’organo assembleare, nonché la piena rappresentanza democratica, nei Comuni, ed in particolare in quelli di minor dimensione demografica . Si richiama anche l’obiettivo di valorizzare le funzioni di indirizzo e controllo in ordine ai servizi e alle attività di competenza dell’ente, direttamente o tramite affidamenti esterni.
7. Le modifiche in materia di controlli interni devono rispettare l’autonomia dei Comuni e mirare all’attuazione dei principi di efficienza e semplificazione amministrativa.
8. L’insediamento da parte del Presidente del Senato e del Presidente della Camera di una Commissione terza e neutrale con il compito di fare una rapida analisi del quadro normativo relativo agli oneri di funzionamento delle istituzioni per ciascun livello di governo al fine di formulare proposte di riduzione e armonizzazione.
9. La riforma del lavoro pubblico locale finalizzata a migliorare l’efficienza e la produttività dei Comuni e di chi vi opera, puntando sulla formazione, sulla valutazione dei servizi e sui rendimenti professionali, procedendo alla definizione di una nuova mission delle sedi oggi preposte alla gestione di questo delicato settore.
10. L’ inserimento della disciplina organica riguardante le funzioni e il sistema elettorale delle Città metropolitane per dare necessaria completezza e certezza all’attuazione della disciplina contenuta nella disposizione transitoria approvata con la legge di attuazione del federalismo fiscale e per assicurare un tempo certo per l’istituzione degli organi di governo della Città metropolitana e l’esercizio ordinario delle relative funzioni.
11. Al fine di dare all’attuazione del disegno costituzionale una coerenza e una stabilità istituzionale meglio definita, più efficiente e più rispondente alla portata delle innovazioni introdotte e dare pieno e concreto svolgimento al principio di leale collaborazione, regola di funzionamento della nostra Repubblica, prevedere che ad ANCI e alle sue articolazioni regionali sia riconosciuta la funzione di rappresentanza istituzionale degli interessi dei Comuni e delle Città metropolitane, assumendo in via definitiva la veste di soggetto istituzionale che, a livello nazionale e regionale, esercita la funzione generale di interlocuzione con lo Stato, con le Regioni e con gli altri livelli di governo.

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