Oggi, 23 novembre è la festa di San Colombano (etimologia di Colombano: dolce, delicato) il santo abate irlandese più noto del primo Medioevo: con buona ragione egli può essere chiamato un santo «europeo», perché come monaco, missionario e scrittore ha lavorato in vari Paesi dell’Europa occidentale. Insieme agli irlandesi del suo tempo, egli era consapevole dell’unità culturale dell’Europa. In una sua lettera, scritta intorno all’anno 600 e indirizzata a Papa Gregorio Magno, si trova per la prima volta l’espressione «totius Europae, di tutta l’Europa», con riferimento alla presenza della Chiesa nel Continente.
Nato intorno all’anno 543 nella provincia di Leinster, nel sud-est dell’Irlanda, Colombano è uno dei rappresentanti del mondo monastico che danno origine a quella “peregrinazio pro Domino” - pellegrino per Cristo, che costituì uno dei fattori dell’evangelizzazione e del rinnovamento culturale dell’Europa. Dall’Irlanda passò in Francia, Svizzera e Italia Settentrionale, creando e organizzando comunità ecclesiastiche e fondando vari monasteri, alcuni dei quali, per esempio Luxeuil; costretto all’esilio, attraversò le Alpi e, nell’anno 613, fondò in Emilia il monastero di Bobbio, nella valle del Trebbia, che sarebbe poi diventato un centro di cultura paragonabile a quello famoso di Montecassino. Qui giunse al termine dei suoi giorni: morì il 23 novembre 615 e in tale data è commemorato nel rito romano fino ad oggi.
Il messaggio di san Colombano si concentra in un fermo richiamo alla conversione e al distacco dai beni terreni in vista dell’eredità eterna. Con la sua vita ascetica e il suo comportamento senza compromessi di fronte alla corruzione dei potenti, egli evoca la figura severa di san Giovanni Battista.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.