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venerdì 9 ottobre 2009

Costruire un patto sulla sicurezza sociale

L’obiettivo è quello di evitare «fughe in avanti». No alla repressione sì all’integrazione: «Altrimenti si rischiano situazioni esplosive». Patto fra undici comuni per la sicurezza. In prefettura si è svolto l’incontro su strategie e politiche unitarie.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 9 ottobre 2009.

Undici sindaci del territorio insieme al prefetto per costruire un patto sulla sicurezza sociale e dare vita a una conferenza dei sindaci. L’obiettivo è quello di scrivere un protocollo d’intesa per fare in modo di non avere politiche sulla sicurezza a macchia di leopardo, in cui chi è più grande o ha più risorse riesce a gestire il problema, magari scaricandolo su comuni limitrofi più piccoli. È quanto emerso dall’incontro che si è tenuto a Lodi in prefettura martedì nel tardo pomeriggio: due ore di confronto a cui hanno partecipato il prefetto Peg Strano Materia, accompagnata da diversi funzionari, e dieci sindaci in rappresentanza di undici comuni, assente giustificato il sindaco di San Fiorano. Le realtà che aderiscono a questa iniziativa, dai quali sono emersi pareri molto positivi sul confronto, sono Lodi Vecchio, Crespiatica, Caselle Lurani, Ossago, Brembio, Turano, Bertonico, Somaglia, Orio Litta, Castiglione d’Adda e San Fiorano. «L’incontro è stato molto positivo e ci porterà ad attuare delle azioni concrete in termini di sicurezza, condivise sul territorio tra i vari sindaci e con l’approvazione preventiva della prefettura - dice Giuseppe Sozzi, sindaco di Brembio -. In scia a quanto annunciato da Lodi, vogliamo arrivare a un protocollo d’intesa, aperto a chiunque vorrà aderire, per mettere in atto politiche omogenee per la sicurezza, per il controllo del territorio, per la prevenzione del disagio giovanile, del bullismo e del vandalismo, per il contrasto all’emarginazione e alle problematiche conseguenti all’immigrazione irregolare». E l’iniziativa non avrà soltanto un valore per le politiche repressive e di controllo, ma anche di integrazione. «La sicurezza non è solo un problema di ordine pubblico, ma anche di cultura dei valori e di integrazione - spiega il primo cittadino di Caselle Lurani Sergio Rancati -. La sicurezza si fa anche con l’inclusione e non solo con l’esclusione. Politiche solo repressive pagano nel breve periodo, ma nel medio e lungo termine rischiano di creare situazioni esplosive. Dall’incontro di martedì nasce un coordinamento, una piccola conferenza dei sindaci, aperta anche agli altri colleghi interessati, e che potrebbe trovare sede fisica nella prefettura a testimonianza della totale disponibilità che abbiamo incontrato». Ma da questo tavolo di confronto potrebbero arrivare anche indicazioni molto concrete su atti normativi e loro implicazioni legislative. «Con il prefetto ci siamo anche confrontati su alcuni temi tecnici particolari, a partire da eventuali atti d’indirizzo per concedere le residenze agli stranieri ancorandole al reddito - prosegue il sindaco di Somaglia Giuseppe Medaglia -. Abbiamo chiesto di lavorare insieme agli uffici della prefettura sull’analisi delle normative più recenti, anche per stendere documenti guida da poter utilizzare in modo omogeneo su tutto il territorio, senza fughe in avanti». E tra gli altri temi, molto spazio ha avuto quello relativo al disagio giovanile e alle sue conseguenze, il bullismo e il vandalismo. «Sono problemi che tutti i comuni hanno, e che si affrontano tra tante difficoltà, anche economiche - spiega Giancarlo Cordoni, sindaco di Lodi Vecchio -. Pattugliamenti del territorio congiunti tra più comuni e percorsi condivisi per ottenere più risorse sono le strade da seguire».


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