Napolitano onora il comandante Nemo.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Rossella Mungiello, 15 settembre 2009.
«Al combattente per la libertà, al sindaco della bella città di Lodi, al mio collega in Parlamento». Il messaggio è breve e diretto. Sotto c’è la firma di Giorgio Napolitano. È stata proprio la lettura delle parole del capo dello Stato per le 90 candeline di Edgardo Alboni, partigiano, ex parlamentare, ex sindaco della città, uno dei momenti più commuoventi della festa di sabato pomeriggio, nell’aula magna del liceo Verri, organizzata dai vertici dell’Anpi. Le parole erano annotate su un quaderno che è stato donato alla fine della cerimonia al presidente onorario dell’Anpi; pagine e pagine di tributi personali, firmati da uomini politici, militanti, cittadini comuni. Tra gli altri messaggi anche quello di Dario Franceschini, segretario nazionale del Partito democratico che ha ringraziato Alboni «per il lavoro prezioso per la democrazia e per noi tutti». A leggerlo pubblicamente, l’ex senatore Gianni Piatti, che ha aggiunto una riflessione sul discorso di Alboni in occasione della commemorazione dei morti del Poligono: «Una vera e propria battaglia di resistenza perché non è ammissibile che un assessore dica quello che ha detto (riferendosi all’invito dell’assessore provinciale Capezzera a ricordare anche «i martiri repubblichini», ndr) in una città che è stata medaglia d’oro al valore per la resistenza». A portare il tributo dell’Anpi, la presidente vicaria, Isabella Ottobelli. «Il presidente Alboni non si è messo da parte, non è andato in pensione - ha detto -: con la sua capacità di indignarsi e di combattere è ancora qui e noi siamo qui con lui a difendere quegli ideali di libertà, giustizia, solidarietà che sono alla base della nostra Costituzione, carta fondante della democrazia che sottilmente, ma inesorabilmente ci stanno togliendo». Ufficiale nella campagna di Russia e poi comandante partigiano con il nome di “Nemo” nella resistenza, sono tanti gli incarichi istituzionali ricoperti da Alboni nella sua lunga carriera politica. Dal consiglio provinciale di Milano al Consorzio del Lodigiano, all’incarico di deputato nel 1963 nelle file del Pci, per poi arrivare ad impegnarsi con forza per il futuro della sua Lodi diventando più volte consigliere fino all’elezione alla carica di sindaco nel 1975. A ricordare quei tempi in Broletto, il presidente del consiglio comunale di Lodi, Gianpaolo Colizzi, che ha portato in dono proprio la campanella con cui l’Alboni sindaco richiamava all’ordine i consiglieri più giovani, tra cui lo stesso Colizzi. È stato invece Lorenzo Guerini, primo cittadino di Lodi, a portare il tributo della città «con riconoscenza e affetto a un uomo che è esempio: perché la difesa della verità storica di quella lotta che non è stata uguale per tutti deve essere un dovere e perché un paese che non ha radici, non ha futuro». Commosso il messaggio degli iscritti all’Anpi provinciale, letto dalla voce incrinata di Francesco Cattaneo. Tra i ringraziamenti, anche l’augurio al «caro Edgardo, perché i tuoi novant’anni ti siano leggeri e felici».
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