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martedì 15 settembre 2009

Faccia da Berlusconi

Case vere in Abruzzo. La sinistra sfotte i terremotati.
Oggi il governo mantiene una promessa che sembrava un azzardo. Parte la consegna degli alloggi a chi perse tutto nel sisma. Invece di festeggiare, l'opposizione definisce gli aquilani «comparse» e si occupa di Ballarò e Santoro.
Rassegna stampa - Il Giornale, Vittorio Feltri, 15 settembre 2009.

Sembrava una delle tante boutade di Berlusconi e invece era una dichiarazione programmatica: entro l'autunno, i terremotati abruzzesi rientreranno nelle loro case o in case nuove, comunque potranno abbandonare le tendopoli. Il premier è stato di parola. Le operazioni in parte sono andate a termine e in parte sono a buon punto. Di lui si potrà dire tutto, e in effetti è stato detto e inventato anche l'inverosimile, tranne non sia all'altezza di affrontare l'emergenza e di mantenere gli impegni assunti con un ottimismo sconfinante nella temerarietà. Oggi novantaquattro alloggi saranno consegnati e altri, numerosi, sono in via di ultimazione e presto verranno destinati a chi ne ha maggior bisogno.
Questo avviene mentre i soliti detrattori, gente oppressa da pregiudizi e interessi di bassa bottega politica, stanno inscenando l'ennesima commedia dell'assurdo: il presidente del Consiglio si reca all'Aquila per dare concretamente sollievo ai cittadini sofferenti a causa del terremoto, e vari giornalisti amplificano la voce di faziosi dell'opposizione impegnati - nonostante l'evidenza dimostri il contrario - nella descrizione di un governo pasticcione, impreparato a realizzare il progetto annunciato subito dopo la sciagura.
C'è di più. Le anime progressiste protestano perché la trasmissione televisiva Ballarò, di cui conosciamo il padrinato politico, slitta per far posto a Porta a Porta, condotta da un fior di professionista come Bruno Vespa, dedicata appunto alla consegna delle nuove abitazioni. Secondo Raitre la cerimonia poteva essere trattata nel talk show di Giovanni Floris, che per l'intera stagione scorsa ha massacrato il governo con argomenti capziosi, presentando in studio personaggi inclini a recitare un solo copione, quello dell'antiberlusconismo. Un programma del genere quali garanzie di oggettività avrebbe potuto fornire nella circostanza di un evento come l'inaugurazione di edifici per i terremotati? Ovvio sia stato preferito il veterano Vespa al collega smaccatamente schierato. Ma è inutile discutere con chi non vuole ragionare ma aver ragione.
Torniamo a faccende più serie. L'Italia in caso di sismi devastanti non è mai riuscita a rimediarvi con tempestività. Basti ricordare il Belice; decenni e decenni trascorsi in attesa di una ricostruzione mai avvenuta completamente pur con stanziamenti da brividi. O il Friuli, che si è salvato perché la popolazione ha provveduto con le proprie forze. O l'Umbria e le Marche costrette dall'inefficienza degli apparati pubblici a disagi prolungati e disumani. Stavolta, invece, il governo più strapazzato della storia repubblicana, guarda un po', da aprile a oggi (a cinque mesi dalle scosse più violente) ha pressoché risolto la maggior quantità dei problemi.
Alcune cifre indicative. L'8 maggio scorso erano 32mila le persone in tenda; il 1° settembre erano scese a 16mila; e il 15 settembre se ne contano llmila 600. A fine mese altre 3mila avranno un tetto, e le restanti saranno sistemate entro il 2009. Vi par poco? Franceschini, segretario (precario) del Pd e i suoi compagni, inveleniti dal successo del Cavaliere, non si limitano a fare spallucce: sfottono dicendo che oggi gli aquilani, anche i più colpiti, faranno da comparse all'esibizione propagandistica del premier muratore.
Una domandina facile facile: se al governo ci fossero loro, i criticoni, quanti lustri dovrebbero aspettare gli aquilani per avere un appartamento decente? Difatti gli italiani hanno votato centrodestra: il motivo è sotto gli occhi di tutti.
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