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giovedì 23 luglio 2009

I numeri dei rifiuti

Guido Bandera su Il Giorno di oggi sul caso Piano rifiuti.
La Regione: prodotti più scarti di quanto previsto. Ma le cifre danno ragione a Lodi. Portare gli inerti a Cavenago? I costi restano troppo alti.
Rassegna stampa.

La Regione ha bocciato il piano rifiuti del Lodigiano sostenendo che lo spazio stimato per smaltire gli inerti, che nel piano è di 300mila tonnellate in 5 anni, è poco e che servono invece spazi per 2 milioni di tonnellate. Ma per capire chi ha ragione in questa contesa è necessario guardare alla produzione di rifiuti inerti nel lodigiano (frutto di demolizioni, bonifiche, ristrutturazioni edili). Posto che la Regione non ha ancora reso noti i dati sulla base dei quali stima in 2 milioni di tonnellate il fabbisogno del Lodigiano fino al 2013, i calcoli sulla produzione e sul trattamento di inerti, nel territorio, sono invece disponibili grazie all’osservatorio rifiuti. E somigliano, sicuramente, di più a quelli descritti dal piano bocciato. Nel 2006 i rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione, compreso il terreno proveniente da siti contaminati, trattati dagli impianti lodigiani furono 285.621 tonnellate, mentre l’anno successivo furono 266.435 tonnellate.
La metà di questi rifiuti, di già, proviene da fuori provincia: sostanzialmente Lodi, da sola, produce poco più di 100mila tonnellate all’anno. A cui vanno sottratti quelli destinati al riciclaggio, che incide notevolmente. A questo si aggiunge la capacità complessiva degli impianti, anche privati, del territorio, che, stando sempre ai dati, possono trattare fino a 1 milione e 300mila tonnellate di inerti all’anno. Lodi quindi non solo ha un’alta capacità di smaltimento, ma addirittura importa già rifiuti. Quanto all’ampliamento della discarica di Cavenago, già richiesto da mesi per le categorie di rifiuti già smaltiti (non pericolosi: urbani, terre di spazzamento, resti del compost non riciclabili), difficilmente sarebbe economicamente sostenibile. Richiede investimenti di macchinari, scavi e rende solo 2 euro più Iva a tonnellata. La discarica di Senna, purtroppo, sarebbe invece un impianto più economico.

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