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martedì 10 novembre 2009

Riparte da Lodi la lotta contro tutte le mafie

Ieri al Quirinale l’incontro di Giulio Cavalli con il Capo dello Stato. «Lei ha tanto coraggio»: Napolitano benedice l’attore “anti cosche”.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Rossella Mungiello, 10 novembre 2009.

L’ha accolto nel salone delle Feste, davanti al gotha dello spettacolo. Gli ha stretto la mano calorosamente e ha ascoltato con attenzione la sua storia. Elogi per Giulio Cavalli dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. L’attore e autore lodigiano è salito al Quirinale ieri mattina, per la “Giornata dello Spettacolo”. Dopo la consegna dei premi Eti per il teatro e De Sica per il cinema, il presidente della Repubblica ha ricevuto personalmente Cavalli nel salone delle Feste.
È qui che l’attore ha raccontato al Capo dello Stato la sua storia, la genesi del suo primo spettacolo in cui ridicolizza i boss, Do ut des, riti e conviti mafiosi, e l’escalation di intimidazioni dopo la messa in scena. Dalla bara con il suo nome disegnata sulle pareti del Nebiolo alle minacce di morte fino alla tutela fissa ottenuta dal Ministero dell’Interno dopo un anno di paura, lo 27 aprile scorso. Passo dopo passo, l’attore lodigiano ha spiegato a Napolitano la sua condanna a morte da parte delle cosche, arrivata qui, nel Lodigiano. Intimidazioni che sono proseguite anche per il crescente impegno di Cavalli sul tema dell’antimafia, prima con una rubrica radiofonica sul web sulla scorta dell’esperienza di Radio Aut di Peppino Impastato, poi con un secondo spettacolo sull’intreccio mafia-politica in Lombardia, «contro le infiltrazioni locali della ‘ndrangheta negli appalti per la Tav e l’Expo», “A cento passi dal Duomo”, scritto a quattro mani con il giornalista Gianni Barbacetto. Una storia ascoltata con attenzione dal presidente della Repubblica, che si è preoccupato di sapere se l’autore lodigiano «goda di una sufficiente protezione», pregandolo di rivolgersi direttamente al Quirinale per segnalare «eventuali problemi» di tutela. E a Cavalli sono arrivati anche gli elogi del Capo dello Stato «per il coraggio di denunciare» e l’esortazione «a proseguire con il suo lavoro». Nella conversazione con il presidente, Cavalli non si è limitato a parlare del suo lavoro e della vita sotto scorta. È andato oltre toccando il silenzio e l’abbandono della politica e del mondo del teatro e dello spettacolo in genere. «Sia le istituzioni che il mondo teatrale hanno taciuto, a parte la solidarietà personale ricevuta da Paolo Rossi e Dario Fo - ha spiegato Cavalli - . Inoltre, sono praticamente stato escluso dalle circuitazioni teatrali». Non ha taciuto la stampa, secondo l’attore lodigiano, «soprattutto quella locale e “Il Cittadino” in particolare, che ha sempre seguito con attenzione la mia vicenda assumendosi responsabilità e fastidi». «Questo caso resta nell’oscurità alla pari dei tanti episodi di giornalisti che ricevono minacce perché si ostinano a fare il loro dovere e dei quali non ci si fa carico in termini di garanzia per la loro sicurezza - ha detto in merito Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno, l’osservatorio della Federazione Nazionale della stampa italiana sui cronisti minacciati -. Siamo davvero lieti dell’interessamento del presidente Napolitano».
Tra le accuse di Giovanna Mezzogiorno alla vanità e al nepotismo, i premi alla carriera alla moglie di Mike Bongiorno, l’annuncio della pace ritrovata tra Massimo Boldi e Christian De Sica, il mondo dello spettacolo si è fermato per un momento per il personalissimo incontro tra il presidente della Repubblica e l’attore lodigiano. «Sapere che la più alta carica dello Stato si è interessata alla mia vicenda è confortante - ha commentato Giulio Cavalli, raggiunto telefonicamente durante il viaggio di ritorno -: sono molto contento perché l’incontro di questa mattina apre un canale diretto, inaugura un rapporto. Durante la nostra conversazione ho notato una sensibilità particolare su questi temi di denuncia civile e gli scriverò come mi ha chiesto». E sul futuro, nonostante l’incontro al Quirinale, assicura: «Continuerò a non prendermi troppo sul serio».

La “carovana” antimafie ritorna a Lodi: due giorni dedicati alla guerra ai boss.
Rassegna stampa - Il Cittadino, 10 novembre 2009.

Riparte da Lodi la lotta contro tutte le mafie. Questa mattina si terrà l’appuntamento con la “carovana” sul tema della legalità. Una due giorni promossa da comune di Lodi, Arci, Libera, Avviso pubblico, Adelante, Coop e altre associazioni del territorio. Interverranno il regista lodigiano Giulio Cavalli, sotto scorta per minacce mafiose, poi l’autore Carlo Barbieri, che ha descritto l’esperienza delle cooperative che gestiscono le terre confiscate alle cosche e Pierpaolo Romani, coordinatore di Avviso pubblico, associazione di enti locali per la formazione civile. Con la “carovana” antimafie si comincia oggi, martedì 10 novembre, con gli studenti del liceo Gandini. Dalla ore 9 si divideranno in gruppi per confrontarsi sulla legalità con alcuni esperti. In contemporanea all’Itis di Lodi sono previsti gli interventi di Giulio Cavalli e Roberto Figazzolo, regista del corto che verrà proiettato “Librino? Una favola”. Sempre in mattinata ci sarà quindi l’incontro in carcere con Carlo Barbieri, autore di “Le mani in pasta”. E per continuare un aperitivo a Lodi Vecchio presso il Circolo Arci (ore 12) e un pranzo della legalità al circolo Arci di Lodi (ore 13). Nel pomeriggio, tavola rotonda in comune a Lodi con il gruppo Avviso pubblico, che incontrerà i sindaci del territorio (ore 16.30). E dalle 18, al centro commerciale My Lodi, aprirà la mostra fotografica sulla Sicilia, intitolata “Il profumo della libertà”. Infine alla sera, ore 21 (aula magna Verri), serata con Cavalli e Paolo Colonnello (giornalista della «Stampa»). Domani dalle ore 9, incontro all’Itis con Francesco Galante di una cooperativa sociale che opera in Sicilia.
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