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martedì 10 novembre 2009

BlogNotte - Gente che si commenta da sola

Blog Notte
Gente che si commenta da sola

10 novembre 2009

Da subito un video che immortala per i posteri l'esternazione di un personaggio da sempre controverso ed ora un tantino squallido, o se volete, per dirla banalmente con le parole della sorella di Stefano Cucchi, uno che "si commenta da solo". Scioccante: "Cucchi è morto perché drogato e anoressico", già, proprio così ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri a Radio 24, intervenuto alla trasmissione "24 Mattino" sull'argomento droga. "Era in carcere perché era uno spacciatore abituale. Poveretto è morto - e la verità verrà fuori - soprattutto perché era 42 chili".



Reso questo "tributo" al personaggio, parliamo di Cosentino.
Nicola Cosentino "contribuiva, sin dagli anni '90 a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista facente capo alle famiglie di Bidognetti e Schiavone" in cambio del sostegno elettorale che riceveva dai Casalesi. Si compone di 351 pagine l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli Raffaele Piccirillo nei confronti del sottosegretario all'Economia e coordinatore regionale del Pdl Nicola Cosentino accusato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso e per il quale il tribunale di Napoli chiede alla Camera l'autorizzazione procedere.
Nicola Cosentino "contribuiva, sin dagli anni '90 a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista facente capo alle famiglie di Bidognetti e Schiavone". È quanto si afferma, tra l'altro, nel capo di imputazione per concorso esterno in associazione mafiosa. Da tale sodalizio il sottosegretario "riceveva puntuale sostegno elettorale in occasione alle elezioni a cui Cosentino partecipava quale candidato diventando consigliere provinciale di Caserta nel 1990, consigliere regionale della Campania nel 1995, deputato per la lista Forza Italia nel 1996 e, quindi, assumendo gli incarichi politici prima di vice coordinatore e poi di coordinatore del partito di Forza Italia in Campania, anche dopo aver terminato il mandato parlamentare del 2001". Cosentino avrebbe in particolare "garantito il permanere dei rapporti tra imprenditoria mafiosa, amministrazioni pubbliche e comunali".
Nel capo di imputazione si fa riferimento, inoltre, a "indebite pressioni nei confronti di enti prefettizi per incidere, come nel caso della Eco4 spa (società che operava nel settore dei rifiuti) nelle procedure dirette al rilascio delle certificazioni antimafia".
Cosentino è anche accusato di aver curato e cogestito "monopoli d'impresa, quali l'Eco4 spa e nella quale Cosentino esercitava, in posizioni sovraordinata a Giuseppe Vitiello, Michele Orsi (ucciso poi in un agguato di camorra, ndr), e Sergio Orsi, il reale potere direttivo e di gestione, così consentendo lo stabile reimpiego dei proventi illeciti, sfruttando delle attività di impresa per scopi elettorali, anche mediante l'assunzione di personale e per diverse utilità".



A poche ore dalla richiesta di arresto del sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino (e dalla diffusione dell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Napoli), il mondo politico si spacca. C’è chi lo incoraggia ad “andare avanti”, chi gli chiede di "resistere", chi lo invita a “dimettersi da sottosegretario”.
Fino a poche ore fa, il nome del parlamentare era nella rosa dei candidati del centrodestra a presiedere la regione campana. Un’ipotesi che è stata scartata dal presidente della Camera Gianfranco Fini nell’intervista ad Emilio Carelli.
All’interno del Pdl, le reazioni alla richiesta di arresto non sono però concordi. Il paralmentare Niccolò Ghedini ha criticato l’ordinanza, parlando di accuse "incredibili ed inconsistenti solo ad osservare che da moltissimo tempo sono annunciati, a mezzo stampa, indagini e provvedimenti nei suoi confronti, al solo evidente fine di screditarlo ed impedire una fisiologica ed ottima candidatura alla guida della regione Campania”.
Solidarietà anche dal premier, che questa mattina avrebbe chiamato il sottosegretario (che riveste anche l’incarico di coordinatore campano del Pdl) per invitarlo a tenere duro e ad andare avanti.
Stessa reazione arriva da due dei coordinatori del Pdl, Sandro Bondi e Denis Verdini: “con la richiesta di custodia cautelare inviata alla Camera dalla Procura di Napoli – ha commentato Verdini- siamo in presenza di un'iniziativa giudiziaria 'a comando'. Mai come in questo momento assistiamo a una pericolosa e vergognosa commistione fra politica e magistratura".
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha invece perferito trincerarsi dietro un secco no comment: "A Bruxelles parlo solo di quello che è successo qui".
Più netta, la posizione del presidente della commissione nazionale Antimafia, Beppe Pisanu, del Pdl: "Non candiderei nessuno se sospettato anche infondatamente finché quel sospetto non fosse stato fugato”.
Dall’opposizione, il segretario del Pd Pierluigi Bersani parla di “una questione piuttosto seria” e invita sia il governo sia Cosentino a “valutare cosa fare”. Il capogruppo alla Camera dell'Italia dei valori, Massimo Donadi, chiede invece le immediate dimissioni del sottosegretario: “Che Paese è diventato questo – si chiede - dove ad un politico indagato per i suoi rapporti con la camorra è impedito di candidarsi alla presidenza della regione, ma è consentito rimanere al suo posto di sottosegretario? La credibilità della politica italiana, dopo episodi come questo, è prossima allo zero". E Claudio Fava, del coordinamento nazionale di Sinistra e Libertà, aggiunge: un eventuale candidatura alla presidenza della regione Campania "sarebbe oltre che inopportuna, fortemente offensiva per le istituzioni e per i cittadini di quella regione che in tanti hanno fatto della battaglia alla camorra una ragione di impegno civile e morale".



Il presidente della Camera Gianfranco Fini, come ricordato in precedenza, ha escluso la possibilità che Nicola Cosentino possa concorrere alla presidenza della regione Campania. "Non è nel novero delle soluzioni possibili".



Ed ora l'unico problema che ha l'Italia secondo Berlusconi.
Dopo il lungo faccia a faccia tra il premier e Gianfranco Fini il centrodestra sembra mettere un punto fermo sulle prossime mosse in tema di giustizia. Esclusa la prescrizione breve, si punta a misure per ridurre i tempi dei processi. Ma davanti all'intesa annunciata nel centrodestra il Partito democratico si mostra cauto. Durissima l'Italia dei Valori che bolla le nuove misure come un atto criminale.



E chiudo come Santoro con qualche vignetta di Vauro.





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