Rassegna stampa - Il Fatto Quotidiano, Francesco Bonazzi, 13 ottobre 2009.
“Uno spettacolo che fa venire i brividi a chiunque abbia un minimo senso della legalità. E il fatto più sconvolgente è che la legge sul nuovo scudo fiscale sta scatenando gli appetiti meno nobili delle banche”. R.A. ha cinquant’anni, ha girato mezza Europa come gestore di patrimoni e oggi è il responsabile “Clientela Privata” di una media banca del Nord. Con il “Fatto Quotidiano” ha tanta voglia di sfogarsi e chiede solo l’anonimato, “perchè come banchiere sono tenuto alla riservatezza”.
Innanzitutto, avete capito come funziona il nuovo scudo?
Abbiamo fatto vari corsi con fiscalisti esterni e società di gestione del risparmio. Siamo allibiti dalla quantità di cose che si possono fare.
Per esempio?
A me, che ho vent’anni di banca sulle spalle, fa una certa impressione vedere un bonifico che arriva dall’estero su un conto che non è neppure intestato al cliente, ma a una fiduciaria.
Ma se fiutate qualcosa di strano, potete sempre fare una segnalazione anti-riciclaggio.
Ce la racconti.
Che senso ha parlare di sproporzioni nel Paese in cui il 90% degli imprenditori dichiara meno dei suoi dipendenti?
E la famosa “conoscenza del cliente”, tanto cara alle banche che dicono di privilegiare il merito di credito?
Una favola che forse vale ancora nelle banche di credito cooperativo. Ma da me vengono avvocati e commercialisti che hanno studiato le circolari alla perfezione e lavorano per gente che manco conosciamo.
Significa che state prendendo soldi da non si sa bene chi?
Se vuole, la possiamo mettere così. Quello che trovo fantastico sono gli scenari che si aprono per la vigilanza. Ma vi immaginate che numeri da circo alla prossima ispezione di Bankitalia? Arrivano gli ispettori di Via Nazionale e se ci chiedono di chi è un certo conto dalla movimentazione sospetta, noi gli si dice che è tutta roba scudata. Si dedicheranno ai mutui dei poveri cristi.
Però la Banca d’Italia ha assunto con la Bce compiti di anti-riciclaggio.
Certo, ma sui capitali scudati salta tutto. Possiamo respingere anche la Guardia di Finanza se non viene con un mandato della magistratura. E il mandato dev’essere nominativo.
Beh, questo è lo stato di diritto...
Sarà, ma quando le autorità Usa bussano alle banche svizzere, come stanno facendo da mesi, mica chiedono se per caso Mister Paul Smith ha un conto alla tal banca di Zurigo. Vogliono i nomi di tutti i cittadini americani e basta. Vogliamo dire che non sanno che negli Usa non sanno cos’è la democrazia?
Vi sentite tra banche quando avete un sospetto?
Ma per carità! Lo scudo è mica una pratica di co-finanziamento. Se arriva gente che vuole versare una decina di milioni li si prende e basta. Il fatto è che con una legge fatta così, in un periodo in cui manca il contante, si spingono le banche a farsi la concorrenza più spietata sui soldi che rientrano.
Il manuale del bravo riciclatore, a cosa serve davvero lo scudo.
Rassegna stampa - Il Fatto Quotidiano, Francesco Bonazzi, 13 ottobre 2009.
La vera pacchia nelle banche italiane dove gli evasori sono molto più protetti del previsto.
Sarà che ormai non fa più il fiscalista da anni e di clienti in carne e ossa ne vede pochi, ma il ministro Giulio Tremonti ignora di certo che succede là fuori, oltre le mura umbertine del palazzo di Via XX settembre. Eppure qualunque commercialista vi spiegherebbe che se in una legge si lasciano abbastanza spazi indefiniti, questa forse sembra innocua, ma poi in realtà provoca effetti devastanti. E se il tutto viene peggiorato dalle “Istruzioni definitive dell’Agenzia delle Entrate”, ufficializzate sabato, l’apertura delle stalle per il rientro dei famosi buoi-evasori raggiunge estensioni mai viste. Direttamente da prateria. Ecco allora che cosa sta realmente accadendo nelle banche italiane, secondo quanto raccontano al “Fatto Quotidiano” alcuni dirigenti che hanno la responsabilità di gestire lo scudo. Ne esce la prima collezione “Total Recycling”, autunno-inverno 2009. Oppure il nuovo manuale del Bravo Riciclatore, se vogliamo girare la faccenda dal punto di vista della “dottrina dominante”. Che oggi è quella di chi rimpatria denari e fino a ieri aveva il problema di evitare la contestazione di reati.
Occhio alle sproporzioni. Se il Bravo Riciclatore ha dei soldi depositati su un conto estero a nome di una società fittizia o di un prestanome, il suo denaro può essere “scudato” in Italia su un conto intestato a una persona diversa da lui e dal “mittente” estero. La banca può effettuare segnalazioni anti-riciclaggio solo se il tizio che le viene mandato avanti vuole affidarle importi “notevolmente sproporzionati al profilo economico-professionale del cliente”. Ma anche nel caso in cui la banca trovi strano che un signore che guadagna cinquantamila euro l'anno voglia rimpatriare dieci milioni, ecco che la legge aiuta il Bravo Riciclatore. Come? Da oggi non è più necessario far partire la segnalazione anti-riciclaggio se la regolarizzazione ha come “reati sottostanti” quelli tributari o il falso in bilancio. In pratica, per non essere segnalati, basta avere una qualsiasi attività economica, dalla tintoria all’autosalone alla scuola di guida (per fare esempi tratti dalle inchieste di mafia) e non dichiarare espressamente che si stanno facendo rientrare i soldi dei Corleonesi. In più, non essendoci obbligo di corrispondenza fra chi effettua il bonifico e chi lo riceve, si può finalmente riciclare su scala mondiale e non più solo da padrino a ragioniere della “mala”. Per ipotesi, se la mafia italiana volesse offrire il suo know-how a quella cinese, da oggi è tutto più facile.
Ripulire soldi mai espatriati. Se il denaro si trova in contanti in Europa, non c'è problema. Il Bravo Riciclato-re deve solo compilare un modulo di rimpatrio e consegnarlo alla banca entro 48 ore dal deposito dei soldi sul conto scudato. Il trattato di Schengen non era stato pensato per questo, ma pazienza. Se invece i soldi si trovano in un paese extra-Ue, la dichiarazione viene consegnata all'ufficio doganale al momento del passaggio della frontiera. É inutile dire che se il denaro si trova già in Italia perché magari è frutto di estorsione, traffico di droga e affini, e non si è avuto tempo o modo di farlo uscire prima, basta che il Bravo Riciclatore si presenti in banca con l’autocertificazione che i milioni provengono da un paese Ue e il gioco è fatto. Anche se i soldi non si sono mai mossi da Gela, per dire.
Lo scudo per i politici. Se il Bravo Riciclatore è casualmente un politico corrotto che vuole scudare le tangenti, la nuova legge viene incontro anche a lui. Che, vogliamo mica discriminarlo? La circolare sancisce espressamente che le persone “politicamente esposte” residenti in Italia possono usufruire dello scudo fiscale nello stesso regime di segretezza di tutti gli altri. All’estero, almeno in Occidente, non funziona così. Anzi! Una volta scudate le somme, per il Bravo Riciclatore i rischi sono bassissimi perchè il conto è “secretato”. All'Amministrazione finanziaria è impossibile sapere se un individuo ha un conto corrente presso una certa banca. Le imposte infatti non sono pagate dalla persona che scuda (altrimenti ne rimarrebbe traccia e addio “Bella Italy”), ma dalla banca in qualità di sostituto. E in caso di verifica fiscale sul Bravo Riciclatore, la banca non deve rilasciare informazioni né sull'esistenza né sull’entità del conto scudato. Quindi, se non si è individuati espressamente come mafiosi o riciclatori, non si può essere beccati neanche da un controllo casuale sui redditi.
Si torna alle Cayman! Si possono usare i soldi scudati come meglio si crede e anche questa è una bella notizia per la “libertà di intraprendere” del Bravo Riciclatore. I milioni rimpatriati più o meno fittiziamente si possono investire in titoli, azioni e strumenti finanziari. Il bello è che a questo punto si può nuovamente mandarli all’estero. Se questa meraviglia la scoprissero in Germania, dove la ‘Ndrangheta ha già dato bella prova di sè, non ne sarebbero entusiasti. Insomma, il Festival internazionale del riciclaggio all’italiana è appena iniziato. Le porte delle banche non sono aperte. Sono spalancate per legge. E se il Bravo Riciclatore avesse ancora dubbi, alcuni istituti hanno anche messo a disposizione appositi call center. Neanche la Panama del mitico Manuel Noriega era arrivata a tanto.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.