Bersani: «Alle regionali con larghissime alleanze».
Rassegna stampa - Liberazione, Stefano Bocconetti, 30 ottobre 2009.
Regionali e piddì. Il più forte partito d'opposizione in Parlamento ha intenzione di lavorare in questo modo: proporrà una sorta di «tavolo» - termine che sta ad indicare una mega-consultazione - con tutte le forze che si oppongono a Berlusconi. Immaginando alleanze larghissime. In questi incontri si vedrà se c'è la possibilità di «fare un programma comune» e solo a quel punto si comincerà a parlare di candidati. Fermo restando che le decisioni si prenderanno, poi, regione per regione.
«Alleanze larghissime», si diceva. «Alleanze che non possono prevedere nè veti, nè interdizioni». Così, usando quasi le stesse parole, s'è concluso il confronto fra Bersani e Nichi Vendola. La seconda tappa del giro di consultazione intrapreso dal neosegretario dei democratici. Che l'altro giorno ha incontrato Di Pietro, ieri Vendola, e stamane il segretario del Prc, Ferrero.
La riunione di ieri sembra essere andata bene, stando a ciò che hanno raccontato i due protagonisti. Il segretario del piddì ha sottolineato che la discussione è appena all'inizio e non ha come solo «traguardo» le prossime regionali. «Abbiamo interessi comuni sui temi della democrazia e delle questioni sociali. Sono due temi che vogliamo siano messi al centro del dibattito politico». Anche il Governatore della Puglia ha usato parole di stima nei confronti del «collega»: «Bersani ha parlato di alternativa, e questo ci ricorda che la destra va sfidata anche sul terreno culturale, sociale. I temi del lavoro e della democrazia sono quelli su cui la sinistra deve essere capace di riconnettersi al Paese».
Ma al di là dei commenti, che cosa è uscito dall'incontro? Del metodo con cui i democratici vogliono arrivare alle elezioni, s'è detto. Va anche aggiunto che Bersani ha ripetuto due volte lo stesso aggettivo: generoso. «Fra breve faremo una proposta generosa». Di più però non ha voluto spiegare.
Entrambi comunque si sono rifiutati di partecipare al gioco del toto-candidato. A chi chiedeva a Bersani se fosse di suo gradimento il nome che gira per sostituire Marrazzo, la radicale Emma Bonino ha risposto diplomaticamente: «Lasciate perdere. Quello è l'ultimo dei passaggi». Un po' meno diplomatiche le risposte di Vendola. A lui, i giornalisti hanno chiesto se era disponibile a fare un passo indietro. E ha risposto così: «Sono abituato a fare passo in avanti, non indietro». L'ultima battuta è ancora per Vendola: a lui i cronisti gli hanno chiesto se parteciperà alla manifestazione del 5 dicembre, indetta dal Prc e da Di Pietro. La risposta: «Una manifestazione non è un party. Lo si organizza e poi si invitano le persone. Una manifestazione la si progetta insieme, insieme si studiano le parole d'ordine. Non conosco altra strada».
Oggi, s'è detto, Bersani vedrà Ferrero. Come sarà il clima? Sicuramente ci sono tanti temi sul tappeto. E nessuno facile. Senza contare che proprio ieri, sempre Bersani, in un'intervista ha fatto alcune concessioni al governo sul taglio dell'Irap. Ipotesi che proprio non piace al segretario del Prc: «Mi sembra sbagliata. Visto che le risorse dello Stato italiano non sono infinite e che l'Irap ha semplicemente sostituito ben sette forme di tassazione ... l'unico atto che si può e si deve prendere da subito è il drastico taglio delle tasse ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e alle famiglie».
Non sarà un incontro semplice, insomma. Ma se ne saprà di più fra breve. Così come fra poco - magari qualche settimana - se ne saprà di più su un altro argomento con cui Bersani deve fare i conti: le scelte di Rutelli. Ieri, l'ex sindaco di Roma ha avuto un incontro a due con D'Alema. Il neosegretario sperava molto in questo «faccia a faccia». Ma è andato male per lui: a D'Alema, Rutelli ha confermato la sua intenzione. Se ne andrà dal piddì. Ha promesso però che non lo farà in «modo traumatico». Cosa questo significhi nessuno è in grado di prevederlo.
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