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venerdì 30 ottobre 2009

Giù le mani dall'acqua

I nuovi emendamenti potrebbero prevedere la cessione del 40 per cento ai privati, ma il progetto dei comuni non morirà. «L’acqua del Lodigiano non si tocca». Anche se la legge dovesse cambiare, Sal gestirà per 30 anni l’oro blu.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 30 ottobre 2009.

Almeno su questo non ci piove: Sal, Società acqua lodigiana, gestirà per i prossimi trent’anni l’oro blu del territorio. Anche se le leggi dovessero cambiare per intraprendere il cammino della privatizzazione, l’affidamento del servizio alla società pubblica che riunisce tutti i comuni della provincia non si tocca. Lo ha dichiarato nella giornata di ieri l’ex assessore all’ambiente Antonio Bagnaschi, in occasione del seminario intitolato “L’acqua nel Lodigiano tra passato, presente e futuro”, organizzato in piazza Castello da AcquAria e dal Movimento per la lotta contro la fame nel mondo. «Sal ha un affidamento trentennale che nessuno può toglierle - afferma Bagnaschi, il quale ha seguito in prima persona il progetto che ha portato alla nascita della società -, la decisione è stata votata all’unanimità dai sindaci e da questo punto di vista è inattaccabile. È importante che siano i sindaci a decidere che cosa fare sul territorio. La normativa, però, tenta di portare il sistema verso la privatizzazione, aggredendo anche l’ultimo pezzettino di pubblico rimasto. Sal rappresenta fino a questo momento un’esperienza unica, è un esempio di come le cose possono funzionare anche nel settore pubblico, ma è una sfida difficile da affrontare». Sal dovrà realizzare sul territorio 340 milioni di euro di investimenti. In questi giorni, tutti gli sguardi degli addetti ai lavori sono puntati sul decreto legge che dovrebbe cambiare le regole del gioco. Fino a questo momento all’interno della compagine societaria di Sal sono confluite solo l’ex Consorzio Basso Lambro di Sant’Angelo e il ramo idrico di Astem; all’appello mancano Asm Codogno e Amiacque (ex Cap gestione), ma la partita non è ancora chiusa. Il decreto legge che approderà in Parlamento la prossima settimana potrebbe prevedere la cessione di una quota ai privati: «Alcuni emendamenti potrebbero obbligare a mettere a gara il 40 per cento della società - spiega Diomira Cretti, direttore dell’Aato, l’Autorità d’ambito territoriale ottimale -, per cui Sal potrebbe non essere più totalmente pubblica, in questo caso anche l’Ato dovrebbe esercitare un controllo più pressante». L’Ato ha il compito di indirizzare l’attività di Sal, stabilire le tariffe e tutelare i consumatori.Il presidente di Società acqua lodigiana, Carlo Coltri, ha sottolineato il successo dell’operazione che permetterà di gestire il servizio idrico in modo più efficiente: «Stiamo per concludere l’accorpamento - dichiara -, quando tutti i tasselli saranno pronti Sal sarà l’unico interlocutore. Nell’organico attualmente ci sono 35 dipendenti, ma a regime ce ne saranno 110. Il nuovo scenario legislativo forse introdurrà la cessione di una quota al privato, ci auguriamo che le leggi siano di facile interpretazione». Una speranza condivisa anche dal direttore generale Carlo Locatelli, il quale si augura di poter iniziare al più presto il lavoro. L’assessore provinciale all’ambiente, Elena Maiocchi, ha sottolineato che la Provincia di Lodi si impegnerà affinché la qualità dell’acqua migliori, evitando sprechi e controllando che gli “eco-furbetti” non abbiano il sopravvento.
Nel corso del seminario, presentato dallo storico Ercole Ongaro, si è parlato del libro “Storie d’acqua”, un volume che spiega in modo semplice come arriva l’oro blu nei rubinetti delle case lodigiane e racconta la storia delle società protagoniste del settore.
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