Il Copasir: «Nessuno 007 coinvolto».
Arriva una nuova conferma: il linciaggio mediatico si basò su una lettera anonima spacciata per «informativa».
Rassegna stampa - Avvenire, 30 ottobre 2009.
Roma. Nessuno indagò su Dino Boffo, né compilò informative di alcun tipo. Si trattò, dunque, di un caso montato ad arte sulla base di una lettera anonima.
L’ennesima conferma è arrivata ieri dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), che ha comunicato di aver ricevuto la risposta scritta dei vertici dei servizi segreti sulla vicenda. Questi ultimi, interpellati lo scorso 17 settembre dall’organismo bicamerale presieduto da Francesco Rutelli sulla sussistenza di eventuali rapporti di collaborazione presente o passata con i servizi di sicurezza a qualsiasi titolo di persone che siano state messe dalla stampa in relazione alla vicenda Boffo, «hanno escluso, anche per il passato, qualsiasi forma di appartenenza o di collaborazione». Il Copasir, naturalmente, «ha preso atto della dettagliata ed esplicita dichiarazione» dei responsabili di Aisi e Aise. Fu «Il Giornale» di Vittorio Feltri, dopo aver pubblicato lo scritto anonimo affiancandolo alla notizia di una contravvenzione, a parlare di «informativa» sul conto di Boffo. Ma venne immediatamente smentito dal ministro dell’Interno Roberto Maroni e dal capo della Polizia Antonio Manganelli, nonché dai giudici del tribunale di Terni, che di quella contravvenzione si occupò cinque anni fa. Ora lo smentiscono anche i servizi di sicurezza.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.