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sabato 31 ottobre 2009

Rutelli lascia e la Camera chiude




Francesco Rutelli rompe gli indugi e annuncia il suo immediato addio al Partito democratico. Ad attenderlo Pier Ferdinando Casini, che pronostica: "Con lui, possiamo raggiungere 5 milioni di voti". E i due leader politici oggi partecipano ad un convegno della Fondazione Liberal-Popolare. "Dobbiamo creare le condizioni perché l'Italia in termini di prospettiva politica esca dalla guerra di 15 anni che si sta trascinando senza vincitori e con un solo grande sconfitto: il nostro Paese", ha detto Rutelli nel suo intervento. (Sky Tg24)



Inutile cercare, per dieci giorni non ci sarà nessuno. L'Aula della Camera ha chiuso ieri e i deputati sono convocati per lunedì 9 novembre, nel primo pomeriggio. Uno stop prolungato, cha a voler spulciare bene il regolamento non è poi così eccezionale. Se non fosse stato lo stesso presidente Fini a parlare chiaro, spiegando la scelta del lungo sabbatico: "Se non è possibile calendarizzare progetti di legge di iniziativa parlamentare, ha detto Fini ieri, è anche perché non possono essere licenziati dalle commissioni per mancanza di copertura finanziaria. Il presidente della Camera si rivolgeva al ministro per i rapporti con il parlamento Vito, ma le orecchie saranno sicuramente fischiate a Giulio Tremonti. È il suo ministero infatti a bloccare ogni legge che prevede nuove spese. E Fini oggi torna a rivendicare il ruolo del parlamento a partire dalla definizione della politica economica, finanziaria in testa. L'opposizione protesta apertamente per i dieci giorni di stop ai lavori d'aula e chiede al governo di affrontare il problema. Ma a SKY TG24 il sottosegretario Bonaiuti minimizza: durante la sessione di bilancio è normale un rallentamento. Alla ripresa dei lavori. (Sky Tg24)


Il processo a carico del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per la corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills riprenderà il 27 novembre a Milano. Lo si apprende da fonti giudiziarie. Lo stesso premier, a Bruno Vespa per il suo libro 'Donne di cuori' in uscita da Rai Eri - Mondadori venerdì 6 novembre, ha ribadito che in caso di eventuale condanna nei processi ancora in corso a suo carico non si dimetterà da presidente del Consiglio ma si dice "certo" che la sentenza Mills sarà annullata dalla Corte di Cassazione. Secondo l'ipotesi accusatoria, Mills avrebbe ricevuto 600 mila dollari per fornire una falsa testimonianza in due processi (All Iberian e tangenti alla Guardia di Finanza - ndr) che vedevano imputato l'attuale premier Silvio Berlusconi. Il legale britannico è stato condannato in primo grado a quattro anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari. Con la bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale, il processo potrà quindi riprendere da dove era stato interrotto a ottobre dello scorso anno (Asca).
Il superamento dell'Irap costerebbe l'8,4% delle entrate tributarie dello Stato: il gettito di tale imposta copre il 33,7% della spesa per la sanità nelle regioni. A lanciare l'allarme sulla tenuta dei conti pubblici, nell'ipotesi di abolizione dell'Irap, è la Uil, che ha "spulciato" i conti dei bilanci di previsione delle regioni per il 2009 e la bozza di bilancio dello stato per il 2010. Il gettito dell'Irap quest'anno sarà 36,8 miliardi di euro, spiega Guglielmo Loy segretario confederale della Uil, a fronte di 440 miliardi di euro di entrate tributarie previste dalla manovra di bilancio dello stato per il 2010, in discussione in questi giorni al senato. L'Irap - ricorda lo studio - è un tributo proprio regionale che, fino a quest'anno, è incassato dallo stato e poi trasferito alle regioni per finanziare la spesa sanitaria regionale. Il 33,7% della spesa della sanità nelle regioni, che per l'anno 2009 ammonta, secondo le previsioni ad oltre 109,3 miliardi di euro, è finanziata dal gettito dell'Irap. I restanti 72,5 miliardi di euro di spesa per la sanità sono, quindi, a carico della fiscalità generale sia nazionale, che regionale. Non sono, quindi, voci fuori dal coro, quelle di chi sostiene che l'eventuale abolizione dell'imposta metterebbe a rischio la tenuta del sistema sanitario pubblico, spiega la Uil. L'Irap, dati alla mano, rappresenta una voce importante per le casse delle regioni in quanto, da sola, rappresenta il 17% del totale delle entrate delle stesse (216 miliardi di euro) e il 72,3% del gettito derivante dai tributi propri delle regioni (50,9 miliardi di euro). Nel nord il tasso di copertura della spesa per la sanità (51,1 miliardi di euro), è garantito dal gettito dell'Irap per il 40%; al centro (23 miliardi di euro) per il 37,2%; mentre è molto basso nel mezzogiorno dove il gettito dell'Irap copre appena il 22,2% della spesa sanitaria (35,2 miliardi di euro). In Lombardia l'incidenza del gettito Irap sul totale della spesa della sanità è il 48,4%; mentre in Toscana è il 41,5%; in Veneto il 41,2%; nel Lazio il 37,8%; in Val d'Aosta il 37,2%. (Asca)
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