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lunedì 21 settembre 2009

Le moto Merlini rarità da collezionista

Un interessante articolo dal punto di vista delle testimonianze storiche del territorio cui Brembio appartiene, è apparso venerdì scorso su Il Cittadino.
L’officina attiva tra gli anni ’50 e ’60 e contribuì allo sviluppo dell’Italia.
Quando a Casale c’era una fabbrica di moto: l’avventura della Merlini.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Cristiano Brandazzi, 18 settembre 2009.

Negli anni del boom economico, quando l’Italia iniziava a muoversi sulle “due ruote”, anche il Lodigiano ha avuto una fabbrica di motociclette: si tratta della Moto Merlini di Casalpusterlengo, attiva dal 1951 fino ai primi anni ’60, quando poi la successiva motorizzazione di massa riempì le nostre strade di Fiat 600, la prima vera utilitaria che la famiglia media poteva permettersi.
La storia di questa officina ora viene riscoperta grazie al club Gavem (Gruppo amatori veicoli d’epoca Maleo) della Pro loco di Maleo che domenica prossima [ieri, ndr], nell’ambito della sesta edizione del raduno di veicoli d’epoca, proporrà una mostra con alcuni modelli di questo marchio e una serie di pannelli rievocativi e consegnerà nel contempo un ricoscimento alle signore Maria Rita e Luisa, rispettivamente figlia e moglie di uno dei fondatori, Giuseppe Merlini, classe 1925, scomparso nell’aprile del 2006.
Le origini. La moto Merlini nasce nel 1951 per volere dei due fratelli Giuseppe e Pietro Merlini, originari del Bresciano. «Mio padre - racconta la signora Maria Rita - lavorava a Milano con il fratello più giovane Pietro. Si occupava della produzione di telai per biciclette alla Gloria. Quindi passò alla Necchi, settore moto, dove realizzava telai per veicoli con motori Ducati e Sachs». Il settore, dunque, il signor Giuseppe Merlini lo conosceva molto bene. L’Italia aveva bisogno di muoversi, di andare e in fretta: erano gli anni della grande crescita economica. Da lì la decisione di mettersi in proprio e aprire l’Officina F.lli Merlini - ciclomotori e motocicli con sede in piazza Repubblica. Fu subito un successo. I modelli in produzione andavano dal 48 cc al 200, anche se qualcuno ora ricorda anche qualche 250 uscito dalla piccola catena di montaggio di Casale. I telai erano creati da zero dai Merlini, che avevano coinvolto nell’impresa anche il fratello Angelo: su di essi erano quindi montati motori Sachs, Villiers e Demm, che garantivano affidabilità e buone prestazioni.
La nascita del moto club. Ben presto la Merlini divenne anche un luogo di aggregazione per gli appassionati delle due ruote. All’epoca chi voleva differenziarsi acquistava un modello della casa di Casalpusterlengo, preferendola a nomi più diffusi come Gilera o Morini. Per questo all’interno del Motoclub Casalpusterlengo si decise di dare vita a un gruppo per i modelli Merlini. «Per legge ogni comune poteva ospitare un club con almeno 150 iscritti - racconta la signora Maria Rita -; con l’andare degli anni, in particolare tra il 1957 e il 1958, la Merlini conobbe la sua massima diffusione. Per questo, nel club finirono per crearsi delle naturali rivalità, che portano mio padre e altri a fondare un proprio sodalizio, la cui sede venne spostata per ragioni legislative a Terranova dei Passerini». Bastò poco per superare la quota dei 150 iscritti e tornare così a Casale con un Motoclub, che divenne punto di riferimento per tutti gli amanti delle due ruote. Il gruppo prese parte a numerose manifestazioni in diverse parti del Nord Italia, ottenendo anche importanti riconoscimenti in gare e gimkane.
La conclusione. La produzione continuò fino ai primi anni ’60 dunque. La sede venne spostata in via Cavour. E con l’avvento della Fiat 600, alla Merlini si decise di concentrare le proprie attenzioni sui modelli più piccoli, i “cinquantini”. Giuseppe Merlini, intuendo che i tempi stavano cambiando, decise di iniziare una nuova attività nel settore della produzione di mobili per uffici e comunità. «Un giorno un cliente della Liguria chiese a mio padre dei serramenti in alluminio per il proprio albergo a Ventimiglia - racconta la signora Maria Rita -; e lui non ci pensò due volte a soddisfarlo, fornendogli quello che cercava». Da qui nascque la Metal Legno, nome storico tra le aziende della Bassa, che Giuseppe Merlini tenne fino agli anni ’90 quando decise di andare in pensione.
I numeri. Dai documenti in possesso della famiglia Merlini sembra che l’officina di moto abbia sfornato almeno 300 pezzi in tutto; ma esperti e appassionati del settore sostengono invece che il numero totale dei veicoli prodotti a Casale sia almeno il doppio: forse, la modulistica ufficiale non teneva conto dei modelli più piccoli, i 48. Sta di fatto che adesso di Merlini ne sono rimaste ben poche: sono una rarità molto ricercata nel mondo del collezionismo. Tre modelli sono nelle mani di un appassionato di Casale, che sta pensando tra l’altro di allestire un museo con i modelli che hanno fatto la storia proprio come la Merlini.


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