Venerdì scorso, 18 settembre, Il Cittadino pubblicava la risposta del presidente della Provincia ad una lettera della direzione provinciale del Pd con la quale si chiedeva a Foroni di schierarsi: con o contro il fascismo. Ecco il testo.
A loro le chiacchiere, a me l’eredità dei problemi irrisolti.
Egregio Direttore, nella pagina delle lettere dell’edizione del 14 settembre 2009 del quotidiano da Lei diretto ho rinvenuto una missiva scritta dalla direzione provinciale del PD, che chiede al sottoscritto cosa pensi del fascismo, quasi sottintendendo una certa indulgenza. Mi permetto due brevi considerazioni:
1) Nessuno ha il diritto di porre interrogativi sui valori antifascisti e democratici del sottoscritto. Lo dimostrano la mia storia, il mio comportamento, la mia condotta sia come cittadino privato che come amministratore, nonché la storia della mia famiglia in cui sono stati presenti attivisti antifascisti (di cultura ed impostazione “bianca”) nonché semplici uomini di campagna, come il mio bisnonno, di professione mungitore, regolarmente manganellato nel ventennio perché aveva il difetto di dire quello che pensava.
2) Riscontro ancora una volta l’atteggiamento di appartenenti al Partito Democratico (soprattutto gli esponenti dal passato PCI-PDS-DS) teso a dare patenti e licenze di democraticità, come se loro fossero per diritto naturale su uno scranno più alto rispetto agli altri comuni mortali e fossero titolari di un principio di supremazia morale che gli conferisce l’autorità di conclamare chi è bravo o meno, meritevole o meno, democratico o meno. Stiamo parlando di persone che hanno militato nel Partito Comunista filosovietico: da che pulpito.
Comunque lascio ai predetti ogni ulteriore lezione di democrazia e antifascismo. Non perché non sia interessato. Semplicemente in questi giorni sono impegnato più concretamente a risolvere qualche problema che proprio la precedente gestione, anche del Partito Democratico, mi ha lasciato in eredità in provincia: il piano rifiuti, Eal Compost, Sorgenia e la discarica di Senna, i lavori di manutenzione nelle scuole, il patto di stabilità, per accennare solo alle questioni principali. Come vede, a ciascuno il suo: a loro le chiacchiere sui dubbi dell’eredità fascista di qualcuno, a me l’eredità dei gravosi problemi lasciati irrisolti, ai quali, in silenzio e senza proclami, sto cercando di porre rimedio.
Pietro ForoniPresidente della Provincia di LodiOggi sempre su
Il Cittadino, il consigliere provinciale
Luca Canova ritorna alla carica con un'altra lettera. Ecco il testo.
Mi attendo una critica al fascismo.
Travolto dal dolore nel sapermi bocciato e sinceramente preoccupato per la «colossale figuraccia» rimediata nella mia replica alla strombazzatissima pubblicazione degli stipendi della Giunta Provinciale, ribadisco:
1. che 20.000 euro mensili per una giunta provinciale sono una cifra adeguata;
2. che bisogna meritarseli, lavorando duro senza confondere slogan con delibere;
3. che si può sempre cambiare lavoro, per scelta propria (e ahimé degli elettori).
Desideroso di non voler incrementare la polemica in atto, certo che i gruppi di maggioranza converranno con me sul fatto che ben altri sono i problemi del Lodigiano (per esempio il lavoro) ricordo agli eventuali interessati che non sono mai stato filosovietico e che considero il regime comunista sovietico, crollato da 20 anni, uno dei grandi fallimenti della storia.
Attendo, per par condicio, analoga presa di distanza dei capigruppo di maggioranza in merito alle dichiarazioni filofasciste recentemente espresse da taluni importanti rappresentanti della Giunta Provinciale in occasione della commemorazione dei Martiri del Poligono di Lodi.
Sono certo che i lettori di questo quotidiano leggeranno una severa critica al regime fascista di Mussolini e alle alleanze repubblichine senza, se e senza ma, entro 8 giorni da oggi. E che la lettera, firmata dai capigruppo di An, FI liste civiche e Lega nord sarà controfirmata anche dalla Giunta Provinciale.
Luca Canova
Heidelberg (Germania) Davanti ai resti della sinagoga ebraica distrutta dai nazisti nella Kristallnacht del 1938
Postilla. Il presidente della Provincia, sicuramente senza volerlo, con il suo atteggiamento del fare che non ha cinque minuti per discutere la questione, dà una chiara risposta: non posso farlo. Il che significa evidentemente che i sospetti avanzati dal Pd possono ritenersi fondati e l'ironia finale di Canova ne dà testimonianza. Il non esporsi nel dire apertamente il proprio pensiero, piuttosto che affidarsi al giudizio altrui sulla propria storia, indica a chiare lettere che un po' di nostalgia repubblichina aleggia in taluno dalle parti del palazzo provinciale e per amor di patria è meglio glissare. A noi interessa poco la questione. L'errore dei lodigiani di portare in Provincia azzurri verdi e neri, se di errore si tratta, non è venuto per caso. Su questo si dovrebbe riflettere non sviando la questione con falsi problemi - anche se dopo le dichiarazioni dell'assessore Capezzera appaiono non trascurabili. E poiché il Pd è in fase di discussione congressuale, almeno nel Lodigiano una disamina vera dei motivi che hanno "cambiato il mondo" locale dovrebbe essere fatta ed un dibattito ampio.
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