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mercoledì 16 settembre 2009

Italia Politica, n. 2 - 16 settembre 2009

Italia Politica
Numero 2, 16 settembre 2009

Casini, forse alleanze locali con il Pdl
La mattinata politica l’ha aperta Pierferdinando Casini non escludendo alleanze locali con il Pdl per le prossime elezioni regionali, a patto che ci siano affermazioni, impegni chiari e scritti che “contraddicano gli insulti di ieri all'Udc” arrivati dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante la trasmissione Porta a Porta. Casini, intervenendo alla 'Telefonata' su Canale 5 ribadiva comunque che con Pd e con Pdl non ci sarà un'alleanza di carattere nazionale, ma si valuterà caso per caso. Nessuna possibilità di intesa politica dell'Udc invece con l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro e con il presidente della Camera, Gianfranco Fini, anche se per motivi diversi.
Per quanto riguarda l'ex presidente di An, ha spiegato Casini, “è impossibile un'alleanza con l'Udc, è uno dei fondatori del Pdl”. Però tra l'Udc e Fini va sottolineata, sostiene Casini, “la profonda assonanza sulla libertà e sull'autonomia dei vertici istituzionali, che non sono i lustrascarpe di nessuno”. Altrettanto netta, e senza alcuna concessione, la posizione sull'Italia dei Valori, formazione nei confronti della quale Casini ha detto di avere “allergia politica”. Di Pietro poi, spiega l'ex presidente della Camera, rappresenta “l'avversario di comodo di Berlusconi, che non si contrasta con il livore e l'odio ma con un'idea alternativa del Paese”. Anche con la Lega eventuali alleanze sono “impossibili”, soprattutto perché fra Carroccio e Udc “'penso ci sia una concezione diversa della politica”, ha spiegato Casini. “Nessuna intesa con Rutelli, solo grande rispetto e condivisione profonda su alcuni grandi temi come il testamento biologico. Una legge che abbiamo contribuito a fare e che intendiamo difendere”.
Infine, riguardo al Grande Centro Casini ha ribadito di non volerne parlare in questi termini: “Chiamiamolo Andrea. Non lo abbiamo fatto – ha assicurato - e non aspettiamo uomini della provvidenza. Cerchiamo con chi allargarci e se son rose fioriranno”.

La disfatta mediatica del Caimano
Poco prima di mezzogiorno le agenzie diffondono i dati degli ascolti: Gabriel Garko meglio di Silvio Berlusconi. La fiction “L'onore e il rispetto”, su Canale 5 batte, infatti, nettamente in ascolti “Porta a porta”. La trasmissione di Mediaset ha avuto il 22,61% di share con 5.750.000 spettatori contro il 13,47% e 3.219.000 spettatori della puntata di Vespa su Raiuno con il presidente del consiglio. I due programmi si sono sostanzialmente sovrapposti: la fiction è andata in onda dalle 21.16 alle 23.20, mentre “Porta a porta” dalle 21.12 alle 23.45.
Il primo commento che si registra, ai dati di ascolto delle trasmissioni televisive di ieri sera, è quello di Anna Finocchiaro, presidente del gruppo PD a Palazzo Madama: “Ho appena letto i dati di ascolto e gli indici di share delle trasmissioni di ieri sera. E mi ha colpito che l'onore e il rispetto (“L'Onore e il Rispetto” è il titolo della fiction andata in onda ieri sera su Canale 5) si siano imposti sulla propaganda di Berlusconi. Curioso, no?”.
A ruota, il senatore dell'Italia dei Valori Stefano Pedica sostiene che: “Il flop degli ascolti della puntata di ieri di Porta a Porta dimostra che gli italiani sono ormai nauseati da Bruno Vespa e dalle sue sviolinate a Berlusconi”. E aggiunge: “La prossima volta non basterà nemmeno trasmettere gli spot governativi a reti unificate, perché la gente farà prima a spegnere il televisore. L'Italia dei Valori continuerà a invitare il suo elettorato a cambiare canale ogni qual volta appariranno sullo schermo il videocrate e il suo maggiordomo. Il nostro sit-in di ieri a via Teulada è stato una vittoria: vedere Berlusconi entrare dalla porta di servizio nella tv che ha occupato è l'inizio del suo triste declino”.
Il Pd si scatena, Roberto Cuillo, componente della direzione afferma: “Come dimostrano i dati Auditel la puntata di ieri sera di Porta a Porta fa scendere la rete sotto la media. La dimostrazione che i telespettatori e i cittadini italiani rifiutano l'informazione a senso unico e l'abbattimento degli spazi di pluralismo e di informazione in Rai. Una lezione per il Presidente del Consiglio e per coloro che lo hanno 'servito' in questi giorni”. Così il senatore del Pd Fabrizio Morri, capogruppo nella commissione parlamentare di vigilanza Rai: “La notizia che la fiction 'L'onore e il Rispetto' ha surclassato gli ascolti di Porta a Porta con il premier spiega l'ansia del Presidente Berlusconi e del Direttore generale Masi. Ansia che li ha portati a cancellare Ballarò e che ha portato Mediaset a cancellare Matrix. Il 13% di ascolti di Porta a Porta in prima serata equivale alla performance del più scadente dei varietà”. E aggiunge: “Alla luce dei dati appare chiaro che se ci fosse stata la normale concorrenza e non fossero stati stravolti i palinsesti il dispiacere di Berlusconi questa mattina sarebbe stato ancora più grande”. Vincenzo Vita, senatore del Pd esperto di politiche di comunicazione, afferma: “La trasmissione di Vespa con Berlusconi sarà ricordata come la più plateale forma di comunicazione di regime e di appiattimento a un capo di governo, nonché come l'inizio della crisi di un certo modello di talk show televisivo. Quello, per l'appunto, fondato sulla mera propaganda e sulla ingiallita tecnica manipolatoria della 'cerimonia mediatica'”. E aggiunge: “È un clamoroso crollo di audience, di cui chi ha avuto la bella pensata, dovrà rispondere agli organi competenti. Infine la vicenda dello spostamento di 'Ballarò' e del cambiamento improvviso di palinsesti richiederà verosimilmente l'intervento dell'Agcom visto che lo stesso contratto di servizio, al suo articolo 3, è stato evidentemente aggirato”.
Intervenendo stamani a Radio Città Futura , il Presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, ha espresso severe critiche alla lunga trasmissione che ha avuto ospite il Presidente del Consiglio Berlusconi nel giorno della consegna delle prime case ai terremotati di Onna: “Con la puntata di ieri di 'Porta a Porta', abbiamo davvero toccato il fondo”. E ha affermato: “Quella di ieri è stata una giornata importante, di gioia , guastata in parte dall'indecorosa enfasi data all'evento. Ho sentito dire che nella sostanza era tutto risolto, ma così non è. Ancora questa mattina sono passata in una tendopoli dove era in atto una protesta. Ci sarebbe voluta decisamente più sobrietà, per rispetto soprattutto di quelle tante migliaia di abruzzesi che una casa ancora non ce l'hanno. Dopo quello che ho visto - ha aggiunto - parteciperò con maggiore passione e determinazione alla manifestazione di sabato a Roma per un'informazione libera”.
Il consigliere Rai Giorgio Van Straaten ha affermato: “Solo il 13,5% degli spettatori italiani ha guardato lo show di Silvio Berlusconi presentato da Bruno Vespa: un flop clamoroso, forse la peggiore performance di Rai Uno nell'anno”. Così la scelta del direttore generale Mauro Masi si è rivelata non solo inaccettabile sotto il profilo del pluralismo informativo e del buon giornalismo, ma anche completamente sbagliata rispetto agli interessi dell'azienda, come era facilmente prevedibile e anche io avevo previsto”. E ha aggiunto: “Mi auguro che questa vicenda sia di insegnamento e che da oggi, nell'interesse del paese e della Rai, i giornalisti tornino a fare i giornalisti e i dirigenti a dirigere l'azienda con autonomia ed efficienza”.
Sempre dal fronte dell’opposizione arrivano altri autorevoli commenti. Giorgio Merlo, Pd, vicepresidente della commissione parlamentare di vigilanza Rai afferma: “Gli italiani non hanno gradito lo show mediatico del presidente del Consiglio. Questo testimoniano i dati Auditel della puntata speciale di ieri sera di Porta a Porta, che ha registrato un risicato 13% di share, percentuale molto al di sotto della media della prima rete. Spero che questo risultato sia da monito per i dirigenti Rai che, nel salvaguardare la mission della televisione pubblica, devono garantire ai cittadini un'informazione completa e plurale”.
“Ma che razza di servizio pubblico è quello che organizza un'orgia del potere?”. Lo dice il senatore Francesco 'Pancho' Pardi, membro Idv della Commissione di vigilanza Rai. “Premetto che ho guardato Porta a Porta in qualità di membro della commissione di vigilanza, infatti noi dell'Italia dei Valori abbiamo chiesto a tutti i cittadini di boicottare la prevedibile propaganda della trasmissione. E la risposta - aggiunge Pardi - è sotto gli occhi di tutti: un fallimentare e vergognoso 13 per cento di share. Comunque, ho assistito a una delle pagine più brutte nella storia dell'informazione e della democrazia: un monologo di menzogne degno del peggior regime mediatico. Le case costruite con i soldi della Croce Rossa e l'impegno della Provincia di Trento spacciate per regalo di Berlusconi. Ci vorrebbe l'impeachment per chi mente, ma soprattutto per chi ha ridotto il servizio pubblico radiotelevisivo a portavoce del Governo e a cassa di risonanza delle ridicole vanterie di Berlusconi”.
“Oggi sappiamo qual è la popolarità del premier: si ferma al 13 per cento di gradimento degli italiani. Vittima del suo conflitto d'interesse, il Berlusconi proprietario delle reti Mediaset batte il Berlusconi controllore politico del servizio pubblico. Non è bastato militarizzare la Rai, imporre lo spostamento di Ballarò, chiedere a Matrix di farsi più in là”. Ad affermarlo è Rosy Bindi, Pd, vicepresidente della Camera che aggiunge: “Il flop a Porta a Porta è una doppia umiliazione: per Viale Mazzini che non ha salvaguardato l'autonomia del servizio pubblico e per Berlusconi che ha usato uno spazio privilegiato per fare propaganda di regime e attaccare la stampa indipendente e gli avversari politici”.

Le solite filastrocche dei poveracci Berluscones
“Ancora una volta la sinistra si contraddistingue per il suo odio e la sua faziosità verso il Presidente del Consiglio”. Lo affermava il deputato Giovanni Mottola (Pdl), membro della Commissione di vigilanza Rai, a proposito dei dati sugli ascolti tv, secondo i quali la finction su Canale5 ha battuto Porta a Porta di Bruno Vespa con Silvio Berlusconi. “La trasmissione sul terremoto in Abruzzo non doveva e non poteva essere uno show mediatico ma solo una doverosa e completa informazione sugli eccezionali risultati ottenuti dal Governo per i terremotati dell'Abruzzo. Il resto sono solo chiacchiere inutili dei soliti cattocomunisti”.
“I dati d'ascolto crescono e diminuiscono. Invece cresce il consenso per il governo e l'azione di Berlusconi”. Lo afferma il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, commentando gli ascolti tv di ieri sera. “Fare case per i terremotati, affrontare la crisi economica: il governo dei fatti gode di un crescente consenso nel paese ed è questo il vero dato di gradimento che conta di più”.
E il ministro Gianfranco Rotondi, commentando le polemiche sui dati della puntata di ieri di Vespa: “Vedo tanti 'esperti' in giro di auditel, percentuali di ascolto e così via: mi complimento con loro, evidentemente Berlusconi è stato innovativo anche in questo”. “Gli 'esperti' di cui sopra - continua Rotondi - parlano di scarso successo del premier a 'Porta a Porta' dimenticando gli alti indici di gradimento alle elezioni e nei sondaggi che incassano questa maggioranza, il governo e il presidente del Consiglio. Ora far passare i dati televisivi come i risultati dell'urna mi sembra davvero fantasioso...”.
Pippo Fallica, deputato del Pdl, sostiene: ''La sinistra, incapace di produrre idee e proposte per il Paese, cerca di dimostrarsi ancora vitale inventandosi una polemica al giorno. Oggi è la volta dell'Auditel, domani chissà a cosa si attaccheranno. Per fortuna ci sono un governo e un presidente del Consiglio che guardano agli interessi del Paese e non si perdono dietro le farneticazioni di un'opposizione allo sbando”.
“Lo share lo abbiamo registrato alle europee e lo registreremo ancora alle prossime elezioni regionali”. È con questa battuta che il capogruppo della Lega e segretario di presidenza in Commissione di vigilanza Rai, Davide Caparini, commenta, interpellato dai giornalisti prima dell'avvio dell'Ufficio di presidenza della Commissione, liquidando la questione.

L’Unione Stampa Cattolica aderisce alla manifestazione del 19/9
L'Unione Cattolica Stampa Italiana (Ucsi) aderisce alla manifestazione indetta dal Fnsi per la libertà di stampa. Lo ha annunciato la stessa associazione, dopo la riunione della Giunta Nazionale che si è tenuta a Roma ieri. La libertà di stampa, si legge in un comunicato dell'Ucsi, “ancora esiste” ma “è minacciata da alcuni poteri forti presenti sia nell'informazione radiotelevisiva - dove si fatica a trovare voci che non rispondano agli ordini di una scuderia politica - sia nella carta stampata, dove le intenzioni di schieramento e di lobby prevalgono ormai sulla autonomia delle imprese editoriali. L'Ucsi segnala il pericolo che anche nel mondo cattolico, dopo la squallida aggressione che ha portato alle dimissioni il direttore di Avvenire, possano trovare forza le voci di chi preferirebbe una stampa asservita e normalizzata. Sarebbe davvero insensato che, mentre i giovani spostano progressivamente su fonti incontrollate i propri bisogni di informazione, le imprese istituzionali si arroccassero sempre più in una informazione governata dalle veline, da qualunque parte provengano; una informazione, questa sì, davvero farabutta”.

Garimberti, Solidarietà a Ballarò, Report, Annozero, Raitre
“Il Servizio Pubblico, come dice la parola stessa, è al servizio di tutti i telespettatori, quali che siano le loro opinioni. Completezza e pluralismo dell'informazione - afferma in un comunicato il presidente della Rai, Paolo Garimberti - ne sono i principi fondanti e non possono non essere il metodo di lavoro delle nostre redazioni. Il diritto di critica al nostro operato è legittimo, la delegittimazione sistematica e l'insulto no. In tutte le democrazie occidentali le tv pubbliche sovvenzionate dal canone criticano governi, coalizioni, partiti e singoli politici senza che nessuno gridi allo scandalo. Gli uomini pubblici e di governo che pensano che la Rai debba astenersi dal riportare critiche alla loro parte scambiano il Servizio Pubblico con le televisioni di Stato che operano in regimi non democratici. Per questo gli attacchi a singole trasmissioni della Rai e gli insulti ai suoi giornalisti vanno respinti con la massima fermezza: come ieri l'ho espressa a Vespa per le offese che gli erano state rivolte, oggi - conclude Garimberti - la mia solidarietà va a RaiTre, a Ballarò, a Report, ad AnnoZero e a tutti i lavoratori del Servizio Pubblico attaccati ieri proprio nella trasmissione di Vespa”.
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