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lunedì 7 settembre 2009

Delenda Carthago

L'arroganza contro cui forse è il momento di cominciare a lottare.

"Spero che questo atto contribuisca a svelinire un clima che da tre mesi ha tolto alla politica la sua nobiltà". Con queste parole il vice presidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello, aveva commentato la notizia delle dimissioni del direttore di 'Avvenire' Dino Boffo. "Spero che contribuisca a fare tornare ad essere il confronto tra le idee e le proposte diverse il sale della politica e dell’informazione. Ho sempre ritenuto che la lotta politica debba evitare di entrare nella vita privata, per quanto un uomo pubblico non possa avere la stessa privacy di un comune cittadino ci sono ambiti che non si devono usare per la lotta politica. Sono sempre stato contro una politica fatta dal buco della serratura sia quando ha colpito politici amici che avversari". Se leggete attentamente, l'impressione è che l'agnello sacrificale, cioè Boffo, sia non solo il carnefice ma anche una sorta di grande vecchio che ha ordito il complotto contro la politica italiana mettendo allo scoperto "le tette e i culi" (ma non è stato lui) che straboccano dalla vita pubblica del leader del predellino. Dispiace molto che almeno il buon senso non suggerisca il silenzio.
Ieri infatti a ribadire i concetti è stato Denis Verdini. "Penso che con le dimissioni del direttore di Avvenire Dino Boffo si possa chiudere questa situazione e ricominciare a parlare di politica". Già, così ha affermato il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini convinto anche che questa vicenda "non sia rilevante ai fini della possibile alleanza con l’Udc". Alleanze che "riguardano l’amministrazione di regioni importantissime e la soluzione di un problema molto grave che attanaglia il Paese da 8 anni cioè la sciagurata modifica del Titolo V della Costituzione che ha creato leggi concorrenti impedendo, a chiunque governi, di fare politiche serie sull’energia, sulle infrastrutture, sull’ambiente". Parlando a margine della prima riunione del coordinamento regionale del Pdl toscano, riunitosi a Viareggio, Verdini a proposito delle polemiche sulla libertà di informazione ha poi sottolineato come alla tv non vi siano "trasmissioni di approfondimento politico che non affondino contro il presidente del Consiglio e il Pdl in generale".
Per il coordinatore nazionale del Pdl è quindi sbagliato dire "che non c’è libertà di informazione e sentirlo mi irrita". Per non parlare della carta stampata: "difficile trovare quotidiani che non abbiamo una libertà di interpretazione, anzi talvolta anche di ricostruzione fantastica delle cose, fatti salvi Libero, il Giornale e il Tempo. Gli altri non li trovo, per così dire, ’costretti’. C’è di tutto e di più". Quanto è successo in questi mesi con Berlusconi, per Verdini "ha innescato un processo a catena, non dico giusto o sbagliato. Per me le cose private dovrebbero restare tali. Mi auguro quindi che quella sofferenza - ha concluso riferendosi a Boffo - ponga fine a questa situazione".
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