23 settembre 2009
Ieri sera, martedì 22 settembre, è andato in onda regolarmente "Ballarò". Comincimo col rivedere il primo servizio e il primo intervento di Di Pietro.
La scelta di privilegiare la trasmissione 'Porta a Porta' per la consegna delle prime case in Abruzzo è stata fatta "per continuità editoriale". Lo ha affermato oggi il direttore generale della Rai, Mauro Masi, nel corso della sua audizione davanti la Commissione di Vigilanza Rai a San Macuto. Masi spiega che è stato deciso di riqualificare il palinsesto e di anticipare in prima serata la trasmissione di Bruno Vespa perché questa aveva già seguito in precedenza il dramma abruzzese, con una trasmissione dedicata alla prima scossa di terremoto e, un mese dopo, con una trasmissione dedicata al bilancio per la ricostruzione. Inoltre, aggiunge Masi, il giorno della trasmissione tanto criticata avveniva la consegna di un asilo per la ricostruzione del quale 'Porta a Porta' aveva raccolto oltre 4 milioni di euro.
E per quanto riguarda Annozero: "Nessuno vuole scaricare su Agcom la responsabilità" della partecipazione di Marco Travaglio ad Annozero. Lo assicura il direttore generale della Rai, Mauro Masi, al termine dell'audizione in commissione Vigilanza.
Oggi è saltato il previsto incontro tra il Dg e Calabrò ma sono tuttora in corso contatti tra la Rai e l'Autorità per la definizione del contratto di Travaglio.
E adesso la seconda clip di Ballarò con l'intervento di Maurizio Lupi (Pdl).
"Ci sono molti modi per intervenire sulla libertà e il diritto all'informazione. Capito che le censure palesi e le chiusure delle trasmissioni hanno un effetto troppo evidente, che provoca ripercussioni controproducenti, si opta adesso per un meccanismo meno diretto ma certo non meno efficace". Così Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, responsabile delle politiche dell'informazione e della comunicazione, interviene sulla vicenda Annozero. "Ritardare la programmazione dei programmi, ritardare all'estremo i contratti dei protagonisti, sperando magari che così siano loro ad escludersi, non prevedere le tutele legali necessarie a trasmissioni di inchiesta - afferma il dirigente sindacale - sono tutti metodi molto in voga attualmente in Rai, fino ad arrivare alla presentazione di programmi che si dichiara di subire e di cui si preferirebbe la non presenza". Tutto questo, per Fammoni, "non è meno grave, è altrettanto sbagliato e inaccettabile".
Per il segretario della Cgil, che riconferma l'adesione della Cgil alla manifestazione del 3 ottobre a Roma per la libertà di informazione, "deve essere forte ed esplicita la solidarietà alle redazioni, alle persone e ai programmi che subiscono questi trattamenti e deve salire la protesta contro i vertici della RAI e queste loro scelte non accettabili".
Gli interventi successivi sulla libertà di stampa a Ballarò.
"Le idee sul giornalismo del servizio pubblico espresse in Commissione di Vigilanza dal Direttore Generale della Rai sono il fondamento teorico dell'informazione asservita al potere di turno". Lo afferma il presidente della Fnsi, Roberto Natale, che così prosegue: "Non si fanno trasmissioni politiche contro, ha detto Mauro Masi, riscrivendo la storia del giornalismo televisivo britannico e americano. Purtroppo si è dimenticato di aggiungere che non si dovrebbero fare nemmeno trasmissioni politiche a favore, e che la completezza dell'informazione andrebbe garantita anche quando si permette al Presidente del Consiglio di insultare senza replica i 'troppi farabutti'. La sua omissione conferma che vuol piegare il giornalismo Rai ad una umiliante funzione di propaganda; come attestano tutti i pretestuosi ostacoli che si stanno frapponendo in queste ore al contratto di Marco Travaglio. Questa Rai è capace soltanto di collezionare brutte figure: ultima delle quali la motivazione con la quale la Corte d'appello di Roma ha smontato le giustificazioni addotte a suo tempo per cacciare Michele Santoro. I comportamenti del servizio pubblico danno tanti motivi in più per essere con la Fnsi in piazza del Popolo il 3 ottobre, a difesa dell'Articolo 21".
Ancora Ballarò:
Le attese nomine di Raitre domani non ci saranno e Sergio Zavoli, presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, chiede al direttore generale Mauro Masi di spiegare il perché. È avvenuto alla fine della riunione della Commissione quando Zavoli ha ricordato che a luglio il Cda aveva rinviato la questione a settembre. Ora, ha chiesto Zavoli, perché non ci sono ancora le nomine? "Sono ragioni politiche o altre non confesse? C'è invadenza dei partiti o acquiescenza dell'Azienda?".
Zavoli ha anche riferito a Masi le critiche di poco pluralismo e di perdita di qualità dei programmi Rai. Ma ha anche fatto riferimento alle critiche che in questi giorni hanno investito personalmente Masi: "Lo sa di essere al centro, da più parti, del sospetto di voler normalizzare la Rai?". Ulteriore argomento è stato infine quello dell'informazione sul congresso del Pd. In proposito Zavoli ha raccomadato a Masi che la Rai sulle candidature alla segreteria tenga un criterio di pari trattamento.
L'ultima clip di Ballarò:
E sempre sulla libertà di stampa, chiudiamo con due clip divertenti tratte dal Tg4 di questa sera.
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