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mercoledì 23 settembre 2009

Nero nucleare

Chi si oppone alla legge.
Sette governatori rossi contro gli impianti atomici.
Rassegna stampa - Libero, Tommaso Montesano, 23 settembre 2009.



Due giorni fa erano state Toscana, Piemonte, Calabria e Liguria. Ieri è stata la volta di Umbria ed Emilia-Romagna. Venerdì toccherà al Lazio. Ogni giorno che passa si ingrossa sempre di più la lista delle Regioni italiane che hanno deciso di fare ricorso alla Corte costituzionale contro la legge che disciplina il ritorno al nucleare, la numero 99 del 2009. Minimo comun denominatore: l'appartenenza al centrosinistra del governatore. Le "regioni rosse" hanno deciso di rivolgersi alla Consulta perché secondo loro il governo non può decidere da solo dove collocare i nuovi impianti atomici nel caso non si raggiunga un'intesa con gli enti locali, come invece è previsto dalla "legge sviluppo" approvata dal Parlamento prima della pausa estiva.
Le prime a muoversi, lunedì, erano state Toscana, Piemonte, Calabria e Liguria. La prima, in particolare, aveva motivato il ricorso alla Corte nel nome del suo «impegno per diffondere il ricorso alle fonti rinnovabili». Ieri ha suonato la carica Vasco Errani, governatore dell'Emilia-Romagna, secondo cui due articoli della legge «non tengono conto del ruolo delle Regioni. Non è possibile che l'eventuale contrarietà di una Regione ad accogliere un impianto possa essere considerata alla stregua di un semplice parere non vincolante. Per questo abbiamo deciso il ricorso alla Corte». Nel mirino dei governatori rossi c'è la norma che assegna al governo il potere di sostituirsi agli enti locali in caso di divergenze.
La strada del ricorso ai quindici giudici costituzionali sarà seguita anche dal Lazio. «Venerdì la giunta regionale varerà una delibera per impugnare davanti alla Consulta la "legge sviluppo" che esautora le Regioni di fronte alle decisioni circa l'energia atomica», annuncia Filiberto Zaratti, assessore all'Ambiente della Pisana. Sarà, ma intanto la curiosa coincidenza del comune colore politico dei ricorrenti (giunte di centrosinistra) qualche interrogativo lo suscita. E non è l'unico, visto che l'atteggiamento sempre più "politico" degli enti locali non sfugge neppure, su un altro fronte, a Mariastella Gelmini. Il ministro dell'Istruzione, infatti, esprime «profonda preoccupazione per il blocco delle attività della conferenza Stato Regioni». Spiega il numero uno di viale Trastevere: «Non voglio entrare nel merito dei motivi che hanno causato questa situazione, ognuno ha le proprie legittime ragioni da far valere, però non è accettabile che temi come l'avvio della riforma della scuola secondaria superiore e l'avvio delle "sezioni primavera" (il nuovo servizio educativo a carattere sperimentale per la primissima infanzia, ndr), provvedimenti importantissimi per i cittadini, rimangano bloccati».
Sul nucleare, intanto, il governo tira dritto. Ieri Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico, ha incontrato David Thome, neo-ambasciatore degli Stati Uniti, in vista della prossima missione americana di Scajola. Il ministro sarà negli Usa dal 27 settembre al 3 ottobre. Al centro dei colloqui, la firma di un accordo con l'omologo Steven Chu su «ricerca e sviluppo nelle nuove tecnologie nucleari».

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