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mercoledì 23 settembre 2009

Travaglio & C.

Ecco la fabbrica degli anti Silvio.
Rassegna stampa - Libero, Francesco Borgonovo, 23 settembre 2009.

Oggi arriva in edicola, con una tiratura di circa centomila copie, "Il Fatto Quotidiano", giornale diretto da Antonio Padellaro (ex dell'Unità) che annovera fra le firme i grandi maestri del giornalismo antiberlusconiano: Marco Travaglio, Peter Gomez, Marco Lillo e altri. Tra gli azionisti privati che partecipano alla Il Fattoeditoriale spa (società che gestisce la testata) c'è anche Chiarelettere, la casa editrice che costituisce la maggiore sorpresa degli ultimi anni per il mercato librario italiano. Da quando è nata - nel 2007 Chiarelettere ha spedito in classifica quasi venti titoli, alcuni dei quali hanno raggiunto dati di vendita impressionanti: centinaia di migliaia di copie. Finora uno dei titoli più forti è Vaticano spa, firmato dal nostro Gianluigi Nuzzi, con otto edizioni e oltre 170 mila esemplari venduti, da tempo ben ancorato in vetta alle classifiche. Scorrendo il catalogo, però, si nota che è una radiosa eccezione, Perché la casa milanese è la vera roccaforte del travaglismo stampato. Vero, ci sono anche i libri sulla mafia, quelli sulle vittime della strada varie altre inchieste piuttosto interessanti. Ma la linea, per la gran parte, è quella: contro Berlusconi, contro alcuni "poteri forti" (è in preparazione Dentro l'Opus Dei, che raccoglie le rivelazioni di ex numerari messi in contatto tramite il web), ancora contro Berlusconí...
I bestseller
Qui sono stati fabbricati gli ultimi bestseller del bel Marco e di alcuni dei suoi compagni d'avventura al Fatto. In questa redazione hanno visto la luce Mani sporche di Travaglio, Barbacetto e Gomez (140 mila copie), Se li conosci li eviti di Travaglio e Gomez (180 mila copie), Bavaglio di Travaglio, Gomez e Lillo (120 mila copie), Italia Annozero di Travaglio, Vauro e Beatrice Borromeo (76mila copie), Papi di Travaglio, Gomez e Lillo (110 mila copie). E poi Italiopoli di Oliviero Beha, Un inverno italiano, diAndrea Camillerí e Saverio Lodato, Toghe Rotte di Bruno Tinti (ex magistrato, tra i fondatori del Fatto). Arriverà il volume di Michele Ainis (La cura) su come riFormare il Paese. Insomma, siluri sparati contro Silviuccio nostro. Se il "partito di Repubblica" del quale Libero ha parlato ieri vuole una casa editrice di riferimento non ha bisogno di riprendersi la Mondadori dall'odiato Cav.: c'è già Chiarelettere pronta per l'uso.
L`idea, bisogna riconoscerlo, è più che vincente. E i risultati superano le più rosee aspettative. Il merito va in gran parte al direttore editoriale Lorenzo Fazio, uno che per i libri-inchiesta ha una vera passione. Anni fa ha creato la collana Bur Futuropassato per Rizzoli, che ha ospitato titoli come Le mille balle blu (indovinate chi l'ha scritto: Peter Gomez e Marco Travaglio), Inciucio, Regime (gli autori sono sempre loro) ecc. ecc. Poi ha deciso di esportare il modello e mettersi in proprio, con una piccola redazione di quattro persone, una stagista e vari collaboratori esterni.
«Non cerchiamo il bestseller per il bestseller», spiega Fazio, «non ci rivolgiamo a un'élite di professori o giornalisti, ma al grande pubblico che vuole leggere e informarsi e ai giovani, che vogliono sapere, per esempio, cosa è successo negli anni Novanta con le stragi di Mafia». Secondo il direttore editoriale, il progetto Chiarelettere funziona «perché troppe volte gli editori pubblicano libri per il vicino di banco, per pochi influenti. Noi invece ci muoviamo in totale libertà, facciamo solo quello che vogliamo fare. Cerchiamo di utilizzare il libro come un veicolo di comunicazione, un po' come se fosse un giornale, un manifesto».
Non a caso, le copertine dei libri ricordano le prime pagine dei quotidiani, con un titolone in bella evidenza e alcune righe che spiegano il contenuto. Le ha realizzate il grafico anglosassone David Pearson, già in forza alla Penguin, utilizzando come ispirazione vecchi manifesti Feltrinelli degli anni '60.
Ma come nascono i bestseller travaglieschi? La domanda sorge spontanea vedendo arrivare sugli scaffali con cadenza quasi mensile i nuovi volumi di Marco e soci. Quando il giornalista riccioluto è pronto per una nuova opera, si mobilita una piccola squadra.
La squadra di Marco
I suoi tomi sono quelli sfornati più in fretta (tutti gli altri hanno gestazioni lunghe, non sono instant book). A seguire la lavorazione è il giovane Maurizio Donati. Travaglio si presenta in redazione con il suo materiale e a quel punto si mettono in moto cinque o sei persone (tra interni ed esterni) che leggono, rileggono, organizzano e correggono. Papi, per esempio, è stato preparato in una settimana. «Si lavora anche di notte, perché Marco è abituato così», dice Donati. Il testo, poi, passa velocemente nelle mani dell'avvocato Katia Malavenda ed eccolo pronto da servire nei negozi.
Ma per Chiarelettere non ci sono soltanto i libri. C'è internet, ci sono i blog dei giornalisti (ne ha uno anche il nostro Nuzzi). Voglioscendere, quello gestito da Pino Corrias, Gomez e Travaglio, è il quinto più frequentato d'Italia (con 400 mila utenti unici).
Dell'online si è occupata Giulia Civiletti, che fa anche da ufficio stampa. Lo strumento è importantissimo, spiega, perché permette di entrare in contatto con i lettori, di mobilitarli, organizzare presentazioni e via discorrendo.
Non è finita: la Travaglio spa sfornerà a breve anche un'agenda. Sarà in libreria dal primo ottobre e si intitolerà Voglioscendere, come il blog. Contiene numerose vignette di Roberto Corradi, la maggior parte dedicata a Silvio e ai ministri del suo governo (ma ci sono anche Veltroni e Franceschini, dipinti come opposizione inesistente). Compare anche una caricatura del nostro Filippo Facci, del quale - dice Fazio Chiarelettere non pubblicherebbe mai un libro, perché lui non produce inchieste, a differenza di Travaglio, ma invettive. Vabbe'...
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