Nemmeno Franceschini o Bersani si sono visti davanti ai cancelli.
Innse, bene Epifani... ma tu dov'eri?
Rassegna stampa.
«È stata una bella pagina di lotta. Chi criticava si deve ricredere». Paiono sagge, a prima vista, le parole pronunciate ieri - via intervista al quotidiano "La Repubblica" - dal segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, in merito alla (positiva, almeno per i lavoratori che c'hanno messo tutto quello che avevano, su quel rischiosissimo piatto di poker: sangue, sudore e lacrime) conclusione della vicenda Innse. Tutto è bene quel che finisce bene, dunque. Ed Epifani - segretario "generale" (nel senso proprio del termine) dell'unica organizzazione che si è schierata "senza se e senza ma", al fianco dei 49 lavoratori di una fabbrica "ad alto contenuto di specializzazione industriale" che, dopo settimane di smentite, mancate risposte e giochi al rialzo messi in atto dall'ex proprietario come dal governo e dagli enti locali lombardi - giustamente rivendica i meriti dell'unico sindacato che ha spalleggiato quegli operai. Tutto bene, dunque? Mica tanto. O, meglio, solo in parte. Perché se è vero, come è vero, che la Cgil è stata "l'unico" sindacato che, dal primo giorno, è stato dalla parte dei lavoratori della Innse, fino al punto di "arrampicarsi" sul tetto della ormai celebre gru nella persona del delegato sindacale della Fiom, il compagno (peraltro da sempre iscritto al Prc, ma questo è un dettaglio) Roberto Giudici. Se è vero, come è vero, che la segretaria milanese della Fiom, la compagna Maria Sciancati, ha condotto dal primo all'ultimo giorno le trattative sia con enti locali che avrebbero fatto perdere la pazienza a una santa (e la Sciancati non lo è, ancora), dal presidente Formigoni al sindaco Moratti, passando per il Carneade oggi presidente della Provincia Podestà (tutti targati Pdl), sia con la controparte imprenditoriale, quella che vestiva i panni del bandito - senza virgolette - Silvano Genta, quella oscillante dei proprietari dell'immobile, la Aedes spa, quella, infine, del padrone "buono" - pare che ne esistano, ancora, come il bergamasco dai modi spicci Attilio Mario Camozzi, proprietario del gruppo omonimo. Se è vero, come è vero, che il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, coadiuvato dal segretario nazionale Giorgio Cremaschi come tutto l'apparato e le strutture della Fiom nazionale c'ha messo non solo la faccia ma anche, per usare un francesismo, il culo, su una positiva soluzione dell'intricata e disperante vicenda, trattando anche con il Diavolo in persona, Diavolo impersonificato - nella fattispecie - dal governo guidato da Silvio Berlusconi, via sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta (e, purtroppo, non solo). Ecco, se tutte queste cose sono vere, come sono vere, ci permettiamo di fare una sola, unica, domanda, al caro compagno segretario generale della Cgil Epifani. Ma tu dov'eri, segretario, mentre i cinque "gruisti" della Innse rischiavano la vita sulla succitata gru e i loro compagni si giocavano la vita poco sotto? Perché, purtroppo, noi - e non solo noi - non t'abbiamo visto. Non un rigo, non una dichiarazione, non una "ola" di accompagnamento. Solo una bella, e pacata, com'è nel tuo stile, intervista a "Repubblica". Quella di ieri. Quando i buoi, scappati, erano già stati riportati nella loro, non troppo comoda, stalla. Forse eri in ferie, compagno Epifani. Il che, per carità di Dio, è legittimo. Solo che la crisi economica che sta devastando il Paese, purtroppo, in ferie ha deciso di non andarci. "Macari", come direbbe Montalbano, era meglio se non c'andavi nemmeno tu. Se ti facevi un giro, in quel di Milano, nei giorni caldi della vertenza. Quelli della paura, della rabbia, della disperazione. Non foss'altro perché, quando un Kean Loach formato nostrano (perché siamo certi che ci sarà) girerà un film, sui giorni alla Innse, rischieresti la parte nemmeno del comprimario, ma della comparsa.
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