Poggio: "È ancora troppo poco".
Per il vicedirettore di Legambiente chi usa la macchina in città deve pagare sempre di più.Rassegna stampa - Teresa Monestiroli, La Repubblica edizione di Milano di oggi.Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente, secondo uno studio di Palazzo Marino nel 2030 la mobilità in città crescerà del 20 per cento se non si interviene drasticamente. Per contrastare la crescita di traffico il Comune sta pensando di aumentare le tariffe per chi entra in centro. È la strada giusta?
«In linea di principio sì, ma ancora una volta mi sembra che la soluzione sia troppo blanda. Far pagare due euro alle auto che vogliono entrare in centro è ancora poco visto che due euro è il prezzo che paga un qualunque cittadino che usi il tram per andare e tornare dal lavoro. Prendere l’auto dovrebbe costare molto di più. Solo così si arriverebbe ai risultati raggiunti dalle altre capitali europee. A Londra circola un quarto delle auto che ci sono a Milano, a Parigi la metà».
È vero ma le capitali europee hanno un sistema di trasporti pubblici che non è paragonabile al nostro.
«Basta decidere di potenziarli. E per farlo ci vogliono i soldi. Soldi che potrebbero arrivare da Ecopass se solo venisse esteso, o fosse stato realizzato come era stato annunciato all’inizio. Ricordo che la promessa elettorale del sindaco era di 300mila auto in meno in città. Ora invece ci dicono che 300mila sono le persone che verranno a vivere a Milano nei prossimi vent’anni e quindi è fisiologico che anche il traffico aumenti. È la solita presa in giro».
Cosa bisognerebbe fare?
«Iniziare a ragionare in un altro modo. Arriveranno 300mila abitanti in più? Bene, facciamo in modo che non usino l’automobile. A Stoccolma l’80 per cento del trasporto avviene su mezzo pubblico».
Si sa che i milanesi rinunciano difficilmente all’auto. È una questione di mentalità?
«Forse, ma se non gli si dà un’alternativa valida non lo faranno mai. Bisogna fare in modo che la macchina non serva più e poi sono certo che anche i milanesi smetteranno di usare il suv».
Come? Sembra un futuro impossibile.
«Ci sono degli interventi che si possono fare facilmente subito senza bisogna di grandi finanziamenti come estendere le corsie preferenziali per gli autobus in modo che andare al lavoro con i mezzi sia più veloce che con la macchina, potenziare il bike sharing, permettere alle bici di muoversi sui marciapiedi larghi invece di lasciare che ci si parcheggino sopra le auto, far decollare il car sharing».
Il Comune invece sta pensando di realizzare una maxi galleria che attraverserà la città dal sito dell’Expo fino a Linate.
«Una follia che si contraddice proprio con le politiche di mobilità sostenibile sbandierate finora. Mentre si dichiara di voler favorire l’uso dei mezzi pubblici per togliere le auto dal centro si costruisce un tunnel che permetterà di arrivare direttamente in piazza della Repubblica. Per non parlare del fatto che il tracciato del tunnel è esattamente quello del passante ferroviario».
Che voto dà alla giunta Moratti sulle politiche di mobilità?
«Inizialmente il voto era più che positivo perché cercava di sganciarsi dall’inefficienza pesante del sindaco Albertini. Poi il punteggio è sceso a un sei meno meno perché non sono riusciti a fare quello che avevano promesso, vedi l’Ecopass che alla fine è stato decisamente rivisto rispetto alla proposta iniziale. Ma di fronte ai progetti futuri che non vogliono scontentare nessuno direi che la valutazione diventa negativa».
Buone intenzioni non realizzate?
«La logica delle lobby è intrinseca alla maggioranza di governo per cui per tenere insieme tutto si fa un Ecopass edulcorato e si allunga di un’ora l’orario della metropolitana, si propone di potenziare i mezzi pubblici ma si progetta un tunnel a pagamento che attraversa la città. Così non si va da nessuna parte e fino a quando non ci saranno politiche alternative credibili non cambierà niente. Milano resterà al palo e non sarà mai all’altezza delle altri capitali europee».
(2 - fine)
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