Martiri. Governate e rispettate la memoria.
Rassegna stampa.
Gentile direttore, ho letto le dichiarazione di importanti esponenti della destra lodigiana, in merito alla commemorazione alla cerimonia dei Martiri del Poligono fatta da Edgardo Alboni.
Alboni e l’Anpi rappresentano un riferimento e un esempio per quanti sono cresciuti in una democrazia che gli italiani si sono conquistati sul campo e con il sangue. I suoi richiami si rifanno ai timori crescenti di razzismo e violenza, riduzione della libertà di informazione, degrado della morale pubblica. Non sono solo timori suoi, sono anche quelli dei Democratici e di gran parte delle democrazie europee.
La competizione interna spinge gli assessori a spararle sempre più grosse ma il Lodigiano ha bisogno di governo non di polemiche estive. La destra lodigiana ha vinto, governi e rispetti la memoria di chi è caduto per la libertà di tutti gli italiani.
Quanto alle dichiarazioni un po’ disinvolte dell’Assessore Capezzera sul fatto che i fascismo non fu il male assoluto e che dovremmo ricordare anche i repubblichini, la ricostruzione di un minimo di verità storica può aiutare. La Repubblica Sociale Italiana fu alleata organica del nazismo in un periodo in cui le persecuzioni razziali raggiunsero l’acme e nel quale repubblichini e nazisti compirono stragi di civili in tutta l’Italia del nord. A sessanta anni da quei fatti dobbiamo ricordare, a mio parere, soprattutto chi fu fucilato e torturato e consegnare nella discarica della storia chi fucilò e torturò gli italiani che insorsero contro il regime. È questo il senso del ricordo, non una melassa indistinta.
Fra chi riempì i campi di sterminio e chi li liberò, alleati e sovietici, rimane una bella differenza e noi siamo figli, come ricorda Alboni, dei liberatori e non degli aguzzini.
Quanto poi alle cose buone del fascismo anche Hitler fece le autostrade, ma il ricordo dell’Europa è soprattutto Auschwitz e 50 milioni di vittime di guerra. E le autostrade le fecero anche le democrazie americana e inglese, senza sterminare milioni di ebrei, omosessuali, zingari, testimoni di Geova, oppositori politici.
È questa la differenza fondamentale che va ricordata sempre, quella fra dittatura e democrazia, tolleranza e odio. Se è vero che chi dimentica è condannato a rivivere, chi ricorda male è come se dimenticasse. Andare oltre è giusto, ma senza dimenticare nulla.
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