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sabato 28 novembre 2009

La crisi manda sul lastrico anche il Lausvol

Appello al territorio del centro servizi per l’associazionismo, che senza risorse economiche rischia di dover chiudere. La crisi affonda anche il volontariato. Lausvol in ginocchio: perde la sede e chiede la cassa integrazione.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 28 novembre 2009.

La crisi manda sul lastrico anche il Lausvol, “cuore” e motore del volontariato lodigiano, costretto a lasciare la sua sede e a programmare la cassa integrazione per i suoi collaboratori. Il centro servizi nato nel 1998, punto di riferimento per la formazione, la consulenza e la promozione delle attività dell’associazionismo e del Terzo settore provinciali, ha lanciato nelle scorse il suo “sos” a tutte le istituzioni del territori, illustrando loro la pesantissima situazione di deficit economico in cui è caduto. Il taglio dei finanziamenti per il 2009 (circa 120mila euro), quelli ancora più pesanti previsti per i prossimi anni e la riduzione degli utili delle fondazioni bancarie da cui il centro attinge parti delle sue risorse stanno infatti costringendo l’ente a un’autentica smobilitazione. L’ultima assemblea dei soci ha infatti approvato l’avvio della procedura di cassa integrazione per i suoi 6 collaboratori; entro il 31 dicembre, intanto, gli uffici dovranno abbandonare la nuova “casa” di via Selvagreca, nella quale il Lausvol era entrato circa due anni fa e di cui non può più permettersi l’affitto, e trasferirsi nell’ex sede della polizia provinciale, che gli assessori Cristiano Devecchi e Mariano Peviani hanno concesso in comodato d’uso gratuito per ovviare all’improvvisa emergenza. Già dall’inizio del 2009, peraltro, la riduzione dei fondi aveva costretto il Lausvol a “tagliare” numerose attività, dagli sportelli territoriali a quello di consulenza giuslavoristica, fino al progetto Over 50, alle attività del centro stampa e via discorrendo. Ma nonostante i nefasti segnali e le prime dolorose rinunce, il precipitare della situazione è arrivato come un fulmine a ciel sereno sui responsabili del Lausvol: «A livello nazionale la situazione fondi si è sbloccata solo in parte, ma è a livello lombardo che abbiamo problemi con il comitato per l’erogazione dei fondi, peraltro su quanto dovrebbe già essere erogato - spiega amareggiato il presidente del centro servizi, Renzo Guglielmi -. Credo che il Lausvol sia un valore sociale e un patrimonio del territorio, e che le ricadute sulle associazioni di quanto stia accadendo potrebbero essere abbastanza pesanti: dovremmo ridurre i servizi di formazione, le consulenze e le altre attività essenziali». Guglielmi fa appello alla sensibilità degli enti e delle istituzioni amministrative e non del Lodigiano, affinché il Lausvol non resti solo: un appello contenuto nella lettera inviata anche alle 74 associazioni socie del centro, cui negli anni il centro ha fornito tantissimi servizi gratuiti, sollevandole tra gli altri anche dale fatiche delle questioni burocratiche. «Contiamo sulla solidarietà e vicinanza dell’intero territorio per difendere insieme i valori che tutti quanti rappresentiamo - recita la missiva -, perché i Csv non sono soltanto uno strumento di sviluppo per le organizzazioni, ma prima di tutto sono un’espressione diretta del volontariato, che li crea e li dirige». Per ora, oltre alla provincia di Lodi, solo l’assessore comunale Silvana Cesani ha dato una mano al Lausvol. Le analoghe crisi sofferte dagli omologhi centri servizi di Sondrio e Mantova non fanno presagire nulla di buono per il volontariato lombardo; e al Lausvol, dopo il ridimensionamento, ora si teme anche per la sopravvivenza.
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