Una grossa azienda, o forse più imprese, all’ombra della centrale di Turano e Bertonico, che oltre a farsi carico degli oneri di urbanizzazione cederebbe loro anche energia a basso costo, ricavata da anidride carbonica e da altri residui. L’ipotesi, già ventilata da tempo, è tornata prepotentemente d’attualità ieri sera in consiglio provinciale, dove il Pd di Lino Osvaldo Felissari ha presentato la propria mozione sulle convenzioni tra palazzo San Cristoforo e i gestori e produttori di energia. Un argomento d’attualità, vista l’imminente chiusura della nuova bozza che l’amministrazione Foroni sta sottoscrivendo con Sorgenia. «Arriverà a brevissimo», ha confermato il neo presidente, rivelando che nel nuovo incontro tenuto ieri sulla questione si è arrivati a una «svolta», ovvero a un testo che, limato un po’, «può diventare definitivo e ricalcare quello già esistente». Traduzione: tanti soldi (oltre 7 milioni) per i comuni ospitanti e per i sei contermini, investimenti ancora più sostanziosi per ridurre il danno ambientale e tanti nuovi posti di lavoro. Da chi? Nomi non se ne fanno, ma a fare capire che qualcosa stia per accadere ha provveduto l’ex presidente Felissari, che difendendo i numerosi contenuti della “sua” bozza di convenzione (e biasimando la decisione del successore di revocarla) ha citato sia il lavoro portato avanti con i sindaci per portare «una grande attività lombarda, mai svelata», che una joint venture ipotizzata con Sorgenia, «da centinaia di posti di lavoro». Ma le bocche, spenti i microfoni dell’aula consiliare, tacciono. O quasi. Perché se l’ipotesi della società Thyssen Forchette, già circolata nel marzo 2008, continua a non trovare conferme, le voci su un’azienda “specializzata nell’alta tecnologia“, magari proveniente dal Comasco, trovano maggiori riscontri. Di certo, si limita a spiegare Foroni, il recupero dei residui prodotti da Sorgenia, che sottratti all’atmosfera verrebbero ceduti a prezzi competitivi alle industrie, è una prospettiva di per sé molto appetibile. Così, solleticata anche dalla prospettiva di non dover spendere nemmeno un euro per gli oneri di urbanizzazione, qualcuno al Lodigiano starebbe guardando molto seriamente. «Sono ottimista», glissa Foroni, senza negare l’auspicio che all’ex Gulf, di imprese, possano arrivarne più d’una; ma per saperne di più, forse, si dovrà attendere almeno la firma della bozza di convenzione, attesa tra il fine settimana e l’inizio della prossima.
L’ultima variazione cancella l’avanzo e rinvia la variante.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 30 settembre 2009.
La variante sulla sp 116 “Codogno-San Fiorano“ slitta di oltre un anno e la crisi dell’auto si “mangia” l’avanzo di bilancio. Sono questi, assieme alle manutenzioni straordinarie per le scuole e le strade provinciali, i punti salienti della variazione e della verifica degli equilibri di bilancio discussi ieri in consiglio provinciale. Rimandato il rispetto o meno del patto di stabilità all’eventuale ottenimento dalla regione dell’anticipo di 10 milioni di euro per la “234”, a suscitare le principali divergenze è stata la decisione della giunta di rimandare al 2011 il progetto per la riqualificazione della “Codogno-San Fiorano”, prevista in teoria per l’anno prossimo. Scopo della decisione, come spiegato dall’assessore Cristiano Devecchi, utilizzare il mutuo destinato a finanziarne più della metà (oltre 2 milioni di euro su 4,1 complessivi) per interventi considerati più urgenti. I beneficiari? I rattoppi sulle altre strade provinciali (per 808mila euro) e le scuole, con 474mila euro per le coperture e le facciate dell’Itis Cesaris, 650mila euro per la manutenzione dell’Ambrosoli di Codogno e ulteriori 125mila euro tra il Tosi e altre scuole; somme e aree di intervento cui, al di là del mutuo “abortito” per la sp 116, palazzo San Cristoforo destinerà anche 330mila euro di avanzo d’amministrazione e altri 315mila euro di trasferimenti regionali. Ma mentre Devecchi annuncia che anche il resto dell’avanzo d’amministrazione verrà assorbito per coprire le minori entrate tributarie causate dalla crisi dell’auto (quasi 560mila euro, tra Imposta provinciale di trascrizione e Rc) ad amareggiare l’opposizione è soprattutto il rinvio della “Codogno-San Fiorano”. «C’è forte perplessità, era pressoché finanziata, si potevano cercare adesso i soldi a integrazione dei costi anziché andare a cercarli per intero un domani - ha spiegato il capogruppo Pd, nonché ex presidente provinciale, Lino Osvaldo Felissari -. é un’opera attesa, ci voleva un gesto di attenzione: si sarebbe potuto fare almeno il primo lotto, come il segmento sull’argine di Caselle Landi, dove passano tanti pullman». Appoggiato dal suo presidente Foroni, Devecchi ha difeso la sua scelta, ribadendo che, alla prima occasione la variante tornerà di attualità: «Non l’abbiamo spostata lontanissimo», ha risposto, incassando comunque i voti contrari dell’opposizione. Passata comunque la variazione, Devecchi ha affrontato il tema della verifica del bilancio e dello stato d’attuazione dei programmi e dei progetti. Un appuntamento importante, ha ammesso, seppure “annacquato” dal fatto che, su 9 mesi presi in esame, quasi 6 sono sostanzialmente trascorsi sotto la guida dell’amministrazione uscita di scena dopo il voto elettorale dello scorso giugno. «Non vogliamo essere dei “piagnoni”, ma la crisi c’è e ne risentiamo anche noi», ha comunque sottolineato Devecchi, registrando i già citati minori gettiti fiscali e annunciando il “sacrificio” degli ultimi avanzi di cassa. Casse nelle quali «non c’è buco», ha tenuto a sottolineare l’ex presidente, determinato a ribadire la differenza tra i conti “reali” lasciati in eredità ai suoi successori (con un avanzo di oltre 2,3 milioni) e quelli “sballati” legati al mancato rispetto del patto di stabilità. Qui, con 8 milioni da recuperare entro dicembre, la partita resta durissima: al Pirellone, padrone e tesoriere di quei 10 milioni destinati alla “234”, il compito di deciderne le sorti.
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