«Passano gli anni, ma non mollo». Berlusconi festeggia il 73° compleanno a Coppito: «Governo fortissimo e ci sono ancora tante cose da fare». Poi rilancia il piano delle «cento città» per dare una casa ai giovani e il progetto per nuove carceri.
Rassegna stampa - Il Giornale, Adalberto Signore, 30 settembre 2009.
«Passano gli anni, ma io non mollo. Da fare ci sono ancora tante cose». Quello di Silvio Berlusconi è un compleanno inedito, passato quasi tutto in Abruzzo e festeggiato con un pranzo nell'enorme refettorio della caserma di Coppito, la stessa che ha ospitato il G8 dell'Aquila. Tra militari della Guardia di finanza, uomini della Protezione civile, imprenditori e operai impegnati nella ricostruzione - tutti rigorosamente con il loro vassoio da selfservice - il Cavaliere brinda e taglia la torta. «Perché c'è una sola candelina? Se pensavate che non sarei riuscito a spegnerne 73 tutte insieme avete fatto un errore visto che mi sono già allenato con 110 candeline», scherza il premier. Che prima della consegna dei primi 500 appartamenti antisismici a Bazzano e Preturo si concede durante il pranzo un po' di libertà e qualche battuta lontano da telecamere e cronisti. Parla anche del futuro, raccontano i presenti, soddisfatto di quella che per L'Aquila è «una giornata storica». «Peccato - aggiunge - che il fatto che cada oggi mi costringa a ricordarmi la mia età». Comunque, dice Berlusconi con il bicchiere in mano («mi bagno solo le labbra se no do di matto...»), c'è ancora «molto da fare».
E i due punti su cui insiste sono il piano per le cento città nei capoluoghi di provincia (saranno, spiega, «insediamenti di case per i giovani» con pagamento di rate di mutuo più basse dei canoni di locazione di mercato) e il piano carceri. Ed è soprattutto su quest'ultimo che il premier si dilunga, perché - è il senso del suo ragionamento - il «modello operativo da seguire dovrà essere quello dell'Aquila». Non è un caso che siano in molti a fare il nome di Guido Bertolaso come commissario straordinario per le nuove carceri. Il progetto è quello di cedere alcuni vecchi istituti dipena ai costruttori (per farne appartamenti, alberghi o centri commerciali) che in cambio si impegnerebbero a costruire nuove carceri fuori dalle città. Insomma, un Berlusconi deciso a guardare in avanti e convinto che il governo sia «stabile» e «fortissimo». D'altra parte, a chi qualche giorno fa in privato gli ipotizzava lo stesso scenario dipinto ieri da Francesco Rutelli («se cade il Cavaliere ci vuole un governo del presidente»), il premier aveva risposto senza mezze misure: «Se si illudono che io mi faccia da parte, si sbagliano di grosso». Un messaggio neanche troppo indiretto a chi sta aspettando la sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano nella speranza che possa aprire la breccia decisiva per uno show down.
Durante il pranzo a Coppito c'è spazio anche per barzellette e battute. «Negli Stati Uniti - racconta mentre ero in aeroporto una signora mi ha detto che dimostro 53 anni. La sto ancora cercando...». Poi, foto e strette di mano con gli operai che in questi sei mesi hanno lavorato senza sosta, 15 agosto compreso. «Avete fatto grandi sacrifici, tre turni di lavoro al giorno sono davvero tanti. Ora potrete consolarvi con tre turni anche per divertirvi con le vostre fidanzate». Ultima digressione su Umberto Bossi: «Sapete come fa l'amore? La lega». E tributo al «mitico Gianni Letta» che lo chiama per gli auguri: «Fategli tutti un applauso». La telefonata di Gianfranco Fini, invece, era arrivata già di buon mattino.
Finiti i festeggiamenti a porte chiuse, Berlusconi si sposta nella piccola frazione di Bazzano per la consegna dei primi 400 appartamenti antisismici (più 100 a Preturo). «Un vero miracolo», dice il Cavaliere. La conferma che «qui c'è l'Italia vera». «Lo Stato - aggiunge questa volta c'è stato e abbiamo dato la dimostrazione a tutti i cittadini italiani che non è oppressore ma amico».
La cerimonia è breve, anche per lasciare il tempo di un giro nei nuovi appartamenti. Berlusconi fa da cicerone nelle case, apre cassetti e sportelli, mostra ai nuovi inquilini tutte le dotazioni. A ogni piano una sosta con le famiglie e quando una signora gli dice di non arrabbiarsi con gli avversari politici il premier risponde con un sorriso: «Sono loro ad avercela con me». Molti gli fanno gli auguri, qualcuno pure un regalo: chi un cesto di prodotti tipici abruzzesi, chi una statuetta del 600 avanti Cristo. «C'è sempre qualcuno più vecchio di me», chiosa Berlusconi. Che prima di lasciare Bazzano, ormai a un passo dalla sua auto, fa un gesto con la mano invitando gli operai a raggiungerlo. Li saluta, li ringrazia ancora e li abbraccia: «Ci vediamo la prossima settimana».
Berlusconi: "La manifestazione sulla libertà di stampa? È una farsa"
Rassegna stampa - l'Unità.it, 30 settembre 2009.
La manifestazione di sabato prossimo per la libertà di stampa è «una farsa», parola di Silvio Berlusconi. Intervistato da Sky tg 24 il cavaliere ha ripetuto il suo ritornello: «In Italia c'è più libertà di stampa che in qualsiasi altro paese. La manifestazione ci fa del male nei confronti degli altri paesi: questa anti italianità credo faccia davvero male al paese». Dunque la stampa e la tv sono liberissimi, secondo il premier che a riprova ha esibito indifferenza sull'istruttoria Santoro. «Non me ne sono interessato e non me ne interesso perchè sarebbe facile cadere in qualche tranello». Il premier però non ha mancato di ricordare il suo editto bulgaro di qualche anno fa di Rai durante una sua visita in Bulgaria, quando disse che «i vari Santoro e Biagi possono stare in tv finchè non se ne fa un uso criminogeno, finchè non si commettono reati come la diffamazione...». Il che - anche senza le precisazioni del premier - è già previsto dalla legge, visto che il reato di diffamazione è pres-esistente all'ascesa del Cav. Che si è concesso una battuta, che malcela il livore: «Lunga vita alla Dandini e a Santoro che non fanno altro che portare voti al centrodestra...».
Al di là delle dichiarazioni di Berlusconi, il caso Annozero resta sul tavolo. Oggi è convocata la commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, fissata alle 14,30 a palazzo San Macuto, su richiesta del presidente Sergio Zavoli dovrebbe essere presente anche Paolo Romani, sottosegretario alle comunicazioni. L'audizione serve a fare chiarezza sulle polemiche seguite alla prima puntata di Aannozero e per verificare quali modifiche il governo ha intenzione di apportare al cosiddetto «contratto di servizio» che stabilisce le finalità della Rai come servizio pubblico. Ieri Romani ha avuto un primo incontro con Zavoli ed ha ribadito che il governo è deciso a non rinunciare all'idea di «aprire una istruttoria su Annozero». L'8 ottobre ci sarà un incontro tra Claudio Scajola, ministro per lo sviluppo economico, il sottosegretario Paolo Romani, Mauro Masi e Paolo Garimberti, direttore e presidente della Rai. «Nell'incontro acquisiremo ai massimi livelli informazioni su annozero ed eventuali altri programmi rispetto alla verifica che intendiamo fare sull'adeguato rispetto del contratto di servizio in materia di libertà, obiettività e pluralismo», ha detto Romani. Garimberti getta acqua sul fuoro: «La convocazione del governo è diventata un colloquio ... naturalmente andremo e sentiremo le motivazioni del governo. ma intanto si è sdrammatizzata la situazione di confronto duro tra il governo e i vertici della Rai. Se la politica ingerisse meno e ci lasciasse lavorare in pace, ci farebbe un grande favore. d'altra parte certi conduttori dovrebbero avere più senso di responsabilità e ricordare che il microfono non appartiene a loro, ma è di proprietà dell'editore e dei cittadini che pagano il canone. bisogna calmare le acque da tutte e due le parti».
Secondo Romani il governo potrebbe addirittura chiedere all'Agcom (l'authority per le garanzie nelle comunicazioni) di intervenire con una sanzione nei confronti della rai che può arrivare addirittura al 3% del fatturato dell'azienda. Nel mirino anche Parla con me, la trasmissione condotta da Serena Dandini: un programma del quale il sottosegretario non sembra aver capito la natura satirica. «Mi risulta che la Dandini mandi in onda tre minuti di recita dai bagni ricostruiti di palazzo Grazioli (la residenza del premier), con ragazze non meglio identificate. L'ho appreso dai giornali. vorrei capire cosa c'entri tutto questo con il servizio pubblico».
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