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mercoledì 30 settembre 2009

Visti da fuori

Ci scrive Rosaria Russo: «Una mia amica che vive a Londra ha pubblicato questo articoletto. È interessante leggere cosa pensano e scrivono gli italiani all'estero. Bisogna stare un po' fuori dall'Italia per capire in quale cultura o meglio sottocultura viviamo in Italia. Quando mi capita di stare a Londra per due settimane, leggere o vedere da lì l'Italia, inorridisco. Quando sei qui quasi ci fai l'abitudine.»

Con questo pene... povera Italia!

Io abito a Londra e la televisione non ce l’ho. Mi diverto a guardare quella italiana principalmente dal sito della Rai. La scorsa settimana dopo aver visto Annozero e Blob e poi il video su YouTube del Berluscone alla conferenza stampa con Zapatero mi è venuta voglia di fare un po’ di considerazioni.
Mi hanno fatto riflettere le parole di Feltri intervistato nel servizio di Annozero, che parla della operazione alla prostrata del Berluscone alludendo alla sua impotenza, ma insistendo sul fatto che lui di impotenza non aveva parlato. E mi è venuto da pensare come ormai in Italia non sia più possibile chiamare le cose con i loro nomi, quando qualcuno lo fa lo si accusa di diffamazione e calunnia; situazione questa che costringe molti a ricorrere a veri e propri equilibrismi linguistici o ad omettere del tutto. Come averci un morto in casa, far finta che stia solo dormendo e guai a chi osa dire il contrario.
E insomma, dopo aver ascoltato le parole di Feltri e poi quelle del Berluscone alla conferenza stampa con Zapatero, ho capito che l’unica e vera disgrazia capitata all’Italia, il guaio ultimo, non è il Berluscone in sé, ma il suo pene. Ecco quando è cominciato tutto questo. È da lì che origina il suo delirio di onnipotenza, che è direttamente proporzionale. Incerto sul suo ‘centro’ il Berluscone è vittima di un autoreferenzialismo spietato che tra le tante brutture ha dato vita anche al circolo "Meno male che Silvio c’è" e al telegiornale di Emilio Fede.
Anche la massiccia presenza di donne sulle sue televisioni, delle quali si valorizza solo il potere seduttivo, che appunto non basta mai, dovrebbe insospettirci. E comunque le paga. O promette carriere politiche.
Ma per lui il male è altrove, è la disinformazione di certa stampa che chiama le cose con il loro nome e lo perseguita. L’unica cura: il metodo della zia Marina.
Non ci stupiremmo, ha senso, se anche lui, come lei, la sera prima di andare a dormire si guardasse nel grande specchio ripetendosi: Silvio ma te se bel, Silvio ma te se bel.
Come suonano rivelatrici ora le parole di Veronica quando alla stampa con correttezza semantica scrisse: “Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile”.
E così succede che, a conferma e riprova dei fatti fino a qui, il pene in questione ha fatto finalmente il suo ingresso nell’arena politica: l’apoteosi e l’esaltazione del fallo a la Berluscone! funziona o no, andò o no con le prostitute, la storia non lo saprà mai, i suoi testicoli gli unici testimoni. Di sicuro però, insieme ai culi, le tette e le gaffes, la storia se lo ricorderà anche per quello.
Altro che Alcide De Gasperi!
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