La Provincia sta lavorando alla “mappatura”. l’assessore Capezzera: «Stop a consumo di suolo e sviluppo a macchia di leopardo». Aree dismesse, un futuro da disegnare. Nel Lodigiano sono 21 le zone industriali in stato di abbandono.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 20 novembre 2009.
Sul territorio se ne contano ventuno: sono le zone ormai da tempo completamente abbandonate a se stesse, dove in passato sorgevano aziende che poi hanno smesso di produrre e se ne sono andate lasciando uno spazio vuoto. Una porzione di territorio che ammonta a quasi mezzo milione di metri quadrati sulla quale adesso bisogna iniziare a ragionare, ma anche un “tappeto” sul quale disegnare il futuro del Lodigiano che vuole superare la crisi. Un’operazione che non sarà affatto semplice, perché la superficie occupata dalle zone abbandonate è pari a 43 ettari, ovvero 430mila metri quadrati su cui si estendono per esempio zone deindustrializzate come parte della Polenghi di Lodi e l’ex Gulf nella Bassa. Il rischio è che le aree dismesse , invece di recuperare la loro destinazione originale, siano trasformate in quartieri residenziali, pronte a far gonfiare le casse dei comuni svuotate dal taglio dei trasferimenti statali.
Regione Lombardia, con l’aiuto delle Province, ha inaugurato un censimento delle zone che possono essere recuperate, un monitoraggio che non si è ancora concluso e che per il momento si ferma a quota 266. L’8 per cento dei poli produttivi abbandonati si trova in provincia di Lodi, il 48 in quella di Milano, il 32 a in quella di Varese e l’11 a Monza Brianza. La destinazione prevalente delle aree dismesse (76 per cento) era industriale o artigianale, seguita da quella agricola zootecnica (9 per cento). «Lo studio è ancora in fase di completamento - spiega l’assessore all’urbanistica di palazzo San Cristoforo, Nancy Capezzera -, poi tutti i dati saranno messi a sistema. L’obiettivo è quello di evitare il consumo di suolo, mettendo in campo incentivi e sgravi fiscali per coloro che vogliono investire. La politica della Provincia sarà quella di evitare che gli stessi interventi si moltiplichino a macchia di leopardo, piuttosto si cercherà di intervenire per settore. Per esempio, non ha senso che la logistica si sviluppi a caso, gli insediamenti devono essere valutati in base alla posizione, che deve essere vicino a determinati svincoli stradali. Inoltre - conclude l’assessore -, la logistica non è l’unico investimento che il nostro territorio deve attirare, ci sono l’industria e l’artigianato. Queste 21 aree dovranno essere bonificate, riconvertite e recuperate».
Il problema delle infrastrutture non sarà affatto secondario, le aziende che si insedieranno sul territorio avranno bisogno di servizi efficienti e a portata di mano. L’argomento è già stata affrontato in pubblico dal segretario della Confartigianato, Vittorio Boselli, il quale sia augura che le istituzioni non diventino un freno allo sviluppo. «Siamo convinti che il riutilizzo delle aree dismesse presenti nel Lodigiano sia cruciale per lo sviluppo economico e per il recupero dei livelli di occupazione che, soprattutto nell’industria, la crisi ha gravemente ridotto - afferma Boselli -. La valorizzazione di queste aree da un lato permette di non consumare altro territorio verde, dall’altro lato deve costituire un elemento di forte richiamo per investitori interni ed esterni al Lodigiano. La condizione è di trovare anzitutto una forte coesione tra tutti gli attori in gioco: istituzioni, associazioni di categoria, forze sindacali. Inoltre, si tratta di riuscire a collocare competitivamente queste aree nel più ampio mercato regionale e nazionale: da questo punto di vista sarà determinante la capacità della pubblica amministrazione, responsabile dei procedimenti autorizzativi, di essere un soggetto facilitatore e non di freno». A questo proposito, l’associazione di categoria ha organizzato una tavola rotonda per approfondire il tema della aree dismesse. L’appuntamento si terrà lunedì 30 novembre, in occasione della quinta edizione del premio Bruno Lenta. Nel corso della serata interverranno, oltre all’assessore Capezzera, il presidente della Commissione attività produttive, Andrea Gibelli, il presidente della commissione ambiente in Provincia, Alfredo Ferrari, il sindaco di Somaglia, Piergiuseppe Medaglia, e Mario Uccellini, segretario provinciale della Cisl.
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