Parte seconda.
I tipi di gas distribuiti in Italia.
In Italia si distribuiscono sostanzialmente due tipi di gas, entrambi privi di componenti tossici:
• Il gas naturale, comunemente definito “metano”, che dai giacimenti di estrazione arriva direttamente alle nostre case attraverso un sistema di trasporto primario e reti di distribuzione;
• Il GPL (gas di petrolio liquefatto), proveniente dalla distillazione del petrolio greggio, che viene generalmente commercializzato in bombole o in piccoli serbatoi. In particolari zone, nelle quali è difficile o antieconomico portare il gas naturale, il GPL viene distribuito anche mediante piccole reti canalizzate.
Il fatto che siano distribuiti gas combustibili tra loro diversi per le loro caratteristiche chimico-fisiche, impone di osservare una serie di precauzioni.
In particolare:
• Prima di acquistare ed installare, nonché trasferire apparecchi a gas da una località all’altra, è necessario consultare un installatore qualificato, per accertarsi che gli apparecchi stessi siano idonei a funzionare senza inconvenienti nel posto dove si intende utilizzarli;
• I dispositivi di sicurezza, controllo e regolazione automatica, che fanno parte di un apparecchio, non possono essere modificati se non dal costruttore dell’apparecchio stesso, sotto la sua responsabilità.
Il “fai da te” è assolutamente vietato.
In pratica le imprese installatrici devono essere iscritte al Registro delle ditte o agli Albi provinciali delle imprese e devono dimostrare il possesso dei requisiti tecnico-professionali, indicati in un “Attestato di riconoscimento” rilasciato dalle Camere di Commercio che l’installatore deve rilasciare in allegato alla “dichiarazione di conformità”, per ogni intervento di installazione, ampliamento, trasformazione e manutenzione degli impianti del gas a valle dei contatori.
È un documento importantissimo per chi ha commissionato i lavori di installazione, ampliamento, trasformazione (ad esempio da GPL a metano) e manutenzione degli impianti perché in esso l’installatore dichiara, sotto la sua personale responsabilità, che l’impianto è stato realizzato in modo conforme alla regola dell’arte secondo le norme vigenti.
Attenzione!
Con la Dichiarazione di conformità, l’installatore deve produrre alcuni allegati obbligatori che indichino:
1. la relazione e la tipologia dei materiali utilizzati,
2. lo schema dell’impianto realizzato,
3. la copia del “Certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali".
La dichiarazione di conformità senza gli allegati obbligatori non è valida.
A questo punto mi sorge spontanea una domanda:
Se io dovessi acquistare una casa dove non sono presenti Dichiarazioni di conformità per gli impianti del gas, energia elettrica, radiotelevisivi e antenne e impianti elettronici in genere, riscaldamento e climatizzazione ecc. credete che pagherei il prezzo indicato?
Sicuramente no! E questo perché, non avendo la certezza che i suddetti impianti sono sicuri, mi vedrei costretto a chiamare i relativi tecnici per un controllo generale.
Cosa devo fare allora se non sono in possesso di questi documenti?
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