Rassegna stampa - Liberazione, Alessandro Dal Lago, 14 ottobre 2009.
Le avventure e la disavventure mondane e giudiziarie di Berlusconi stanno assorbendo gran parte della cronaca politica in Italia (e non solo). Con ciò, l'aspirante Presidente del consiglio a vita ha realizzato almeno uno dei suoi obiettivi: deviare l'attenzione pubblica dai contenuti dell'azione del governo. In realtà, in poco più di un anno e mezzo, il governo ha parlato molto e fatto poco, rincorrendo più che altro le emergenze (spazzatura, terremoti, alluvioni), il solo terreno utile per fare propaganda a favore del Cavaliere in una fase in cui la sua figura è ampiamente screditata all'interno e all'estero.
C'è una sola eccezione, il pacchetto-sicurezza o, se vogliamo, il pacchetto anti-immigrati. Se c'è un terreno in cui la Lega dimostra di tenere saldamente in mano il timone, almeno per il momento, si tratta delle misure sull'immigrazione. Qui, l'azione del governo non è casuale e sgangherata, ma premeditata e in tutto e per tutto coerente con la cultura della destra italiana. Facendo dei migranti dei criminali virtuali e nemici potenziali o, nel caso migliore, dei servi tollerati, il governo consegue un certo numero di obiettivi politici di lungo periodo.
Il primo è certamente soddisfare un elettorato che ha trovato nella xenofobia, più o meno esplicita, uno sfogo alle sue paranoie e una risposta all'incertezza provocata dalla globalizzazione e dalla crisi economica. Il secondo è molto più prosaico: un migrante perennemente sul chi vive, pauroso della polizia e delle denunce, oltre che vincolato alla benevolenza del suo datore di lavoro, è prima di tutto, agli occhi del legislatore, un lavoratore che accetta qualsiasi condizione di lavoro senza protestare. In questo senso, l'azione del governo ha soddisfatto quelle migliaia di padroncini che al nord, ma non solo, strepitano contro i migranti, ma sono i primi ad avvalersene.
Esemplare in questo senso è la sanatoria delle badanti, una misura adottata in spregio a qualsiasi senso di giustizia e di uguaglianza, che ha il solo scopo di non danneggiare, in nome della mera xenofobia, gli interessi delle famiglie con anziani. Se finora le regolarizzazioni delle badanti sono state di gran lunga inferiori alle aspettative, non è solo perché i datori di lavoro non vogliono sborsare il relativo contributo, ma perché probabilmente molte straniere semplicemente non si fidano di questo governo e di questo stato, preferendo rimanere nell'ombra dell'irregolarità.
Ma c'è stato probabilmente un altro obiettivo da parte del governo: con il pacchetto-sicurezza, l'equazione immigrazione uguale criminalità, scioccamente favorita nell'ultimo decennio anche dal centro-sinistra, riceve una sanzione ufficiale e definitiva. D'ora in poi, qualsiasi discorso sui diritti dei migranti si scontrerà contro il ricatto dell'insicurezza. Così, la xenofobia trova una giustificazione pubblica che sarà difficilissimo criticare e contrastare.
L'effetto di tutto questo è che in Italia alcuni milioni di persone vivono prive di garanzie giuridiche e di diritti civili e sociali, in preda all'ansia per qualunque accidente possa minacciarne lo status di stranieri a malapena tollerati. D'altronde, hanno perfettamente ragione, se è vero che il destino degli irregolari è finire nei Cie e, dopo l'espulsione, nelle mani di Gheddafi, il nuovo e grande amico di Berlusconi.
Per tutto questo, la manifestazione di sabato contro il razzismo e per i diritti dei migranti è un'occasione per contrastare una deriva xenofoba e autoritaria in cui il governo Berlusconi svolge un ruolo d'avanguardia.
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