Il vescovo di Lodi venerdì tra i lavoratori.
Contro i licenziamenti lo sciopero della fame.
Rassegna stampa - Avvenire, Giacinto Bosoni, 14 ottobre 2009.
Sciopero della fame: è questa la clamorosa e drammatica forma di protesta decisa dai sindacati e dalle Rsu dell’Akzo Nobel per convincere la multinazionale proprietaria dello stabilimento di Fombio ad accettare le richieste a tutela dei 185 dipendenti che il primo luglio prossimo perderanno il proprio posto di lavoro. Sospese a tempo indeterminato le trattative, i sindacati hanno annunciato la volontà di adottare una forma di agitazione «di impatto». Così, scartati presìdi o altre iniziative che potessero pesare sullo stipendio dei lavoratori, ieri dal mazzo è uscita la carta più a effetto: un digiuno a oltranza, a partire da lunedì prossimo.
E venerdì il dramma dell’Akzo verrà mostrato anche al vescovo di Lodi, monsignor Giuseppe Merisi, atteso in visita allo stabilimento di Fombio alle 16. «Mentre continua il confronto sindacale teso ad evitare i licenziamenti – spiega Mario Uccellini, segretario della Cisl – assume particolarissima valenza la scelta di monsignor Merisi di sostenere persone e famiglie che vivono con ansia e preoccupazione l’immediato futuro». Monsignor Merisi sarà accompagnato dal vicario foraneo di Codogno, monsignor Diego Furiosi, dal parroco di Fombio, don Ernesto Zanelotti, e da don Peppino Barbesta, collaboratore pastorale di Retegno e fondatore del Movimento dei lavoratori credenti. «È una nuova dimostrazione – per il direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali, Carlo Daccò – della solidale vicinanza che il vescovo e tutta la Chiesa Lodigiana nutrono verso le molte persone coinvolte».
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.