Rassegna stampa - Corriere della Sera, M. Antonietta Calabrò, 14 settembre 2009.
Roma - Gianfranco Fini, davanti alla platea dell'Udc, sabato ha citato il Catechismo della Chiesa Cattolica per dimostrare che ha ragione lui a voler modificare il disegno di legge sul testamento biologico, il cui iter inizia questa settimana in Commissione a Montecitorio.
Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, qual è la sua reazione?
«Da quello che ha detto, traggo la convinzione che Fini non ha approfondito con attenzione il disegno di legge Calabrò che, approvato dal Senato, deve essere ora votato alla Camera».
Sostiene che il presidente della Camera non sa valutare un disegno di legge?
«Temo che lui abbia accettato una lettura ideologica del testo, la stessa fatta dalla sinistra. Lo ha letto con occhiali che non sono realmente laici. Se veramente quello che Fini vuole è ciò che ha sostenuto l'altroieri (e cioè l'equilibrio tra le volontà espresse dalla persona, quelle della famiglia e le competenze del medico che non può essere solo un esecutore passivo) allora vuoi dire che, al contrario di ciò che dice, anche Fini concorda con il disegno di legge Calabrò».
E con il Catechismo come la mettiamo?
«Direi che quella citazione da parte sua è buffa. Non posso non notare peraltro che in tutto il dibattito parlamentare gli unici ad aver fatto riferimento al Catechismo, a lettere e dichiarazioni di Pontefici, sono stati deputati di sinistra, del Pd e di area laica. Il problema vero è che ci sarebbe bisogno di laici adulti, come ha più volte affermato il ministro Sacconi. Cos'è più laico del principio di precauzione, cioè di prudenza?»
Lei allora nega che il disegno di legge proponga, di fatto, l'accanimento terapeutico...
«Certamente: è scritto nero su bianco nei primi articoli. Il disegno di legge non modifica in nulla la situazione attuale, per quanto riguarda idratazione e alimentazione dei malati terminali. E non obbliga a nessun accanimento. La legge, al contrario, serve ad evitare che i pazienti in stato vegetativo (che non sono, sottolineo, malati terminali, nel senso che non sono al termine della loro vita) possano essere privati del sostegno vitale del cibo e dell'acqua e fatti morire per fame e per sete, come è avvenuto per l'Englaro».
Ma c'è nulla di positivo in quello che ha detto Fini?
«Il fatto che ha assicurato imparzialità nel dibattito parlamentare e che ha dato, in ogni caso, con la citazione del Catechismo, un segnale di attenzione al mondo cattolico».
Un invito al Presidente della Camera?
«Rilegga attentamente il disegno di legge Calabrò. Vedrà che stabilisce un buon equilibrio. Se, come dice Fini, per esempio, bisogna tenere conto della valutazione del medico, le. dichiarazioni anticipate di volontà non possono essere vincolanti, esattamente come sostiene il testo votato al Senato».
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