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lunedì 14 settembre 2009

Rifondazione e l'autunno

Il Comitato politico nazionale si chiude oggi a Roma: Rinaldi e Rocchi i nuovi membri dell'esecutivo.
Prc, doppio segno di unità: segreteria ampliata e federazione.

Rassegna stampa - Liberazione, Fabio Sebastiani, 13 settembre 2009.

Allargamento della segreteria nazionale e consolidamento della federazione della sinistra di alternativa. È questo il risultato del Comitato politico nazionale del Partito della Rifondazione comunista tutto dedicato alla riflessione interna. Ne esce un doppio segno unitario, quindi, sia nei rapporti con gli altri soggetti politici con i quali è stato avviato un percorso netto di aggregazione, sia nel dibattito interno. Proprio sulla nuova composizione della segreteria nazionale si è registrato qualche dissenso. In particolare, di Claudio Bellotti (Falce e Martello), che ha deciso di uscire dall'organismo, e quello di Fosco Giannini (l'Ernesto). Per quest'ultimo, il rischio è quello di rompere con «lo spirito di Chianciano», e di perdere «il ruolo dei comunisti nella costruzione dell'autonomia». Bellotti, invece, denuncia due punti «rimossi dal confronto», le elezioni regionali e ciò che sta accadendo in Cgil. Della nuova segreteria nazionale faranno parte sette membri, più Paolo Ferrero. Entrano Rosy Rinaldi e Augusto Rocchi.
La relazione introduttiva di Ferrero, che ha enucleato, in premessa, i due risultati politici mondiali più importanti di questa fase, il successo della "Die Linke", nel segno delle "due sinistre", e la resistenza dei movimenti in America Latina, ha sostanzialmente riconfermato la linea della gestione unitaria del partito uscita dal congresso di Chianciano. Ed ha anche provato ad elaborare una lettura della crisi economica e politica del nostro Paese: da una parte la stagnazione, con il rischio di un aggravamento soprattutto occupazionale e, dall'altra, nel persistente bipolarismo che rischia di tagliare fuori il progetto della Rifondazione comunista, la costituente di una nuova destra. Su bipolarismo e conflitto d'interesse il Prc è pronto a fare una sua proposta e una battaglia politica. «Il punto è che cosa fa il Prc di fronte a questa fase costituente. Ci vuole un ruolo nazionale dei comunisti. Noi arriviamo sconfitti e adesso dobbiamo decidere se siamo in grado di avere un ruolo come quello della sinistra italiana è stato nelle grandi fasi di trasformazione del paese. Il punto è se siamo un fenomeno residuale o se siamo in grado di parlare al paese». Come si comporterà il Prc su due temi cruciali quali le elezioni regionali del prossimo anno e il guado in cui si trova la Cgil? Per il momento il confronto è solo in fase "istruttoria". E anche comprensibilmente, visto che lo sguardo è rivolto soprattutto al riordino delle fila interne. «I punti di contraddizione che ha il governo sono due - ha aggiunto Ferrero - uno quello delle contraddizioni sociali che si determinano e una scarsa capacità di reggere il conflitto sociale (un governo populista non può avere il popolo contro). Il conflitto con il Vaticano e la non consonanza completa con Confindustria esiste e la questione di Fini sono contraddizioni interessanti e positive. La manifestazione di sabato 19 è importante. Noi vogliamo tutelare la libertà di informazione. Non staremo nel partito di Repubblica contro il partito di Libero». Il resto, ovviamente, appartiene al conflitto sociale, e a quei percorsi tracciati in questo "autunno caldo" fortemente anticipato. «Dobbiamo stare dentro la costruzione del conflitto in modo certosino e attento. Dò un giudizio positivo - ha proseguito Ferrero - sul fatto che abbiamo centrato l'analisi sull'autunno caldo e penso anche che siamo stati abbastanza presenti nelle lotte. Dobbiamo però progettare interventi nei luoghi di conflitto in maniera maggiormente strutturata. Non solo la partecipazione ai presidi, ma anche volantinaggi informativi, coinvolgimento della cittadinanza, manifestazioni di solidarietà. Capacità di allargamento del conflitto, di costruzione di coscienza, costruzione del blocco sociale. Dobbiamo essere capaci di essere riconosciuti dai lavoratori non solo perché varchiamo i cancelli, ma anche perché siamo utili».
La prospettiva della federazione viene così disegnata da Ferrero: risponde ad una domanda di unità a sinistra che è molto forte e alla quale dobbiamo rispondere; è dentro la storia del movimento dei lavoratori in Italia; è un processo che parte dal basso ed è partecipato, perché la federazione non è l'unificazione dei tre partiti, ma si parte da li e si cerca di tirare dentro altri soggetti; assemblee dal basso. Il confronto al Cpn prosegue oggi presso la Federazione romana del Prc in via Squarcialupo.
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