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giovedì 10 settembre 2009

Riaprire le indagini sulle stragi di mafia

Fini: "Contro di me un indegno stillicidio".
Il presidente della Camera da Gubbio ha replicato alle accuse mosse nei suoi confronti dall'interno del Pdl, poi ha ammonito il partito a "non lasciare alcun sospetto circa la volontà di accertare la verità sulle stragi di mafia".
VideoPost - SkyTg24.



"Non è degno il dibattito in un partito con questo stillicidio di dichiarazioni basate su tre ipotesi: che sono folle, che sono un "compagno travestito e che aspiro a fare il capo dello stato". Nel suo atteso intervento alla scuola di formazione del Pdl, Gianfranco Fini, va al contrattacco dopo le polemiche degli ultimi giorni. "A Berlusconi ho detto che dal 27 marzo non si è deciso nulla - ha aggiunto - ed il punto è proprio questo: non è possibile che non si sia deciso nulla, il partito non è un organigramma. Serve un cambio di marcia, un dibattito interno". Per il presidente della Camera all'interno del Pdl, "questioni su cui confrontarsi ce ne sono state e ce ne sono: nel Pdl serve un cambio di marcia - ha ribadito - Berlusconi non può annunciarlo, deve farlo". "Non ho tra le letture preferite il Capitale, quindi non posso essere liquidato come un 'compagno'; - prosegue Fini - non aspiro al Quirinale, tutt'al più posso prendere il posto di Ban Ki moon e non ho lo scolapasta sulla testa e quindi non posso essere preso a randellate come dice Bossi".
Il presidente della Camera ha preso la parola dopo il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi, affermando che "è meglio essere diretti e sinceri, come si conviene quando si fa parte della stessa famiglia politica. Non credo che sia degno di un grande partito questo stillicidio quotidiano. Prima mi si da del folle poi del compagno travestito, quindi si dice che mi sono messo in testa di diventare Capo dello Stato. A questo proposito colgo l'occasione per ringraziare il Presidente Napolitano che con il suo equilibrio è una delle poche garanzie che ci sono in questo momento".
Il presidente della Camera è poi entrato nel merito dei temi della discussione che intende affrontare all'interno del Pdl, a cominciare dagli immigrati". "Quando vengono respinti dei clandestini si fa bene, ma se su un barcone c'è un bambino o una donna incinta che sta per partorire e magari viene rimandata in un paese dove c'è un dittatore che la manda a morte, la sussistenza del diritto d'asilo la pretendo da un paese civile", ha ribadito, ricordando che la questione degli immigrati non può essere affrontata come "un problema di sicurezza", come vorrebbe la Lega, ma in modo globale.
E a proposito della Lega, ha affermato Fini, bisogna discutere, avanzare proposte, mediare. Nel Pdl occorre confrontarsi e alla fine anche "votare". "A Berlusconi dico: attento ai plauditori e cioè a quelli che dicono che va tutto bene e poi, quando Berlusconi non sente, dicono qualcos'altro", avverte Fini. "È un reato avere delle proposte, delle richieste da avanzare? Io chiedo che non soltanto non lo sia, ma che sia indispensabile per far radicare il partito e per farlo crescere".
Anche in riferimento ai processi per le stragi di mafia, Fini ha manifestato un orientamento molto diverso da quello di Berlusconi: "Mai, mai, mai dare l'impressione di non avere a cuore la legalità e la verità. Sono convinto quanto voi dell'accanimento giudiziario contro Berlusconi, ma non dobbiamo lasciare nemmeno il minimo sospetto sulla volontà del Pdl di accertare la verità sulle stragi di mafia. Se ci sono elementi nuovi, santo cielo se si devono riaprire le indagini, anche dopo 14-15 anni! Soprattutto se non si ha nulla da temere, come è per Forza Italia e certamente per Berlusconi".
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