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giovedì 10 settembre 2009

Non certo la più pulita d'Europa

Antonio Proni è docente universitario di Tecnologia industriale.
«Quella di Bertonico non sarà la centrale più pulita d’Europa».

Rassegna stampa - Il Cittadino di oggi.

Antonio Proni è un chimico industriale e docente di Tecnologia industriale all’Università di Castellanza. Da sempre sensibile ai temi dell’inquinamento industriale si batte da tempo per spingere le autorità a fare il massimo per ottenere miglioramenti sull’impatto ambientale della centrale a turbogas che Sorgenia sta realizzando nei territori di Bertonico e Turano.
Come lei sa a breve ci saranno alcuni incontri della nuova amministrazione provinciale con Sorgenia per la ridefinizione della bozza di convenzione per la centrale. Cosa ne pensa?
«La centrale brucerà a regime circa 1 miliardo di metri cubi di gas naturale per anno e produrrà intorno a 700 tonnellate di ossidi di azoto, poco meno di 2 milioni di tonnellate di gas serra, oltre 90 tonnellate di polveri totali primarie, 50 tonnellate di anidride solforosa, alcune centinaia di tonnellate di incombusti e composti organici vari, 800 tonnellate di ossidi di carbonio, qualche decina di chilogrammi di metalli pesanti e tutto questo si aggiungerà alla precaria situazione già esistente nel territorio per ciò che riguarda la qualità dell’aria. Penso che l’approccio adottato dalla nuova amministrazione, a giudicare dalla intervista del nuovo presidente della Provincia di Lodi ai giornali sul tema delle emissioni, risenta della operazione di “marketing“ della passata amministrazione che ci diceva che si sarebbe battuta per fare della centrale di Bertonico la centrale migliore d’Europa dal punto di vista emissivo».
In che senso?
«Quando si dice, come da intervista ai giornali del luglio scorso, che si chiederà, come aveva proposto l’ex assessore all’ambiente, l’installazione di un filtro catalitico di ultimissima generazione in grado di far sì che le emissioni nell’aria siano il più possibile vicine allo zero, si mostra di non aver molto approfondito i contenuti della bozza precedente in termini di emissioni».
Ma non è così?
«Nella vecchia bozza l’unico filtro catalitico previsto è quello per l’ossido di carbonio con possibile riduzione dell’ossido di carbonio da 800 a 100 tonnellate/anno circa».
E per gli altri inquinanti come i famosi ossidi di azoto precursori delle polveri secondarie?
«Se ne riparlerà entro tre anni. Perché, dato che gli ossidi di azoto sono l’inquinante più pericoloso e peseranno per circa 700 di tonnellate/anno nell’aria malata del Lodigiano? Eppure è noto che ad esempio con un sistema di combustione come il DLN 2.6 in combinazione con il sistema SCR (riduzione catalitica selettiva), inserito opportunamente in una caldaia di recupero, si possono abbattere gli ossidi di azoto fino a circa 5 mg/metrocubo. Il sistema per l’abbattimento degli ossidi di azoto è costituito da un supporto di titanio all’86% con catalizzatore di riduzione a base di ossido di vanadio e tungsteno. Per l’abbattimento degli ossidi di azoto si può impiegare ammoniaca diluita al 25% che non presenta alcun pericolo (come un tempo poteva presentare l’ammoniaca concentrata) o più semplicemente urea che è un solido. Il rilascio massimo di ammoniaca non reagita è 1 mg/metrocubo».
Ci sono già i fornitori di questi impianti?
«Una delle società più quotate che fornisce questi sistemi di abbattimento per gli ossidi di azoto e di zolfo è la ditta austriaca Envirgy, mentre fornitori del solo catalizzatore intercambiabile sono la Argillon (tedesca), la Haldortopsoe (danese), la Frauenthal (austriaca), la Hitachi (giapponese), la Cornetex (americana)».
Rispetto ad altre realtà italiane recenti come si colloca la centrale di Bertonico?
«Non è certamente la centrale migliore d’Europa o di Italia. Vi sono in corso di installazione in Italia sistemi di abbattimento inquinanti migliorativi rispetto alla legislazione attuale. Ad esempio un sistema di questo tipo (combustore serie DLN2 e filtro catalitico) è in corso di allestimento in Iride Energia a Torino Nord in una centrale in costruzione da 400 MWe e sarà realizzato in altre realtà italiane quali la centrale di Loreo (Ro). Per quest’ultima (come riportato in un’intervista ad un ricercatore del Cnr al Cittadino) è previsto anche un sistema per il sequestro dell’anidride carbonica. Per Bertonico al momento non è previsto nulla di tutto questo».
Quanto costa un impianto di questo tipo?
«Il costo di un impianto SCR di denitrificazione potrebbe essere significativamente inferiore ai 10 milioni di euro, su di un investimento complessivo per una centrale di oltre 500 milioni di euro e particolare cura deve essere dedicata alla manutenzione di questi filtri affinché siano efficaci nel tempo. Tenga anche conto che le centrali turbogas funzionano in genere per un tempo/annuo del 10% in più rispetto alle centrali tradizionali e che le quantità di efflusso dai camini è più alta delle centrali tradizionali di un 15% circa e che questo fatto non contribuirà alla pulizia dell’aria».
E per il gas serra e le polveri primarie e gli altri inquinanti?
«Nella vecchia bozza della Provincia di Lodi per la centrale non si citano nemmeno per il futuro sistemi per il sequestro dei circa 2 milioni di tonnellate di gas serra che verranno prodotti e non vengono considerate le centinaia di tonnellate di polveri primarie e condensabili da gas naturale che non vengono misurate e che quindi “per definizione” sono inesistenti, eccetto che per i nostri polmoni».
Come andrà a finire?
«Con queste premesse l’unica cosa che si andrà a contrattare sarà probabilmente la quantità di soldi e la loro distribuzione a compensazione dell’impatto ambientale. Dimenticavo: ribadisco anche in questa sede la mia disponibilità a fornire consulenza gratuitamente sull’argomento a chi ne avesse bisogno».
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