"Il presidente sarà Formigoni".
L'investitura dopo il vertice con Bossi. Il senatùr: "l'ha detto lui".
Rassegna stampa, La Repubblica ed. di Milano di oggi, Stefano Rossi.
«Sarai il grande e prossimo presidente della Lombardia». A Roberto Formigoni l'investitura è arrivata da Silvio Berlusconi all'inaugurazione della Fiera del tessile. Il premier si è rivolto direttamente al governatore mettendo fine al pressing della Lega che per settimane ha chiesto la presidenza di Lombardia, Veneto e Piemonte (quest'ultimo amministrato dal centrosinistra). Lunedì sera Berlusconi e Umberto Bossi hanno discusso di candidature per le regionali 2010 e l'annuncio di ieri è apparso come la sintesi pubblica di quell'incontro.
Bossi si è limitato a commentare «lo ha detto Berlusconi» quando, dopo essersi fermato in un bar della Galleria con Giulio Tremonti, gli è stato chiesto un commento: «Adesso pensiamo solo a preparare le liste per le elezioni», ha aggiunto. Un po' poco, per una scelta forte e condivisa di coalizione. Forse per questo se n'è rimasto zitto anche Formigoni, anche se la parola d'ordine è business as usual, ovvero nessuna sorpresa, era l'esito previsto.
Fatto sta che, verificata la laconicità del Capo, i colonnelli della Lega sono ammutoliti. Come Roberto Calderoli (che aveva rivendicato la presidenza della Lombardia) e Roberto Castelli (indicato come il candidato in pectore). No comment anche da Davide Boni, capodelegazione leghista nell'attuale giunta del Pirellone.
Così il Pd dubita che la partita sia davvero chiusa. Ci crede di più il verde Carlo Monguzzi, ma per altre ragioni: «Berlusconi non vuole Formigoni tra i piedi a Roma. Perciò si comporta da monarca e lo nomina come feudatario della Lombardia, appena avuto il nulla osta da Bossi. Il premier non propone un candidato ma nomina direttamente il presidente. Nell'Italia sulla via del federalismo decidono tutto due persone, Berlusconi e Bossi: siamo passati da una repubblica democratica a una monarchia costituzionale».
Dal Pdl reazioni rilassate, la grana è chiusa. Così il coordinatore regionale in quota FI e presidente della Provincia, Guido Podestà: «Con Formigoni si sono raggiunti risultati di eccellenza in molti ambiti. In Lombardia, guardando alle precedenti elezioni, il Pdl è legittimato a presentare il candidato alla Regione e se si dispone di un Formigoni non vedo dove sia il problema».
Massimo Corsaro, il suo vice in quota An, chiosa: «Non ho mai pensato che si potesse scegliere qualcun altro. Ora che il capo della coalizione spende una parola definitiva mi fa piacere, perché non si rischia di raffreddare la campagna elettorale. Bossi non ha fatto dichiarazioni? Visto che ne ha parlato direttamente con Berlusconi, per lui non è certo stata una sorpresa».
Quella di ieri è una buona notizia per l`Udc con cui il governatore cerca di ricucire l'alleanza. Dice il segretario regionale Luigi Baruffi: «Scelta giusta per ciò che Formigoni rappresenta nel mondo cattolico, specie dopo le recenti frizioni. La Lega spara alto e poi si accontenta: un film già visto. Le distanze fra noi e loro sono tante, se torneremo in coalizione sarà su un programma che tenga conto delle nostre proposte. Correre da soli? Certo non me ne sto con le mani in mano fino a febbraio, abbiamo preferenza per una continuità legata a Formigoni ma non siamo degli allocchi, né abbiamo fame di poltrone».
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