Frattini e la Libia. Solo parole.
Dalle agenzie - Asca, red.
Il ministro degli Esteri Franco Frattini nel corso della trasmissione Radio Anch'io, su Rai Radio Uno ha detto che l'accordo con la Libia per la prevenzione degli sbarchi di clandestini sulle coste italiane “sta funzionando molto bene”. Le motovedette fornite dall'Italia a Tripoli, ha proseguito il ministro, “sono lì a pattugliare quel tratto di mare”; i libici “le usano, le hanno usate, tant'è che in tre mesi” sono sbarcate “poche decine, pochissime centinaia di persone contro le 10/12mila dello scorso anno”.
Marina Sereni, vicepresidente dei deputati del Partito democratico, sottolinea per contro che “Il ministro Frattini sostiene che l'accordo con la Libia per la prevenzione dello sbarco dei clandestini sulle coste italiane sta 'funzionando molto bene'. Io non so se questo è vero, ma i dati del Viminale e le denunce dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, dicono che dal maggio scorso sono stati respinti centinaia di immigrati che secondo le convenzioni internazionali sottoscritte dall'Italia, avevano diritto di asilo”. “E a dimostrarlo – continua la Sereni - sta il fatto che i cinque eritrei sopravvissuti alla probabile strage in mare dei giorni scorsi saranno indagati per 'immigrazione clandestina', secondo la nostra nuova, inutile legge ma, come sostengono gli inquirenti, per loro non ci saranno conseguenze, se faranno richiesta di asilo. Soltanto una piccola parte di immigrati arriva via mare, la maggioranza varca le frontiere a piedi, in treno, in macchina. Ma di questo non si parla perché all'esecutivo Berlusconi interessano gli annunci, gli spot e le esibizioni come il prossimo volo sui cieli di Tripoli delle nostre Frecce Tricolori”.
Intanto circa cinquanta clandestini su un gommone sono stati salvati all'alba di questa mattina da una motovedetta della Guardia di Finanza Italiana al largo dell'isola di Lampedusa, come ha reso noto la Guardia Costiera di Roma.
Ribatte a Frattini anche il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori Felice Belisario: “L'accordo con la Libia funziona? Certo, ma solo per Tripoli. Dalla Libia continuano ad arrivare gommoni e barconi carichi di disperati. Segno che i patti non vengono affatto rispettati da Gheddafi, che, oramai è chiaro: si è preso i soldi e non ha alcuna intenzione di soccorrere chi scappa da guerre e fame per cercare un futuro migliore”. “Frattini si rifiuta di vedere l'evidenza - continua Belisario - Gheddafi non è un partner affidabile e non ha alcuna intenzione di rispettare le intese con l'Italia. Per contro, il 30 Berlusconi andrà a Tripoli per rendere omaggio al rais, dimostrando un appiattimento senza precedenti”.
Anche il segretario del Prc-Se, Paolo Ferrero, in una nota rileva: “L'accordo con la Libia in materia di migranti viola palesemente il rispetto dei principi umanitari degli accordi di Ginevra. Si è prodotta una situazione per cui è l'Italia che adotta al ribasso gli standard libici e non viceversa, in modo cioè da elevare il trattamento di queste persone”.
Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, riunito a Torre Pellice, ha condannato ieri le politiche del governo in tema di immigrazione. I circa 180 deputati che compongono il massimo organo decisionale della Chiesa valdese, metà pastori e metà laici eletti dalle comunità locali, hanno affrontato il tema nel loro primo giorno dei lavori. “La preoccupazione è fortissima ed è su diversi piani”, ha detto il pastore metodista Giovanna Vernarecci, che svolge anche la professione di avvocato a Genova, durante una conferenza stampa. “L'aspetto pericoloso di questa normativa - ha spiegato - non riguarda solo quegli aspetti che di fatto peggiorano la vita degli immigrati, come l'allungamento dei tempi per ottenere la cittadinanza, o le difficoltà per i ricongiungimenti”. A destare la preoccupazione delle Chiese evangeliche sono soprattutto le “due novità” introdotte dalla nuova legge e cioè l'introduzione del reato di clandestinità e la nuova disciplina per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. “Il reato di clandestinità - spiega - va a colpire non una condotta ma ciò che una persona è”. La disciplina invece riguardo il permesso di soggiorno è “contro l'articolo 27 della nostra Costituzione secondo il quale nessuno può essere considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. E aggiunge: “Come credenti ci troviamo di fronte alla necessità di affermare quanto questa normativa sia poco congruente con il messaggio evangelico”. La mattinata è stata aperta dalla relazione della Commissione d'esame che istruisce il dibattito sinodale, dedicata proprio al “pacchetto sicurezza”, una norma che finisce per moltiplicare “le occasioni in cui lo straniero potrà diventare clandestino” e quindi perdere “tutte le fondamentali tutele”. La Commissione, richiamando i fondamenti teologi dell'accoglienza allo straniero, ha quindi orientato il Sinodo ad esprimere un giudizio molto critico nei confronti dell'intera politica migratoria promossa dal Governo.
Una messa per ricordare tutti coloro hanno perso la vita nei viaggi della speranza, immigrati vittime di naufragi e di stenti in cerca della salvezza lontano da casa. Sarà il vescovo di Prato mons. Gastone Simoni a presiedere la celebrazione, dedicata in particolare ai 73 eritrei che la scorsa settimana sono morti nel tentativo di raggiungere le coste italiane, in programma sabato 29 agosto alle 18 nella cattedrale di Santo Stefano e teletrasmessa da Tv Prato. Quest'ultima “tragedia del mare” ha molto colpito la diocesi pratese che da anni intrattiene con la Chiesa eritrea forti legami, in particolare con l'eparchia di Keren, una delle tre diocesi del paese africano. “Vogliamo pregare per chi mette a repentaglio la propria vita e muore a causa di questi barbari trasbordi - spiega mons. Santino Brunetti vicario episcopale per gli immigrati della diocesi di Prato-, è una questione di giustizia internazionale e un dovere cristiano aiutare coloro che scappano con la morte negli occhi dai Paesi d'origine”. Alla messa sarà presente la comunità cattolica eritrea di Prato che al termine della celebrazione si ritroverà nei locali del duomo per un momento conviviale e di ritrovo, così come prevedono le loro usanze in caso di riti in suffragio di defunti.
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